Risultati FY2023
I risultati di una strategia multibusiness e la creazione di valore di lungo periodo, per rispondere oggi alle sfide di domani
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Risultati FY2023
I risultati di una strategia multibusiness e la creazione di valore di lungo periodo, per rispondere oggi alle sfide di domani
"Chiudiamo il 2023 con una performance record dei principali indicatori economici e finanziari, ottenuti in un contesto macroeconomico ancora volatile e incerto: il MOL ha sfiorato gli 1,5 miliardi di euro, l’utile netto di pertinenza degli azionisti è cresciuto del 16,5% e gli investimenti del 15%, superando gli 800 milioni di euro."
"Nel 2023, l’incremento del MOL, che si attesta a quasi 1,5 miliardi di euro, ci ha portato a raggiungere con 3 anni di anticipo, superandoli, gli obiettivi fissati dal precedente Piano per il 2026. La normalizzazione dei prezzi energetici ha permesso di ridurre il capitale circolante netto e di abbassare l’indebitamento (...)"
“Chiudiamo il 2023 con una performance record dei principali indicatori economici e finanziari, ottenuti in un contesto macroeconomico ancora volatile e incerto: il MOL ha sfiorato gli 1,5 miliardi di euro, l’utile netto di pertinenza degli azionisti è cresciuto del 16,5% e gli investimenti del 15%, superando gli 800 milioni di euro. Di conseguenza il valore economico distribuito agli stakeholder dei territori nei quali operiamo ha raggiunto i 2,3 miliardi di euro, in crescita del 36%. Risultati che abbiamo raggiunto soprattutto grazie al contributo dell’area ambiente e dell’area energy. In particolare, in questa filiera abbiamo conseguito una crescita significativa supportata dallo sviluppo commerciale, dai mercati di ultima istanza e dai servizi di efficientamento energetico. La contestuale riduzione del 10% del debito, che ci porta a registrare un rapporto debito netto/MOL di 2,56x, in miglioramento del 21%, ha permesso al Consiglio di Amministrazione di proporre un incremento del 12% del dividendo, pari a 14 centesimi per azione. I risultati del 2023 riconfermano, quindi, la validità della visione strategica del nostro Gruppo e costituiscono il primo tassello del nostro piano industriale approvato a gennaio”.
Cristian Fabbri
Presidente Esecutivo
“Nel 2023, l’incremento del MOL, che si attesta a quasi 1,5 miliardi di euro, ci ha portato a raggiungere con 3 anni di anticipo, superandoli, gli obiettivi fissati dal precedente Piano per il 2026. La normalizzazione dei prezzi energetici ha permesso di ridurre il capitale circolante netto e di abbassare l’indebitamento finanziario netto del 10%, ottenendo così un significativo miglioramento della struttura patrimoniale e finanziaria e un rapporto debito netto/MOL a 2,56x, in miglioramento del 21%. Il Gruppo ha quindi riguadagnato l’usuale flessibilità finanziaria, per continuare a cogliere le opportunità di crescita nei mercati di riferimento ancora altamente frammentati. Ne sono evidenza le operazioni eseguite nel 2023 che confermano anche la nostra attenzione a generare una crescita sostenibile dei territori serviti. Un impegno che trova conferme nell’incremento sia del margine operativo lordo a valore condiviso, che cresce del 16% e raggiunge i 776,0 milioni di euro, pari al 52% del MOL complessivo, sia degli investimenti Csv, che per il 2023 ammontano a 558,4 milioni di euro, circa il 69% del totale. Prosegue, infine, il nostro impegno nella finanza sostenibile, che rappresenta una spinta propulsiva al nostro piano di investimenti e riconferma l’impegno della multiutility per la creazione di valore nei territori serviti, con particolare riferimento agli obiettivi di decarbonizzazione, economia circolare, innovazione e resilienza, in coerenza con il nostro purpose aziendale e con la traiettoria definita nel Piano industriale”.
Orazio Iacono
Amministratore Delegato
mln/€ | 2022 | |
---|---|---|
Ricavi | 20.082,0 | |
MOL | 1.295,0 | |
Utile netto | 322,2 | |
Investimenti | 688,7 | Pfn/Mol | 3,28 |
mln/€ | 2023 | |
---|---|---|
Ricavi | 14.897,3 | - |
MOL | 1.494,7 | + |
Utile netto | 375,2 | + |
Investimenti | 779,2 | + |
Pfn/Mol | 2,56 | - |
Consensus | Risultati Hera | Δ % | |
---|---|---|---|
Ebitda (mln €) | 1.483,8 | 1.494,7 | +0,7% |
Ebit (mln €) | 779,6 | 741,0 | (5,0%) |
Net profit post min. (mln €) | 391,3 | 375,2 | (4,1%) |
Net Financial Position (mln €) | 3.915,6 | 3.827,7 | (2,2%) |
Preview | Post Risultati | ||||
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Analista | Broker | Rating | Target Price (€) | Rating | Target Price (€) |
Francesco Sala | Banca Akros | Buy | 3,80 | Buy | 3,80 |
Davide Candela | Banca Intesa Sanpaolo | Buy | 3,70 | Buy | 3,70 |
Roberto Letizia | Equita SIM | Hold | 3,50 | Hold | 3,50 |
Federico Pezzetti | Intermonte | Outperform | 3,60 | Outperform | 3,80 |
Emanuele Oggioni | Kepler Cheuvreux | Buy | 3,90 | Buy | 3,90 |
Javier Suarez | Mediobanca | Outperform | 4,30 | Outperform | 4,30 |
Media | 3,80 | Media | 3,83 |
Broker | Commento degli analisti ai risultati finanziari |
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Banca Akros | "I risultati di Hera sono stati buoni e leggermente superiori alle aspettative a livello di Ebitda adjusted. Il 2023 ha registrato una performance più forte del previsto nel business dell'energia elettrica che ha più che compensato la minor performance del segmento gas. Il dividendo è in linea con quanto annunciato lo scorso gennaio in occasione della presentazione del Piano industriale al 2027 che prevede ulteriore crescita a livello di Ebitda, da 1.295 a 1.650 milioni nel 2027, con un tasso medio annuo di crescita degli utili per azione superiore al 7% e una leva finanziaria stabile. Considerati i buoni risultati si prevede un'ulteriore crescita nei prossimi anni. Raccomandazione e target price confermati." |
Intesa Sanpaolo | "I risultati del 2023 di Hera sono in linea con le nostre ipotesi di consenso, nonostante alcune differenze in alcune voci (accantonamenti, tax rate). Riteniamo che i messaggi forniti dal management sulle prospettive future (con particolare attenzione alle attività di vendita di energia) e sull'evoluzione del capitale circolante siano rassicuranti. Pur prevedendo di affinare leggermente le nostre stime, è poco probabile una variazione nel consensus. Confermiamo la nostra visione positiva sul titolo grazie al profilo a basso rischio di Hera, alla flessibilità finanziaria, alla visibilità degli utili e alle prospettive di crescita nell’Energy supply." |
Equita Sim | "Risultati sostanzialmente in linea con le attese per Hera, con forte crescita operativa (+15.4% Ebitda e +16.5% Utile) e una significativa riduzione del debito grazie al recupero del circolante. A nostro avviso l’elemento catalizzatore per i risultati è la significativa contrazione del debito di Gruppo, con l’andamento del circolante che dà segnali positivi anche nel primo trimestre dell’anno e con la possibilità quindi di sostenere sia gli investimenti che l’M&A e i dividendi. Hera tratta a 11.1x PE e 5.9x EV/Ebitda sul 2026E con uno yield del 4.7% ed un Debt/Ebitda di 2.7x." |
