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MERCATI USA – PARTENZA IN RIALZO, NASDAQ ED S&P 500 +0,5%
Avvio positivo a Wall Street, con l’attenzione rivolta in particolare alla Fed.
Dopo pochi minuti di scambi, il Nasdaq e lo S&P 500 guadagnano lo 0,5%, il Dow Jones lo 0,4%.
Focus principale sulle parole di ieri del presidente della Fed Powell, che ha fatto intendere che la recente accelerazione dell’inflazione renderà probabilmente più lunghi i tempi per i tagli ai tassi d’interesse.
Gli operatori ora dubitano perfino che ci saranno anche solo due tagli al costo del denaro, rispetto ai 6-7 tagli previsti a inizio anno.
Dall’agenda macro odierna, il dato MBA sulle richieste di mutui ipotecari negli Stati Uniti ha registrato nella settimana al 12 aprile un incremento del 3,3%, dopo il +0,1% della settimana precedente.
Nuove indicazioni sull’economia statunitense sono attese dal Beige Book della Fed, che sarà pubblicato in serata.
Sul Forex, l’euro/dollaro sale a 1,064, mentre il dollaro/yen scende a 154,6. Tra le materie prime, in ribasso le quotazioni del greggio, con il Brent (-1,4%) a 88,8 dollari e il Wti (-1,3%) a 84,3 dollari.
Nel comparto obbligazionario, infine, i rendimenti sui Treasury a 2 e 10 anni scendono rispettivamente al 4,96% e al 4,62%.
MERCATI USA – PREVISTO AVVIO SOPRA LA PARITÀ
I futures sull’azionario americano guadagnano lo 0,2-0,3%, preannunciando un avvio in moderato rialzo a Wall Street, con l’attenzione rivolta in particolare alla Fed.
Chiusura poco mossa ieri per i principali indici oltreoceano, con il Dow Jones in rialzo dello 0,2%, lo S&P 500 e il Nasdaq in calo rispettivamente dello 0,2% e dello 0,1%.
Focus principale sulle parole di ieri del presidente della Fed Powell, che ha fatto intendere che la recente accelerazione dell’inflazione rende più lunghi i tempi per i tagli ai tassi d’interesse.
Gli operatori ora dubitano perfino che ci saranno anche solo due tagli al costo del denaro, rispetto ai 6-7 tagli previsti a inizio anno.
Dall’agenda macro odierna, il dato MBA sulle richieste di mutui ipotecari negli Stati Uniti ha registrato nella settimana al 12 aprile un incremento del 3,3%, dopo il +0,1% della settimana precedente.
Nuove indicazioni sull’economia statunitense sono attese dal Beige Book della Fed, che sarà pubblicato in serata.
USA – RICHIESTE MUTUI MBA +3,3% (+0,1% NELLA SETTIMANA PRECEDENTE)
Nella settimana al 12 aprile l’indice Mba, che misura le nuove richieste di ipoteche negli Stati Uniti, ha registrato un aumento del 3,3%, dopo il +0,1% della settimana precedente.
EUROZONA – A MARZO CPI FINALE CONFERMA PRELIMINARE A +0,8% M/M MA RALLENTA A +2,4% A/A
L’Eurostat ha comunicato che nel mese di marzo i prezzi al consumo nell’Eurozona hanno registrato una crescita dello 0,8% su base mensile, confermando il dato preliminare e le attese. Su base annua il dato ha evidenziato un aumento del 2,4%, in linea al consensus ma in rallentamento dal +2,6% del preliminare (rivisto da +2,4%).
L’indice Core, calcolato al netto dei prezzi di energia, cibo, alcool e tabacco, ha mostrato un incremento su base tendenziale del 2,9%, confermando il dato preliminare e le attese.
MERCATI – EUROLISTINI AMPLIANO I GUADAGNI A METÀ SEDUTA CON PIAZZA AFFARI A +1,%
La seduta prosegue con le borse europee che consolidano i guadagni mattutini, mentre i futures di Wall Street si muovono sopra la parità.
A Milano, il Ftse Mib guadagna l’1% a 33.744 punti, bene come il Cac 40 di Parigi (+1,2%), l’Ibex35 di Madrid (+1,2%), il Dax di Francoforte (+0,6%) e il Ftse 100 di Londra (+0,5%).