Intermonte | "Continuiamo a ritenere che il Gruppo sia ben posizionato per beneficiare della sua leadership nel Waste, dell'ulteriore crescita della base di clienti retail e di una strategia costruita attorno ai concetti di resilienza e di transizione ambientale e digitale. Inoltre, il recupero della consueta flessibilità finanziaria (un potenziale di 1,5 miliardi di euro per ulteriore espansione del mercato) consente a Hera di continuare a potete cogliere le opportunità di crescita nei suoi mercati di riferimento, ancora molto frammentati. Incrementiamo leggermente le nostre stime per gli anni 2024-2026 (utile per azione +4% in media) sulla scorta dei forti risultati nel business Energia elettrica. Il Gruppo tratta a 5,9x 2024E EV/ Ebitda, un multiplo sostanzialmente in linea con la media del settore. Outperform confermato; Target price a 3,80 € (da 3,60 €)." |
Kepler Cheuvreux | "Hera ha registrato ottimi risultati nel 2023, un anno record, quasi in linea con i dati preliminari e con le nostre previsioni, tranne l'utile netto, a causa di maggiori accantonamenti per circa 50 milioni di euro, relativi a futuri rischi generici. Riteniamo che questo sia un segnale positivo, in quanto presumiamo che il management abbia risparmiato qualcosa in via del tutto precauzionale. Accogliamo positivamente questo set di buoni risultati del 2023 e la visibilità sulla crescita dal 2024 in poi. Confermiamo il nostro rating Buy e il nostro target price di 3,9 €. Il titolo viene scambiato a multipli interessanti (6x EV/Ebitda 2024/25E e circa 11x P/E), inferiori alla sua media storica (circa 7x EV/Ebitda e circa 15x P/E)." |
Mediobanca | "L’Ebitda adjusted 2023 è solido e in linea con le nostre aspettative, con un incremento del +15%, mostrando una solida crescita nel Waste (principalmente grazie alle attività di trattamento) e dell’Energy supply (grazie alla rinegoziazione dei contratti, alla normalizzazione dei margini e ai nuovi clienti in Salvaguardia). La crescita dell’utile è stata del +17%, anche se inferiore alle aspettative a causa di maggiori accantonamenti. Anche il Debt/Ebitda a <2,6x è solido. Aggiorniamo il nostro modello per includere il consuntivo del 2023, con un impatto trascurabile sulle nostre previsioni. Manteniamo pertanto invariato il nostro Target Price di 4,30 €. Outperform." |
Il titolo Hera ha chiuso l’anno con un prezzo ufficiale pari a 2,976 euro, in crescita del 17,7% rispetto all’anno precedente. Una performance positiva che si confronta con un dato superiore per la media delle local utility che hanno beneficiato di uno scenario positivo contingente per le loro attività di produzione di energia elettrica, che è invece un’attività poco significativa nel portafoglio di Hera.
Nel 2023, tutti i principali listini azionari hanno consuntivato performance positive, in recupero rispetto alle pesanti perdite riportate nell’anno passato, che avevano scontato la crisi energetica innescata dal conflitto ucraino e la fine delle politiche monetarie espansive. Seppur in un contesto nel quale le banche centrali hanno continuato il ciclo di rialzo dei tassi per calmierare l’inflazione, gli investitori hanno guardato con favore sia alla riduzione dei prezzi delle commodity energetiche, con la progressiva normalizzazione della crisi, che ai dati macroeconomici, i quali, pur evidenziando un rallentamento economico, hanno dissipato i timori di una profonda recessione. Infatti, come riflesso del periodo pandemico e del più recente conflitto ucraino, la crescita continua a essere sostenuta da politiche fiscali espansive, con investimenti indirizzati prevalentemente ai capitoli della transizione energetica e della difesa.
In questo contesto, l’indice italiano Ftse All Share è salito nel periodo di riferimento del 26,3%, mettendo a segno la migliore performance tra le principali borse europee, sostenuto dal brillante andamento dei titoli bancari, i cui bilanci beneficiano del rialzo dei tassi di interesse della Banca centrale europea. Il titolo Hera ha chiuso l’anno con un prezzo ufficiale pari a 2,976 euro, in crescita del 17,7% rispetto all’anno precedente. Una performance positiva che si confronta con un dato superiore per la media delle local utility che hanno beneficiato di uno scenario positivo contingente per le loro attività di produzione di energia elettrica, che è invece un’attività poco significativa nel portafoglio di Hera.
Il Consiglio di Amministrazione di Hera, riunitosi nella seduta del 21 marzo 2023 per l’approvazione dei risultati annuali 2022, ha deciso di sottoporre all’Assemblea degli Azionisti la proposta di un dividendo per azione di 12,5 centesimi, in crescita del 4,2% in linea con le indicazioni contenute nel piano industriale. A seguito dell’approvazione dei soci, avvenuta nel corso dell’assise del 27 aprile 2023, lo stacco cedola è avvenuto il 19 giugno, con pagamento il 21 giugno. Hera conferma così la sua capacità di remunerare gli azionisti grazie alla resilienza del suo portafoglio di attività che le ha permesso di distribuire dividendi costanti e in crescita sin dalla quotazione.
L’effetto congiunto di una ininterrotta remunerazione degli azionisti tramite la distribuzione di dividendi e il rialzo del prezzo del titolo accumulato negli anni ha permesso al total shareholders return dalla quotazione di rimanere sempre positivo e di attestarsi, alla fine del periodo di riferimento, a oltre il +280,7%.
3,49 euro il consensus target price
Gli analisti finanziari che coprono il titolo (Banca Akros, Equita Sim, Exane Bnp Paribas, Intermonte, Intesa Sanpaolo, Kepler Cheuvreux, Mediobanca) sono aumentati di numero con il riavvio della copertura di Banca Akros con un giudizio positivo, ed esprimono raccomandazioni positive quasi all’unanimità, con un target price che continua a evidenziare un potenziale di rivalutazione significativo.
Alla fine del periodo, il consensus target price è pari a 3,49 euro ed evidenzia un potenziale di rialzo del 17,3%.
Al 31 dicembre 2023 la compagine sociale mostra l’usuale stabilità ed equilibrio, essendo composta per il 45,8% da 111 soci pubblici dei territori di riferimento riuniti in un patto di sindacato, che è stato rinnovato per ulteriori tre anni con decorrenza dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2024, e per il 54,2% dal flottante. L’azionariato è diffuso tra un numero elevato di azionisti pubblici (111 Comuni, il maggiore dei quali detiene una partecipazione inferiore al 10%) e un numero elevato di azionisti privati istituzionali e retail.
Dal 2006, Hera ha adottato un piano di riacquisto di azioni proprie, rinnovato l’ultima volta dall’Assemblea degli Azionisti del 27 aprile 2023 per un periodo di ulteriori 18 mesi, per un importo massimo complessivo di 240 milioni di euro. Tale piano è finalizzato a finanziare le opportunità d’integrazione di società di piccole dimensioni e a normalizzare eventuali fluttuazioni anomale delle quotazioni rispetto a quelle delle principali società comparabili italiane. Al 31 dicembre 2023, Hera deteneva in portafoglio 45,8 milioni di azioni.
È continuata nel 2023 l’intensa attività di dialogo con gli attori del mercato finanziario. Dopo la presentazione del piano industriale 2022-2026, il management del Gruppo ha preso parte a un road show per incontrare gli investitori delle principali piazze finanziarie e aggiornarli sull’andamento delle attività e sulle prospettive future. Successivamente al rinnovo delle cariche sociali, il nuovo management si è reso fin da subito disponibile a incontrare analisti e investitori e ha partecipato a importanti conference organizzate da broker italiani e internazionali. L’intensità dell’impegno che il Gruppo profonde nel dialogo con gli investitori contribuisce al rafforzamento della sua reputation sui mercati e costituisce un intangible asset a vantaggio del titolo e degli stakeholder di Hera.