Resta l’attenzione sulle banche centrali dopo che il presidente della Fed, Jerome Powell, ha affermato che probabilmente ci vorrà più tempo per avere fiducia che l’inflazione si stia dirigendo verso l’obiettivo della banca centrale. Parole che esprimono un cambiamento nel suo messaggio dopo che la misura chiave dell’inflazione ha superato le previsioni per il terzo mese.
Gli operatori ora dubitano perfino che ci sarà anche solo mezzo punto di riduzione dei tassi rispetto a un inizio di anno in cui prevevano fino a sei tagli nel 2024, ovvero un allentamento di 1,5 punti percentuali.
Il vicepresidente della Fed, Philip Jefferson, ha dichiarato di aspettarsi che l’inflazione continuerà a moderarsi con i tassi di interesse al livello attuale, ma le persistenti pressioni sui prezzi giustificherebbero il mantenimento di un costo del denaro elevato per un periodo più lungo. L’omologo di Richmond, Thomas Barkin, ha affermato che alcuni dati recenti, compreso l’indice dei prezzi al consumo, non “sono stati di supporto” a un “soft landing”.
La presidente della Bce, Christine Lagarde, nel respingere ogni ipotesi di un percorso di calo prestabilito, ha affermato che “ci stiamo avvicinando al momento di una linea monetaria meno restrittiva: bisogna solo guadagnare un po’ di fiducia nel processo disinflazionistico”.
In Cina, l’autorità di regolamentazione dei titoli ha cercato di dissipare le preoccupazioni sulle nuove regole di borsa a seguito della disfatta delle azioni a bassa capitalizzazione.
Sullo sfondo, resta alta la tensione in Medio Oriente con l’Iran che aspetta il contrattacco e ha avvertito Israele di essere pronto a “usare armi mai impiegate prima”. Gli Stati Uniti hanno intanto imposto nuove sanzioni nei confronti di Teheran. L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno chiesto il massimo “autocontrollo” per risparmiare la regione “dai pericoli della guerra e dalle sue terribili conseguenze”.
Dall’agenda macroeconomica, è emerso che a marzo i prezzi al consumo nell’Eurozona hanno registrato una crescita dello 0,8% su base mensile, confermando il dato preliminare e le attese. Su base annua il dato ha evidenziato un aumento del 2,4%, in linea al consensus ma in rallentamento dal +2,6% del preliminare (rivisto da +2,4%). L’indice Core, calcolato al netto dei prezzi di energia, cibo, alcool e tabacco, ha mostrato un incremento su base tendenziale del 2,9%, confermando il dato preliminare e le attese.
Sempre a marzo nel Regno Unito i prezzi al consumo sono saliti dello 0,6% su base mensile, al si sopra del consensus (+0,4%) e in linea rispetto a febbraio (+0,6%). Su base annua, l’indice si attesta a +3,2%, in calo rispetto al mese precedente (+3,4%), a fronte del +3,1% del consensus. Infine, l’indice CPI core si è attestato al +4,2%, segnando un rallentamento minore delle attese (+4,1%) rispetto ad febbraio (+4,5%).
Lo sguardo si sposterà nel pomeriggio oltreoceano sulle richieste mutui MBA.
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,064 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende a 154,6. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-1%) a 89,1 dollari al barile e il Wti (-1%) a 84,5 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund scende di circa sette punti base rispetto all’apertura attestandosi a 139 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,87%.
Tornando a Piazza Affari, guidano Banca Popolare di Sondrio (+3,9%) e Diasorin (+3,7%), seguite da Moncler e Bper (+2,5%), mentre scivolano in coda Recordati (-0,8%) e Leonardo (-0,4%).
EUROZONA – A FEBBRAIO PRODUZIONE INDUSTRIALE +0,8% M/M E -6,4% A/A
L’Eurostat ha riferito che a febbraio l’indice destagionalizzato della produzione industriale su base mensile è salito dello 0,8%, in linea con le attese, dopo il -3,0% di febbraio (rivisto da -3,2%).
Su base annua e corretto per l’effetto calendario, l’indice ha segnato una contrazione del 6,4%, contro il -5,5% del consensus e il -6,6% del mese precedente (rivisto da -6,7%).
HERA – CON ELIOR PROLUNGA PER ALTRI DUE ANNI LA PARTNERSHIP DI ECONOMIA CIRCOLARE
Hera ed Elior, azienda leader in Italia nella ristorazione, hanno rinnovato l’accordo di collaborazione incentrato sui progetti di economia circolare, sostenibilità ambientale e mobilità sostenibile.
La partnership biennale si inserisce nel percorso avviato nel 2022 con la sottoscrizione del primo protocollo d’intesa, al fine di dare seguito agli eccellenti risultati ottenuti dal lavoro sinergico portato avanti fino ad oggi.
Con il rinnovo di questa intesa, Hera ed Elior potranno così proseguire nel solco tracciato in questi anni in particolare nel campo della mobilità sostenibile, dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale: il rifiuto organico prodotto nei punti di ristorazione è stato infatti utilizzato per la produzione di biometano e compost nell’impianto del Gruppo Hera a Sant’Agata Bolognese (BO), mentre gli oli vegetali esausti (quelli che rimangono al termine delle preparazioni alimentari, per esempio gli oli di frittura o utilizzati per conservare gli alimenti) raccolti in modo differenziato nelle cucine Elior, sono stati destinati alla produzione di biocarburante.
Con l’impianto di Sant’Agata Bolognese e il contributo di 20 punti di ristorazione nei territori di Bologna e Modena, tra cui le due mense aziendali Hera di Bologna e Granarolo, nel 2023 il progetto ha consentito di produrre oltre 40.000 metri cubi di biometano grazie alla trasformazione di 512 tonnellate di organico con un risparmio in termini di CO2 equivalenti pari a 80 tonnellate, paragonabili all’azione di assorbimento di 940 alberi a medio fusto. In termini pratici, grazie al biometano ottenuto, è possibile percorrere oltre 500.000 chilometri con un’auto di media cilindrata.
Nell’ambito del progetto HOVE (Hera per gli oli vegetali esausti), grazie al coinvolgimento di 88 cucine della società di ristorazione, nel 2023 sono state recuperate quasi 14 tonnellate di oli vegetali esausti, trasformati in oltre 14.300 litri di biocarburante, consentendo così di abbattere le emissioni e di ottenere la riduzione dell’impatto ambientale rispetto all’utilizzo di carburanti fossili.
Con l’impiego dei biocarburanti derivati dagli OVE raccolti da Elior, si sono potute risparmiare quasi 40 tonnellate di CO2 equivalenti, pari all’azione di assorbimento 396 alberi a medio fusto. Il carburante sostenibile ottenuto consente a un’auto di media cilindrata di coprire quasi 290.000 chilometri.
HERA – NUOVO REGOLAMENTO UE SUGLI IMBALLAGGI, IL MINISTRO PICHETTO FRATIN FA IL PUNTO NELL’IMPIANTO PIEMONTESE ALIPLAST
Un’Italia ancora più impegnata nella transizione green e nella rigenerazione delle risorse, facendo leva anche sul know-how capitalizzato nelle filiere del riciclo e rigenerazione degli scarti, in primis quelli in plastica da imballaggio. È stato questo il focus del talk ospitato sabato 13 aprile a Borgolavezzaro (NO) nell’impianto di Aliplast, controllata del Gruppo Hera e primario operatore nazionale nel segmento delle plastiche flessibili.
Al confronto hanno preso parte Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Orazio Iacono, AD del Gruppo Hera, e Andrea Ramonda, AD di Herambiente, società della multiutility e leader in Italia nel settore ambiente.
L’incontro è stato l’occasione per fare il punto sul nuovo Regolamento Ue sui rifiuti da imballaggio (PPWR), un provvedimento sfidante, volto a ridurre l’uso degli imballaggi e a promuoverne ulteriormente la riciclabilità, la cui versione finale, attesa in approvazione entro fine aprile, ha visto il determinante contributo del Governo italiano. Il provvedimento, fra le altre misure, prevede l’introduzione del contenuto minimo obbligatorio di plastica riciclata post-consumo (35% al 2030 e 65% al 2040 per gli utilizzi non contact sensitive, a fronte di una media attuale di circa il 15%) per la maggior parte degli imballaggi in plastica immessi nel mercato UE.