Per quanto riguarda le informazioni richieste dall’art. 2428, 3° comma n. 3 e n. 4 del Codice Civile, il numero e il valore nominale delle azioni costituenti il capitale sociale di Hera Spa, il numero e il valore nominale delle azioni proprie in portafoglio al 31 dicembre 2023, nonché per la variazione delle stesse intervenuta nell’esercizio 2023, si rinvia alla nota 25 del paragrafo 3.02.04 e al prospetto delle variazioni del patrimonio netto del paragrafo 3.01.05 del bilancio separato della Capogruppo.
Hera rivolge costante impegno a interpretare i segnali dei contesti in cui opera. Tale impegno è finalizzato a catturare una visione d’insieme del proprio futuro e di quello dei propri stakeholder. Al fine di anticiparne gli sviluppi, di seguito sono rappresentati i principali driver dei fenomeni di cambiamento e la loro inestricabile correlazione. In particolare, sono identificati i macrotrend dei contesti di riferimento, in modo da poter conseguentemente declinare le principali politiche di gestione del Gruppo, ovvero la strategia industriale coerente al purpose aziendale.
Macroeconomico e finanziario
Nel 2023 l’economia mondiale ha proseguito il trend di rallentamento già rilevato l’anno precedente, che ha seguito la fase di crescita registrata nel 2021 al termine della crisi pandemica. Il World Economic Outlook Report (Weo report) di gennaio 2024 del Fondo Monetario Internazionale (FMI) evidenzia una crescita del Prodotto interno lordo (Pil) globale 2023 pari al 3,1%, in diminuzione rispetto al +3,4% del 2022 e distante dal +6,2% del 2021.
La causa primaria di questa decelerazione è imputabile alle politiche monetarie restrittive adottate dalle principali banche centrali, tra cui la Federal Reserve (Fed) e la Banca centrale europea (Bce), volte a contenere le spinte inflazionistiche indotte dal complesso quadro geopolitico attuale – segnato dai conflitti in Ucraina e, più recentemente, in Medio Oriente – e contraddistinto da fasi di rallentamento del commercio internazionale e dalla limitata disponibilità di materie prime. A questo proposito si segnala che i continui rialzi dei tassi di interesse deliberati da Fed e Bce negli ultimi due anni, che hanno portato a un costo del denaro rispettivamente del 5,5% e 4,5% (in confronto a quelli inferiori allo 0,5% di inizio 2022), hanno determinato una diminuzione dell’inflazione globale, che nel 2023 si è attestata al 6,9% (media annuale), rispetto all’8,7% del 2022.
L’area euro, la più colpita dagli effetti della guerra in Ucraina a causa della vicinanza alla zona del conflitto e della dipendenza dalle forniture di gas provenienti dalla Russia, mostra un importante rallentamento della crescita del Pil (0,5% nel 2023 rispetto al 3,4% del 2022). Nell'ultimo esercizio, in particolare, si sono consolidati gli interventi di stretta monetaria della Bce, che hanno contribuito a ridurre l'inflazione media europea al 5,4%, rispetto all’8,4% del 2022.
Le più recenti previsioni della Commissione europea per il prossimo biennio prefigurano una ripresa economica di modesta entità, per via degli impatti delle tensioni geopolitiche e dell’inasprimento delle condizioni di finanziamento sulla domanda interna e sull’indice di fiducia di famiglie e imprese. Per il 2024 ci si attende che il Pil mondiale cresca del 3,1%, con un lieve rialzo al 3,2% nel 2025; più contenuto lo sviluppo stimato nell’area euro, attestandosi allo 0,8% e al 1,5% rispettivamente nel 2024 e nel 2025. Nel Weo report non vengono ipotizzati ulteriori rialzi dei tassi di interesse, che resteranno sugli attuali livelli restrittivi fino a metà del 2024 per poi eventualmente diminuire gradualmente. L’inflazione mondiale dovrebbe continuare a ridursi per stabilirsi al 5,8% nel 2024 e al 4,4% nel 2025; parimenti, per quella dell’eurozona, si attende una diminuzione al 2,3% nel 2024 e al 2% nel 2025.
Anche a livello nazionale, le analisi della Banca d’Italia restituiscono un quadro economico influenzato dalla debolezza degli scambi internazionali e dalla maggiore rigidità delle condizioni di offerta del credito, seppur parzialmente sostenuto dall’attuazione degli investimenti previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Nel 2023 la crescita del Pil italiano è risultata pari allo 0,9%, mentre l’inflazione media annua è diminuita al 5,7%, rispetto all’8,1% del 2022, consentendo un graduale recupero del potere d’acquisto delle famiglie.
Le stime Istat più recenti indicano che la domanda nazionale interna è stata trainata principalmente dai consumi privati (+1,4% nel 2023 rispetto al 2022) sostenuti dalla decelerazione dell’inflazione, da un graduale (anche se parziale) recupero delle retribuzioni e dalla crescita dell’occupazione. Il tasso di occupazione in Italia, infatti, si è attestato al 61,8% a novembre 2023 (+2,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), con un tasso di disoccupazione sceso al 7,6%, il livello più basso registrato negli ultimi 20 anni. Questi fattori hanno contribuito a un significativo rafforzamento dell'indice di fiducia dei consumatori italiani nell’ultimo anno, in seguito alla marcata discesa rilevata nei primi tre trimestri del 2022.
Le ultime previsioni della Commissione europea prospettano per il 2024 un ritmo di crescita dell’economia italiana analogo a quello dell’anno precedente, mentre per il 2025 si stima un rialzo al 1,2%. Le aspettative sull’inflazione italiana sono di graduale discesa, dal 1,9% nel 2024 fino al 1,7% nel biennio successivo, per effetto delle politiche monetarie restrittive della Bce, del rallentamento dei prezzi all’importazione e della discesa dei prezzi dei beni energetici.
Nel 2023 i mercati azionari e obbligazionari hanno recuperato gran parte delle perdite accumulate nel 2022. Nonostante le tensioni del sistema bancario avvenute nel mese di marzo, la maggior parte dei mercati hanno registrato un forte rimbalzo rispetto ai minimi dell’anno precedente, con alcuni settori (tecnologico e dei servizi di comunicazione in primis) che hanno guidato questa ripresa. Si sono attenuati i timori di recessione, portando a una normalizzazione del posizionamento degli investitori e a una minore volatilità dei prezzi. La maggiore consapevolezza degli investitori, acquisita dopo gli eventi straordinari degli ultimi anni, ha rappresentato un elemento positivo per i mercati, che sono stati più pronti a gestire i rischi in anticipo non facendosi cogliere di sorpresa. Quest’anno i principali fattori che hanno condizionato i mercati finanziari sono stati soprattutto le prospettive di politica monetaria delle principali banche centrali e le stime dei loro potenziali effetti sulla crescita economica e sull’andamento dell’inflazione. Gran parte del rialzo delle quotazioni avvenuto nell’ultima parte dell’anno, infatti, è stato generato dalla crescente convinzione degli operatori che le banche centrali fossero ormai prossime a contenere la dinamica inflattiva che ha caratterizzato l’economia mondiale dal 2021. I dati positivi relativi all’inflazione, come precedentemente esposto, hanno portato a una previsione di una futura riduzione dei tassi di interesse in entrambe le macroaree (eurozona e Stati Uniti), che oltre a spingere al rialzo le borse, ha determinato un forte restringimento degli spread corporate e dei rendimenti obbligazionari.
In eurozona, la Bce ha continuato la sua politica monetaria restrittiva, iniziata in luglio dello scorso anno, con ulteriori incrementi dei tassi di interesse fino a settembre, portando così il livello di riferimento del tasso di rifinanziamento al 4,50%. Tuttavia, il trend di crescita è stato interrotto a partire dal mese di ottobre 2023, quando la Bce ha deciso di arrestare il percorso di incremento dei tassi di interesse. Questa decisione è stata reiterata nei mesi successivi, confermando le attese del mercato e degli analisti. Analoga decisione è stata presa in anticipo dalla Fed in giugno, dopo dieci rialzi consecutivi, e dalla Banca centrale inglese in agosto. Nonostante l’aspettativa prevalente sia quella di un taglio dei tassi nel 2024, le banche centrali ritengono ancora prematuro procedere in questa direzione fino a quando non si avrà evidenza che la riduzione dell’inflazione rimanga una tendenza costante. Infatti, è stato dichiarato che si continuerà a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare i livelli adeguati di una politica monetaria restrittiva. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse si baseranno sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari, della dinamica dell'inflazione di fondo e della forza di trasmissione della politica monetaria stessa. Per quanto riguarda le altre misure di politica monetaria attuate per stabilizzare il sistema, la Bce ha ridotto progressivamente i volumi di riacquisti dei titoli nell’ambito dei programmi Asset purchase programme e Pandemic emergency purchase programme, e ha confermato, nel corso delle sue ultime riunioni, l’intenzione di interrompere definitivamente i reinvestimenti dei titoli al termine del 2024. Poiché il 95% dei riacquisti riguarda i titoli pubblici, si ritiene che il termine del programma non impatterà sugli spread dei titoli corporate.
La curva dei tassi di interesse dell’area euro, in chiusura di anno, presenta livelli più elevati sul tratto a breve termine con un picco al 3,9% e un andamento lineare sui tassi swap di medio-lungo termine intorno al 2,5%. La curva mostra, rispetto all’anno precedente, un andamento inconsueto e invertito, con il tratto delle scadenze di breve termine (uno-sei mesi) in crescita di circa 164 punti base medi rispetto a dicembre 2022, mentre il tratto delle scadenze di medio-lungo termine (due-dodici anni) evidenzia una riduzione di circa 75 punti base medi rispetto all’anno precedente.
In dicembre, lo scenario forward a un anno presenta un’aspettativa di tassi in riduzione di circa 150 punti base sui tassi Euribor e di circa 30 punti base sui tassi swap con livelli crescenti per scadenza dal 2,1% (due-quattro anni) al 2,4% (nove-dodici anni).
Nonostante l’interruzione degli acquisti sul mercato secondario dei corporate bond da parte della Bce che ha determinato un incremento generale degli spread applicati alle imprese, lo spread Hera non ha subito questo impatto, al contrario si è ridotto rispetto all’anno precedente di 24 punti base, grazie sia al recupero del settore utility sia alla confermata solidità del Gruppo e del relativo merito creditizio.
Lo spread sui titoli di stato italiani si è ridotto rispetto all’anno precedente di circa 46 punti base, portandosi a un livello di circa 160 punti base a fine anno. Nel corso dell’anno ha registrato comunque degli incrementi intorno ai 190 punti base, ma non ha raggiunto il picco dello scorso anno di oltre 200 punti base, grazie al miglioramento della view su rischio default e alla conferma del rating sovrano, avvenuta in ottobre, da parte di Moody’s.
Il differenziale dello spread Hera rispetto allo spread sovrano in dicembre si riduce di 22 bps rispetto all’anno precedente passando da 82 bps a 60 bps, con il rendimento dei titoli di stato decennali italiani pari a circa il 3,7% e quello del decennale tedesco pari a circa il 2%.
Business e regolazione
A livello europeo il 2023 è stato contrassegnato da una consistente riduzione dei consumi di gas, riconducibile a una pluralità di fattori, tra cui le temperature superiori alla media nei mesi invernali, l’aumento della produzione di energia elettrica rinnovabile, nonché una maggiore sensibilità dei consumatori al contenimento dei consumi a seguito delle tensioni sul mercato di approvvigionamento correlate al conflitto russo-ucraino. Il nostro Paese nell’ultimo anno ha registrato una diminuzione del consumo di gas dell’8%, stabilizzandosi a 63 miliardi di metri cubi (stima preliminare del Gestore mercati energetici). Da segnalare, in particolare, una diminuzione delle importazioni del gas dalla Russia del 55,6% rispetto all’anno precedente, conseguente agli interventi di diversificazione delle forniture gas, volte all’affrancamento della UE dalla dipendenza dal gas russo.
Sul fronte dell’energia elettrica, i dati elaborati dalla società di trasmissione nazionale (Terna) registrano per l’anno 2023 un calo dei consumi del 2,8%, per un consumo nazionale di 306 TWh. Parallelamente, emerge una produzione nazionale di energia rinnovabile in significativa crescita (+15,4% rispetto all'anno precedente), coprendo il 36,8% del totale dei consumi energetici (rispetto al 31% del 2022), grazie al contributo positivo di tutte le fonti.
Per il settore ambiente, le ultime elaborazioni dell’ Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra, Rapporto Rifiuti Urbani 2023) riportano una produzione nazionale di rifiuti urbani in Italia nel 2022 di 29,1 milioni di tonnellate, evidenziando una diminuzione di 544 mila tonnellate rispetto al 2021 (-1,8%), per un valore medio pro capite di 494 kg di rifiuti prodotti. Il dato sulla raccolta differenziata è migliorato, salendo al 65,2%, con un aumento di 1,2 punti percentuali rispetto al 2021.
Per quanto concerne il business idrico, il settore sta affrontando numerose e crescenti sfide che riguardano la quantità e la qualità della risorsa, nonché l’ammodernamento e l’efficientamento delle infrastrutture. L’aggravarsi degli effetti del cambiamento climatico, tra cui il fenomeno sempre più rilevante della siccità, evidenzia la necessità di un forte impegno per gli investimenti destinati al settore.
Nel settore energy si è registrato un aumento ulteriore della pressione competitiva derivante dal progressivo superamento del regime di tutela. Nel 2022 il tasso di switching (cambio fornitore) dei clienti domestici è aumentato del 2,2% rispetto all’anno precedente (Rapporto Annuale Arera 2023). In continuità con gli anni passati, il mercato italiano dell'energia elettrica e del gas ha confermato una diffusa attitudine al cambio fornitore da parte dei consumatori domestici, che si mostrano pronti a cogliere l’opportunità di ricercare opzioni più vantaggiose in termini di tariffe e servizi.
Negli ultimi esercizi il confronto competitivo non si è limitato alla componente commodity, ma si è esteso ai servizi a valore aggiunto (Vas), al cui sviluppo gli operatori affidano l’obiettivo di costruire portafogli di offerte commerciali in linea con le esigenze dei clienti, sempre più orientati a soluzioni sostenibili e attente al risparmio energetico.
Nel settore del trattamento e recupero dei rifiuti si conferma l’orientamento dei principali operatori verso l’acquisizione sul mercato di realtà specializzate dotate di impiantistica e competenze. Si registra altresì un trend di crescente attenzione da parte delle aziende, anche di medie dimensioni, verso la sostenibilità e il miglioramento delle performance ambientali.
Per quanto riguarda i business regolati, la competizione si sostanzia nelle procedure di assegnazione delle concessioni dei servizi e nella loro successiva gestione.
Venendo agli aspetti normativi-regolatori, tra gli interventi di maggior rilievo per il Gruppo, nell’anno 2023, si segnalano:
Nel corso del 2023 il legislatore nazionale è intervenuto a più riprese per definire le modalità di superamento del servizio di maggior tutela elettrica; il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) ha infatti approvato la disciplina dei criteri e delle modalità per l'ingresso consapevole dei clienti domestici nel mercato libero dell'energia elettrica (D.M. del 18 maggio 2023, n. 169). Il Decreto ha stabilito che i clienti domestici non vulnerabili sarebbero stati assegnati al servizio a tutele graduali attraverso un sistema di aste, ha fissato una soglia massima di aree territoriali aggiudicabili da ciascun operatore in misura del 30% e previsto che i clienti domestici, che al termine del servizio a tutele graduali non avranno scelto autonomamente un venditore sul mercato libero, saranno riforniti dal venditore del servizio uscente, all’offerta di mercato più conveniente.