A valle del talk è stato presentato al Ministro Pichetto Fratin l’importante ampliamento che interesserà a breve lo stabilimento Aliplast di Borgolavezzaro con un investimento di oltre 25 milioni.
Un impegno che il Gruppo Hera ha previsto nel proprio piano di sviluppo per aumentare il proprio contributo all’economia circolare dei territori serviti. Inoltre, il sensibile incremento della plastica riciclata nell’impianto Aliplast si tradurrà anche in un risparmio economico.
L’Italia, infatti, come ogni altro Stato membro, dal 2021 contribuisce al bilancio Ue con una somma proporzionata alla quantità di rifiuti di imballaggio in plastica non riciclati, che negli ultimi anni è stata di circa 800 milioni all’anno: le 25 mila tonnellate di plastica che sarà rigenerata grazie all’ampliamento dell’impianto consentiranno allo Stato un versamento di circa 20 milioni annui in meno.
“Il settore industriale del riciclo delle plastiche rappresenta un importante attore nell’economia circolare del Paese e svolge un ruolo fondamentale nella transizione ecologica in cui siamo impegnati; l’azione del settore e di realtà come Aliplast possono trasformarsi in un concreto risparmio per i conti dello Stato. La prossima attuazione del Regolamento Imballaggi rappresenta una sfida ed un’occasione per aumentare le prestazioni del settore, a fronte di opportuni accorgimenti strategici che l’Italia deve adottare e sviluppare“ – ha commentato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dell’Italia, Gilberto Pichetto Fratin.
“Con il nuovo Regolamento Ue PPWR crescerà la domanda di plastica riciclata e noi abbiamo già anticipato questa tendenza, sviluppando nuovi impianti e ampliando la capacità di quelli già esistenti. Auspichiamo, pertanto, l’introduzione di incentivi nazionali alle aziende più virtuose nella rigenerazione delle plastiche, perché incrementare gli investimenti in questo settore rafforzerebbe le performance e la competitività del comparto a livello globale. Inoltre, aumentando la capacità di riciclo delle imprese italiane, si ridurrebbe la quantità di rifiuti da imballaggio in plastica non riciclati e quindi il contributo che ogni anno lo Stato versa al Bilancio dell’Ue” – ha dichiarato Orazio Iacono, Amministratore Delegato Gruppo Hera.
MERCATI – EUROLISTINI PROSEGUONO PERLOPIÙ IN DENARO A METÀ SEDUTA, A MILANO (+1%) CORRE PRYSMIAN (+7,2%)
Le borse europee proseguono perlopiù in rialzo a metà seduta mentre i futures di Wall Street viaggiano sopra la parità.
A Milano, il Ftse Mib guadagna l’1% a 34.110 punti, bene come il Dax di Francoforte (+1%) e il Cac 40 di Parigi (+0,7%). Più cauti il Ftse 100 di Londra (-0,4%) e l’Ibex35 di Madrid (-0,02%).
Gli operatori attendono ulteriori sviluppi in Medio Oriente a seguito dell’attacco senza precedenti dell’Iran contro Israele nel fine settimana.
L’Iran ha intanto affermato che “la questione può essere considerata conclusa” e il presidente Joe Biden ha detto al primo ministro Benjamin Netanyahu che gli Stati Uniti non sosterranno un contrattacco israeliano.
Sguardo nel contempo sulle banche centrali. Da un lato, il sentiment continua a beneficiare delle crescenti aspettative che la Banca Centrale Europea inizierà a tagliare i tassi di interesse a giugno mentre dall’altro lato pesa la prospettiva che la Federal Reserve manterrà il costo del denaro più alto per un periodo più lungo.
Sul fronte asiatico, il ministro delle Finanze giapponese Shunichi Suzuki ha affermato che i funzionari stanno osservando attentamente lo yen.
In Cina, il Consiglio di Stato si è impegnato a inasprire i criteri di quotazione delle azioni, a reprimere le vendite illegali di titoli e a rafforzare la supervisione sui pagamenti dei dividendi.