Sulla scorta della disciplina definita dal predetto Decreto, Arera, con la delibera 362/2023/R/eel ha fornito le indicazioni applicative per il passaggio al servizio a tutele graduali (STG) dei clienti domestici non vulnerabili che, al momento della rimozione del servizio di maggior tutela, non avevano ancora scelto un venditore sul libero mercato. Il servizio a tutele graduali (STG) garantisce la continuità della fornitura ai clienti e avrà una durata limitata a tre anni (dal 1° luglio 2024 al 31 marzo 2027). Il prezzo applicato ai clienti finali STG sarà unico in tutto il Paese, con un sistema di perequazione per i venditori, e verranno applicate condizioni contrattuali simili a quelle delle offerte Placet. Nel mese di gennaio 2024, si sono quindi tenute le aste con un sistema a turno unico, a busta chiusa, simultaneo per tutte le aree, per selezionare gli operatori chiamati a fornire l’STG ai clienti non vulnerabili.
Il superamento della tutela gas, decorso anch’esso dal 10 gennaio 2024, è stato invece disciplinato al Decreto Aiuti bis (D.L. 9 agosto 2022, n. 115) che non ha previsto l’assegnazione dei clienti tramite gare, ma attraverso la modulazione di opportune previsioni commerciali da parte dei venditori che servivano i clienti durante il regime di tutela. Arera ha attuato le disposizioni di cui al suddetto Decreto con la deliberazione 100/2023/R/com; in particolare, la delibera ha esposto sia le modalità per la rimozione del servizio di tutela gas che i criteri identificativi dei clienti vulnerabili. Sono state introdotte, inoltre, disposizioni in merito agli obblighi informativi dei venditori verso i clienti finali concernenti la rimozione del servizio e sui diritti dei clienti vulnerabili. Sono stati, infine, previsti interventi sul Codice di condotta commerciale gas e sul Portale Offerte, conseguenti alla rimozione della tutela di prezzo.
Altre misure in materia di procedure competitive sono state introdotte dal Decreto Energia bis (Legge n. 11/2024 di conversione del D.L. n. 181/2023) che ha disposto le modalità di assegnazione del servizio di fornitura di energia elettrica ai clienti vulnerabili: gli operatori verranno individuati tramite procedure di gara e l’approvvigionamento dell’energia elettrica all’ingrosso sarà affidato ad Acquirente Unico. Inoltre, il medesimo Decreto, sempre con riferimento al settore elettrico, ha disposto che, dal 1° gennaio 2025 a tutti i clienti elettrici non verranno più applicati prezzi indicizzati al Prezzo unico nazionale (Pun), ma verranno applicati prezzi zonali definiti in base agli andamenti del mercato all'ingrosso dell'energia elettrica, i relativi criteri attuativi sono stati rimandati al Mase e ad Arera. Infine, si segnala che nell’ambito della definizione delle regole per il rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale, il Decreto è intervenuto prevedendo una sorta di penale per gli operatori che non conseguiranno la quota di risparmio energetico che si sono impegnati a conseguire in sede di gara per l’aggiudicazione del servizio di distribuzione di gas naturale.
Provvedimenti governativi e del Regolatore nazionale si sono susseguiti, nel corso del 2023, anche per far fronte agli eventi alluvionali verificatesi nella zona dell’Emilia-Romagna e in altre aree limitrofe. Arera, in prima battuta, con la delibera 216/2023/R/com ha disposto, a decorrere dal 1° maggio 2023, la sospensione dei termini di pagamento delle fatture emesse o da emettere e la disapplicazione della disciplina delle sospensioni per morosità con riferimento alle forniture di energia elettrica, gas, servizio idrico e ciclo integrato dei rifiuti urbani. Successivamente, il Governo, con il c.d. D.L. Alluvione (D.L. n. 61 del 1° giugno 2023), ha identificato il perimetro territoriale cui riferire le sospensioni dei termini di pagamento previste da Arera, dando mandato alla stessa di disciplinare le tempistiche del termine della sospensione dei pagamenti delle fatture, prevista per un periodo non superiore a sei mesi. Arera è quindi intervenuta con ulteriori disposizioni, che hanno identificato in quattro mesi il periodo di vigenza della sospensione dei termini di pagamento delle bollette o avvisi di pagamento precedentemente determinata dal Regolatore, chiarendo la possibilità di un’estensione di tale periodo fino a un massimo di sei mesi. Infine, al termine del 2023, con la delibera 565/2023/R/com, Arera ha individuato, in maniera più organica, le agevolazioni tariffarie a favore delle popolazioni maggiormente colpite dagli eventi alluvionali; tali misure sono state successivamente confermate dalla delibera 10/2024/R/com che le ha integrate apportando alcune modifiche anche al fine di ridurre gli oneri complessivi posti a carico degli esercenti e gestori.
Tra gli interventi normativi di rilievo, si segnala infine la legge di conversione del c.d. D.L. Bollette (Legge n. 56/2023 di conversione del D.L. n. 34/2023) le cui disposizioni hanno ampliato la base clienti che può beneficiare del bonus sociale elettrico e gas e hanno confermato la riduzione degli oneri generali nel settore del gas per il secondo trimestre dell’anno 2023, e il credito d'imposta alle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale. Il D.L. Bollette ha inoltre prorogato, per l’anno 2023, l’applicazione delle aliquote agevolate Iva sui consumi di gas metano a usi civili e industriali. Si segnala, però, che la Legge di Bilancio 2024 (Legge n. 213/2023) non ha previsto il rinnovo di tali agevolazioni, prevedendo di riportare, dal 1° gennaio 2024, le aliquote Iva ai loro livelli ordinari.
Passando alla disamina dei provvedimenti più rilevanti per i settori infrastrutturali energetici, si evidenzia che, a valle di un lungo percorso di consultazione avviato nel 2021, a inizio 2023 Arera ha approvato, con la delibera 163/2023/R/com, il Testo Integrato dei criteri e dei principi generali della regolazione per obiettivi di spesa e di servizio (Ross) per il periodo 2024-2031 (Tiross 2024-2031), attualmente costituito dalle disposizioni generali (Parte I) e dalle linee generali del metodo Ross nell’accezione base (Parte II). Il completamento del Tiross avverrà con definizione della Parte III, dedicata al Ross integrale. Obiettivo della nuova regolazione è indirizzare in maniera efficiente le risorse, eliminando le distorsioni degli attuali strumenti regolatori nelle scelte di investimento delle imprese. Il percorso verso il nuovo metodo inizierà con una versione semplificata, chiamata Ross-base, che sarà applicata dal 2024 agli operatori della distribuzione elettrica e dal 2026 alle imprese della distribuzione gas. Riguardo ai criteri di determinazione del costo riconosciuto secondo l’approccio Ross-base, Arera ha stabilito che la spesa effettiva (totale) dei distributori sarà confrontata annualmente con una spesa di riferimento definita dal Regolatore (c.d. baseline); inoltre, ciascun distributore potrà scegliere come condividere con gli utenti le eventuali efficienze/inefficienze conseguite, scegliendo tra le due opzioni del menu degli incentivi introdotto da Arera (basso potenziale di incentivo e alto potenziale di incentivo). Arera ha anche definito la velocità di rilascio tariffario introducendo un tasso di capitalizzazione regolatorio che permette di suddividere la spesa ammissibile in due porzioni: lo slow money, che rappresenta i costi di capitale, e il fast money che rappresenta i costi operativi. Si segnala, infine, che il trattamento tariffario dello stock di capitale esistente alla data di passaggio alla nuova metodologia sarà attuato in continuità di criteri.
I criteri applicativi del Ross-base specifici per il servizio di distribuzione dell’energia elettrica sono stati approvati con la delibera 497/2023/R/com con la quale Arera ha stabilito che il nuovo metodo Ross-base sarà applicato a tutti i distributori elettrici che servono almeno 25 mila PoD e comprenderà tutte le tipologie di costi degli operatori, con l’esclusione dei soli costi di capitale afferenti ai sistemi di smart metering 2G. La novità più importante introdotta dalla delibera riguarda la quantificazione della baseline dei costi operativi, che sarà differenziata per ciascuna impresa sulla base del livello dei propri costi effettivi come risultante dai Conti annuali separati (Cas) dell’anno test 2022. Inoltre, è stato stabilito che il recupero di efficienza totale sarà totalmente allocato alla gestione operativa, pertanto, la spesa ammissibile ai riconoscimenti tariffari sarà data dalla somma della spesa effettiva totale e degli incentivi all’efficienza allocati alla gestione operativa. Si segnala, infine, che Arera terrà conto dell’aggiornamento inflativo effettivamente allineato al perimetro dei costi di capitale e operativi rientranti nell’anno tariffario e il tasso di capitalizzazione regolatorio sarà differenziato per impresa sulla base del trend storico.
Sempre con riferimento alla regolazione dell’energia elettrica, rileva il provvedimento 617/2023/R/eel che disciplina la regolazione della qualità tecnica (TIQD) e commerciale (TIQC) del servizio di distribuzione e misura dell'energia elettrica per il periodo 2024-2027. In particolare, con il TIQD Arera ha introdotto una logica complementare rispetto al metodo tariffario Ross, superando l’approccio finora vigente per la regolazione output-based basato su standard nazionali di qualità del servizio e introducendo degli obiettivi personalizzati, basati sulla performance storica di ciascun distributore, con l’intenzione di intercettare le specificità territoriali in cui le imprese operano. Per quanto concerne il nuovo testo integrato della qualità commerciale (TIQC), per contro, non si rileva nessuna modifica nel perimetro delle prestazioni soggette a standard, ma solo l’incremento, nella misura del 15%, del valore degli indennizzi automatici da erogare all’utenza nei casi di mancato rispetto dei tempi massimi di esecuzione degli interventi.
Nel corso del 2023 il Tar Milano ha proceduto a pubblicare alcune sentenze in merito ai ricorsi amministrativi effettuati da vari operatori contro la delibera 570/2019/R/gas, relativa all’aggiornamento del quinto periodo regolatorio tariffario (2020-2025) della distribuzione gas. Tra i motivi dei ricorsi accolti dai giudici amministrativi, il principale verte sul riconoscimento dei costi operativi, su cui il Tar Milano ha rilevato il difetto di istruttoria da parte di Arera in fase di consultazione, oltre che l’illegittimità del metodo tariffario elaborato, che non coglierebbe le differenze nella struttura dei costi delle aziende e non consentirebbe di intercettare l’incidenza sugli stessi costi derivante da shock ambientali o dai prezziari regionali dei fattori produttivi. Il tenore delle sentenze pubblicate non è direttamente interpretabile nei suoi effetti, anche perché Arera ha stabilito di appellarle al Consiglio di Stato (CdS). La sentenza relativa all’impugnativa effettuata dalla società del Gruppo Inrete Distribuzione Energia non è ancora stata pubblicata.
In esecuzione a tali sentenze, Arera ha appellato in Consiglio di Stato che si è espresso respingendo il ricorso in appello dell’Autorità confermando l’inadeguatezza del metodo tariffario relativamente ai costi operativi riconosciuti. Il CdS si è inoltre limitato genericamente a ordinare che le sentenze siano eseguite secondo i presupposti motivazionali indicati, per quanto è noto che gli effetti saranno necessariamente erga omnes (almeno per il cluster dei grandi operatori).
Con riferimento a entrambi i settori elettrico e gas, si segnala che Arera al termine del 2023, con la delibera 556/2023/R/com, ha aggiornato in aumento i tassi di remunerazione del capitale investito per i servizi infrastrutturali dei settori elettrico e gas per l’anno 2024: il Wacc della distribuzione elettrica passerà dall’attuale 5,2% al 6,0%, il Wacc della distribuzione gas passerà dall’attuale 5,6% al 6,5%. L’aumento è principalmente dovuto al rialzo dei tassi di rendimento degli Stable Countries e dello spread registrato nel corso del 2023.
Con riferimento alla regolazione del servizio di teleriscaldamento, si segnala che Arera, dopo un lungo processo di consultazione, ha approvato, a fine 2023, il Metodo tariffario del teleriscaldamento per il periodo transitorio 1° gennaio – 31 dicembre 2024 – (Mtl-T), con la delibera 638/2023/R/tlr. Questo provvedimento ha introdotto per il periodo transitorio (individuato nell’anno solare 2024) una regolazione tariffaria sulla base del metodo del costo evitato, introducendo tuttavia alcune significative integrazioni rispetto a quanto attualmente in uso tra gli operatori. In particolare, Arera ha previsto per i gestori il rispetto di un vincolo ai ricavi che lascia comunque agli esercenti la possibilità di definire il perimetro di applicazione delle tariffe. Il vincolo ai ricavi si determina come sommatoria complessiva dei valori di costo evitato unitario (euro/MWh) per le quantità di calore erogate (MWh) con riferimento alle diverse reti, a ciascun mese dell’anno e a ciascuna categoria di utenza. Nel provvedimento Arera ha accolto la richiesta di inclusione della clausola di salvaguardia, formulandola in modo da limitare al 10% la contrazione di ricavi conseguente alla nuova metodologia tariffaria, per il complesso dei sistemi gestiti. L’esercente ha quindi la facoltà di applicare, in luogo del vincolo ai ricavi calcolato per via ordinaria, un vincolo annuale di salvaguardia determinato pari al 90% dei ricavi calcolati applicando le condizioni tariffarie previgenti la regolazione dell’Autorità alle variabili di scala dell’anno 2024. Nella costruzione dei ricavi dovrà essere applicato il cap alle quote di produzione non a gas naturale nel valore di 36 euro/MWh; tale disposizione sostanzialmente prevede che si tenga conto del mix di combustibili di ciascun sistema di teleriscaldamento, così da assicurare una maggior coerenza tra costi e ricavi nelle reti caratterizzate da un minor utilizzo del gas naturale per la produzione di energia termica.
Per quanto attiene la regolazione del servizio idrico integrato, i provvedimenti relativi all’anno 2023 di maggiore impatto per il Gruppo riguardano il metodo tariffario del quarto periodo regolatorio (delibera 639/2023/R/idr) che ha confermato la struttura generale esistente, prevedendo però un’estensione del periodo da quattro a sei anni (pur con cadenza di aggiornamento ancora biennale). La delibera include, tra gli altri elementi, la valorizzazione delle grandezze economicamente più impattanti quali i tassi sul capitale investito e l’inflazione. In particolare, il tasso a copertura degli oneri finanziari e fiscali sul capitale investito è stato fissato, per il biennio 2024-25 pari al 6,13%, in forte rialzo rispetto al valore di 4,80% riconosciuto fino al 2023; tale incremento, in analogia con quanto intercettato nei settori energetici, è stato determinato dall’aumento del tasso free-risk e del water risk premium registrati nel corso del 2023, cui si aggiunge un aumento del tasso a copertura del costo del debito, che dal valore attuale di 2,4% passa a 3,0% (in termini reali). Si segnala inoltre che le classi cespitali oggetto di riconoscimento tariffario vengono arricchite di alcune categorie associate al nuovo indicatore della qualità tecnica con riferimento allo stoccaggio della risorsa e alla gestione delle acque meteoriche (resilienza idrica). Per i costi operativi endogeni è stata confermata la riproposizione del meccanismo di efficienza del precedente periodo, con un effetto incrementale, e basato sulla retrocessione di quote (differenziate in ragione del comportamento e delle evidenze di costo delle diverse gestioni) del margine riconosciuto, per tali costi, nell’anno 2020. Per quanto riguarda il riconoscimento dei costi dell’energia elettrica, a partire dai costi di competenza 2024 (e quindi a valere sul conguaglio del 2026), è stato introdotto il già prospettato benchmark basato su un mix “teorico” tra costi di approvvigionamento a prezzo variabile e a prezzo fisso (con rispettivi pesi, fissati per il 2024, pari a 70% e 30%), valorizzato a partire dai dati di costo consuntivo degli operatori per l’una e l’altra fattispecie. Tale benchmark, maggiorato con una franchigia del 15%, costituisce il nuovo cap per il riconoscimento del costo in caso di costo effettivo superiore al benchmark, mentre, se inferiore, verrà riconosciuto il medesimo costo effettivo oltre al 50% dell’efficienza conseguita rispetto al valore del benchmark stesso (sharing).