Occhi infine sul proseguimento della stagione delle trimestrali dopo che JPMorgan e Wells Fargo hanno riportato un reddito da interessi netti – i guadagni generati dai prestiti – che non hanno rispettato le stime a causa dell’aumento dei costi di finanziamento. I profitti di Citigroup hanno invece superato le previsioni degli analisti.
Dall’agenda macroeconomica è emerso che a febbraio l’indice destagionalizzato della produzione industriale dell’Eurozona su base mensile è salito dello 0,8%, in linea con le attese, dopo il -3,0% di febbraio (rivisto da -3,2%). Su base annua e corretto per l’effetto calendario, l’indice ha segnato una contrazione del 6,4%, contro il -5,5% del consensus e il -6,6% del mese precedente (rivisto da -6,7%).
Focus nel pomeriggio, oltreoceano, sull’indice manifatturiero New York Empire State di aprile e vendite al dettaglio di marzo.
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,066 e il cambio tra biglietto verde e lo yen balza a 153,9. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,8%) a 89,7 dollari al barile e il Wti (-0,9%) a 84,9 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund cala di circa quattro punti base a 136 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,75%.
Tornando a Piazza Affari, corre Prysmian (+7,2%) dopo aver stipulato un accordo di fusione per acquisire Encore Wire a $290,00 per azione. Bene anche Stellantis (+2,8%), Interpump (+2%) e Leonardo (+1,7%). In coda invece Tenaris (-1,5%), Terna ed Eni (-0,9%) e TIM (-0,7%) che ha siglato un accordo con le organizzazioni sindacali di categoria per l’applicazione del contratto di Solidarietà Difensiva fino al 30 giugno 2025.
MERCATI – CHIUSURA PERLOPIÙ IN DENARO PER GLI EUROLISTINI, MILANO +0,9%
Le borse europee chiudono prevalentemente positive, con Wall Street poco mossa dopo le prime ore di contrattazioni.
A Milano, il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni in area 34.316 punti (+0,9%), in rialzo come il Dax di Francoforte (+0,8%), il CAC 40 di Parigi (+0,7%) e il Ftse 100 di Londra (+0,4%). Chiude sostanzialmente invariato l’Ibex 35 di Madrid (-0,04%).
Oltreoceano, il Nasdaq guadagna lo 0,1%, lo S&P 500 e il Dow Jones scambiano intorno alla parità.
L’attenzione degli investitori è già rivolta ai dati sui prezzi al consumo Usa, in agenda mercoledì: la lettura di marzo dovrebbe evidenziare una nuova accelerazione dell’inflazione su base annua, dal +3,2% al +3,4%.
I dati CPI americani potrebbero, anche alla luce degli ultimi dati sul lavoro, rinforzare le aspettative dei mercati sui tagli ai tassi della Fed: al momento gli operatori scontano due tagli quest’anno, rispetto ai tre previsti nell’ultimo dot-plot della banca centrale.
Ulteriori indicazioni potrebbero emergere dai verbali dell’ultimo meeting FOMC, che saranno pubblicati mercoledì in serata.
Giovedì focus principale sulla decisione di politica monetaria della Banca Centrale Europea, che dovrebbe mantenere invariato il costo del denaro ma potrebbe fornire nuove indicazioni sui tagli attesi quest’anno.
Dall’agenda macro odierna, la produzione industriale tedesca è aumentata a febbraio del 2,1% su base mensile, oltre le attese (+0,5%) e in accelerazione rispetto al +1,3% del mese precedente. Su base annua, il dato ha registrato una contrazione del 4,9%, rispetto al -6,8% del consensus e al -5,3% di gennaio.
Sul Forex, l’euro/dollaro sale a 1,085, il dollaro/yen a 151,8. Tra le materie prime, in calo le quotazioni del greggio, con il Brent (-1,3%) a 90,0 dollari e il Wti (-1,1%) a 86,0 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund scende in area 138 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,79%.
Tornando a Piazza Affari, guida Interpump Group (+4,8%), seguita da Iveco (+3,9%), TIM (+3,0%), Diasorin (+2,9%), mentre chiudono in coda Campari (-0,7%), Inwit (-0,3%), Enel (-0,1%), Snam (-0,1%).