A fine 2023, è stata aggiornata anche la disciplina della qualità tecnica del servizio idrico integrato con la delibera 637/2023/R/idr. Tra le innovazioni si evidenziano in particolare l’introduzione del nuovo macro-indicatore M0 sulla resilienza del sistema idrico, volto a monitorare l’efficacia del sistema degli approvvigionamenti per il soddisfacimento della domanda idrica, numerose precisazioni legate alla costruzione dei già vigenti macro-indicatori, modifiche di calcolo su alcuni macro-indicatori e la valutazione cumulativa su base biennale degli obiettivi conseguiti (quest’ultima estesa anche alla qualità contrattuale).
Riguardo alla regolazione del servizio di gestione rifiuti urbani, i provvedimenti di maggior impatto per il Gruppo che Arera ha finalizzato nel corso del 2023 riguardano la pubblicazione dello schema tipo di contratto di servizio per la regolazione dei rapporti fra enti affidanti e gestori del servizio dei rifiuti urbani (delibera 385/2023/R/rif). Rispetto all’attuale configurazione dei contratti di servizio vigenti (che dovranno essere aggiornati non oltre 30 giorni dall’adozione delle determinazioni di aggiornamento tariffario biennale 2024-2025) si rileva una maggior certezza nei rapporti tra le parti, con particolare riguardo alle modifiche normative, regolatorie o di contesto, che si innesteranno nel corso dell’affidamento.
Con il documento di consultazione 514/2023/R/rif, l’Autorità ha inoltre illustrato gli orientamenti per la definizione di uno schema tipo di bando di gara per l'affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani. Lo schema tipo mira a garantire una maggiore uniformità degli atti che disciplinano le procedure a evidenza pubblica per l'affidamento del servizio. L'assetto organizzativo del settore è infatti caratterizzato da forti elementi di disomogeneità sul territorio nazionale, a partire dalla numerosità e dall'eterogeneità dei soggetti che lo gestiscono. Gli orientamenti contenuti nel testo della consultazione si focalizzano, in particolare, sugli elementi del bando in grado di riflettere le peculiarità tecniche, economiche e industriali del servizio di gestione integrata dei rifiuti, e sui criteri per la determinazione dell'importo a base di gara, per l'ammissione dei partecipanti e per la formulazione e la valutazione delle offerte tecniche ed economiche.
Inoltre, nel corso del 2023, Arera ha istituito alcuni importanti obblighi di monitoraggio e di trasparenza sull’efficienza della raccolta differenziata e sugli impianti di trattamento dei rifiuti urbani, esplicitati nella delibera 387/2023/R/rif. Tali obblighi di monitoraggio, i cui risultati saranno comunicati periodicamente ad Arera, si fondano su indicatori ripartiti nelle categorie di efficienza e qualità della raccolta differenziata, di efficienza nella gestione degli scarti, di continuità del servizio di trattamento e di qualità commerciale della filiera.
In materia tariffaria la delibera 389/2023/R/rif ha disciplinato le regole e procedure relative all’aggiornamento biennale (2024-2025) delle entrate tariffarie di riferimento e delle tariffe di accesso agli impianti minimi, prevedendo una serie di adeguamenti del metodo tariffario Mtr-2. Tra i più rilevanti si cita la riedizione del potere tariffario di Arera alla luce di quanto statuito dal CdS (sentenza n. 7196/23) che ritiene che la metodologia tariffaria appaia idonea a determinare distorsioni della concorrenza nel segmento del pretrattamento tra operatori integrati e impianti stand alone. Arera, per ottemperare alla sentenza, ha adeguato il metodo tariffario prevedendo, tra l’altro, lo scomputo degli oneri e dei ricavi attribuibili alle attività di pretrattamento degli imballaggi in plastica degli anni 2024-2025, con recupero dei costi e ricavi degli anni 2022-2023. La delibera, inoltre, ha rivisto i riferimenti inflativi per l’aggiornamento delle componenti a copertura dei costi operativi ponendoli pari al 4,5% nel 2023 e 8,8% nel 2024. Al fine di accogliere effettivamente tali dinamiche inflative, Arera ha ampliato il limite alla crescita e ha disposto la facoltà in capo all’ente territorialmente competente di valorizzare, nella misura massima del 7%, un coefficiente a copertura dei maggiori oneri degli anni 2022 e 2023, fermo restando un valore massimo del limite alla crescita pari a 9,6%. Arera ha disposto, infine, la possibilità di rimodulazione degli importi che eccedono il limite alla crescita, nelle annualità successive al periodo regolatorio 2022-2025.
Nel corso dell’anno 2023, si sono susseguiti importanti provvedimenti del Consiglio di Stato, la nuova sentenza (n. 10734/2023) ha confermato i principi esposti in quella precedente (n. 00486/2023), abrogando le delibere regionali dell’Emilia-Romagna e tutti gli atti a esse conseguenti attestanti la qualificazione dei Wte e delle discariche come “impianti minimi”. La sentenza fa seguito ad altra che aveva dichiarato illegittimi i provvedimenti con cui la Regione disponeva assegnazioni autoritative di flussi di Frazione organica di rifiuti solidi urbani (Forsu) in favore degli impianti minimi, in ragione della presenza di un mercato concorrenziale che non giustifica l’individuazione di impianti asserviti alla chiusura del ciclo dei rifiuti urbani sul territorio regionale. Segue inoltre, nei principi, anche la più recente sentenza 00486/2023 che aveva confermato quanto statuito dal Tar Lombardia in termini di annullamento della Delibera che aveva definito il metodo tariffario rifiuti (Mtr-2) per il secondo periodo regolatorio 2022-2025, relativamente alla parte in cui disciplina i criteri di definizione degli impianti di trattamento minimi. Il CdS ha confermato quanto statuito dal Tar, eccependo un vizio di incompetenza di Arera e delle regioni a individuare gli impianti di trattamento come minimi. Secondo il riparto di competenze previsto dalla Costituzione, solo lo Stato ha competenza esclusiva in materia di tutela dell'ambiente e di tutela della concorrenza. Pertanto, le regioni e Arera dovranno agire nell'ambito di regole che lo Stato dovrà definire. Con la sentenza n. 10734/2023, da una parte viene asserita in modo inequivocabile l’estensione degli effetti della precedente sentenza n. 00486/2023 (che era scaturita da una iniziativa di un operatore della Regione Puglia) alle determinazioni dell’Emilia-Romagna, dall’altra viene chiarito che il riverbero dell’annullamento si estende a tutti gli atti conseguenti all’atto regionale attestante la qualificazione dei Wte e delle discariche come impianti minimi.
Si riporta di seguito lo schema temporale dei principali periodi regolatori e correlati provvedimenti di riferimento di Arera per i settori di attività del Gruppo.
Periodi regolatori tariffari
* La Delibera 614/21 espone la metodologia di determinazione dei tassi di remunerazione del capitale energy e fissa i WACC per il solo anno 2022; tali valori sono stati confermati, dalla Delibera 654/22, anche per il 2023, mentre è la Delibera 556/23 che aggiorna i WACC per l'anno 2024.
Nella tabella seguente si riportano infine i principali riferimenti tariffari per ciascun settore regolato, sulla base del quadro normativo in vigore nell’anno 2023 e previsti fino alla fine degli attuali periodi regolatori.
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Distribuzione e misura gas naturale |
Distribuzione e misura energia elettrica |
Servizio idrico integrato |
Ciclo integrato rifiuti |
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Periodo regolatorio | 2023-2025 II sottoperiodo del V periodo regolatorio (delibera 737/22) |
2020-2023 II sottoperiodo del V periodo regolatorio 2024-2027 I sotto periodo del VI periodo regolatorio (delibera 616/23) (1) |
2022-2023 II sottoperiodo dell’Mti-3 (delibera 639/21) 2024-2029 Il sottoperiodo dell’Mti-4 (delibera 639/23) |
2022-2023 Il sottoperiodo dell’Mtr-2 (delibera 363/21) (2) 2024-2025 II sottoperiodo dell’Mtr-2 (delibera 389/23) |
Governance regolatoria | Singolo livello (Arera) | Singolo livello (Arera) | Doppio livello (ente di governo d’ambito, Arera) | Doppio livello (ente territorialmente competente, Arera) |
Capitale investito riconosciuto ai fini regolatori (Rab) | Costo storico rivalutato (distribuzione) Media ponderata tra costo effettivo e costo standard (misura) Riconoscimento parametrico (capitale centralizzato) |
Fino al 2023: Riconoscimento parametrico per asset fino al 2007 Costo storico rivalutato per asset dal 2008 (distribuzione) Dal 2022 Riconoscimento basato sul confronto tra i costi pianificati presentati ad Arera (istanza RARI) e la spesa effettiva (misura) Dal 2024: Introduzione del Ross che, lato costi di capitale della distribuzione, conferma la metodologia del costo storico rivalutato |
Costo storico rivalutato | Costo storico rivalutato |
Lag regolatorio riconoscimento investimenti | 1 anno | 1 anno | 2 anni | 2 anni |
Remunerazione del capitale investito (3)
(real, pre-tax) |
Anni 2022-2023 5,6% |
Anni 2022-2023 5,2% |
Anni 2022-2023 4,8% +1% per investimenti dal 2012, a copertura del lag regolatorio |
Anni 2022-2023 (4)
5,6% Raccolta (conguagliato in sede di predisposizioni tariffarie per gli anni 2024-2025, fino ad allora 6,3%) 6,0% Trattamento +1% per investimenti dal 2018, a copertura del lag regolatorio |
Anno 2024 6,5% |
Anno 2024 6,0% |
Anni 2024-2025 6,1% +1% per investimenti dal 2012, a copertura del lag regolatorio |
Anni 2024-2025 (4)
6,3% Raccolta 6,6% Trattamento +1% per investimenti dal 2018, a copertura del lag regolatorio |
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Costi operativi riconosciuti | Valori medi costi effettivi per raggruppamenti di imprese (dimensione/densità), su base 2011 (per ricavi fino al 2019) e 2018 (per ricavi dal 2020) (5) Sharing delle efficienze conseguite rispetto ai costi riconosciuti Aggiornamento con price-cap |
Fino al 2023: Valori medi costi effettivi di settore su base 2014 (per ricavi fino al 2019) e (2018 per ricavi dal 2020) Sharing delle efficienze conseguite rispetto ai costi riconosciuti Aggiornamento con price-cap Dal 2024 Costo effettivo del gestore + incentivo all’efficienza sui costi operativi calcolato sulla base di un menu regolatorio che prevede uno sharing, con la clientela, del delta tra il costo medio effettivo del gestore su base 2022 (per ricavi fino al 2027), chiamato baseline, e il costo effettivo del gestore sostenuto nell’anno |
Costi efficientabili: valori effettivi del gestore 2011 inflazionati Costi aggiornabili: valori effettivi con lag 2 anni Oneri aggiuntivi per specifiche finalità (natura previsionale) |
Raccolta e trattamento Costi effettivi gestore con lag regolatorio di 2 anni Costi aggiuntivi per miglioramento qualità e modifiche perimetro gestione (natura previsionale) Oneri aggiuntivi per specifiche finalità (natura previsionale) |
Efficientamento annuale costi operativi | X-factor annuale Dal 2020: Distribuzione: 3,53% imprese grandi 4,79% imprese medie Misura: 0% Commercializzazione: 1,57% |
Fino al 2023: X-factor annuale Distribuzione: 1,3% Misura: 0,7% Dal 2024: Distribuzione + Misura: 0,5% in caso di scelta del menu ad alto potenziale 0% per il menu a basso potenziale |
Meccanismo di efficientamento basato su: Sharing efficienze 2016 del gestore Livello di sharing differenziato rispetto alla distanza tra costo effettivo e costo efficiente del gestore |
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Meccanismi incentivanti | Dal 2024 Z-factor: riconoscimento di extra costi legati alla transizione energetica Contributi pubblici: riconoscimento del 10% del valore in tre quote |
Sharing sui costi dell’energia elettrica in base ai risparmi energetici conseguiti Riconoscimento del 75% della marginalità da attività volte alla sostenibilità ambientale ed energetica |
Raccolta Sharing sui ricavi derivanti dalla vendita di materiale ed energia (range 0,3-0,6) e da corrispettivi Conai Trattamento Sharing non esplicitamente riconosciuto dal metodo sebbene riconducibile ai princìpi generali a sostegno dello sviluppo dell’economia circolare |
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Limite annuale alla crescita tariffaria | Su base asimmetrica e in funzione di:
Facoltà di istanza a garanzia dell’equilibrio economico finanziario |
Raccolta Su base asimmetrica e in funzione della presenza di:
Trattamento Limite alla crescita meno stringente non essendo previsto il fattore di efficientamento, è funzione di
Facoltà di istanza a garanzia dell’equilibrio economico finanziario |
(1) La delibera 616/23 definisce la regolazione tariffaria dei servizi di distribuzione e misura dell'energia elettrica per il periodo 2024-2027 recependo, per la determinazione del costo riconosciuto, i criteri applicativi della nuova regolazione ROSS (Regolazione per Obiettivi di Spesa e Servizio), disciplinati dalla delibera 497/23/R/com.
(2) La delibera 363/2021/R/rif ha aggiornato il precedente periodo regolatorio e ha introdotto la regolazione tariffaria per il trattamento laddove si tratti di impianti minimi, ossia essenziali alla chiusura del ciclo dei rifiuti urbani.
(3) Per i settori energetici e il settore rifiuti si fa riferimento alla metodologia Wacc, mentre per il servizio idrico integrato i valori si riferiscono al tasso di copertura degli oneri finanziari e fiscali.
(4) Per gli anni 2022-2023, il provvedimento di riferimento per il Wacc del settore dei rifiuti è la delibera 68/2022/R/rif; per gli anni 2024-2025, il provvedimento di riferimento per il Wacc è la delibera 7/2024/R/rif
(5) In merito alla rilevante contrazione del riconoscimento dei costi operativi operata dalla delibera 570/2019, nel mese di febbraio 2020, Inrete Distribuzione Energia Spa, principale distributore del Gruppo, alla stregua di altri operatori del settore, ha impugnato il provvedimento innanzi al Tar Lombardia-Milano.
Climatico e ambientale
Gli interventi normativi ed economici per la gestione del cambiamento climatico e la concretizzazione delle opportunità derivanti dalla presa in carico dei rischi a esso collegati sono priorità delle istituzioni internazionali e nazionali, nonché degli operatori economici di ogni settore. Le priorità del Gruppo per il perseguimento della sostenibilità ambientale sono rappresentate dai 17 obiettivi dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030 (SDGs), ma anche dalle indicazioni dell’accordo di Parigi per contenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2º C, nonché dalla strategia climatica di lungo periodo “A clean planet for all” (adottata dall'Unione europea) per conseguire, entro il 2050, la neutralità carbonica e contenere l’aumento delle temperature al di sotto di 1,5° C. Rappresentano ulteriori indirizzi rilevanti in tale direzione: il cambiamento auspicato dal Green Deal, il piano della Commissione europea per un’Europa più competitiva nella lotta ai cambiamenti climatici e sempre più capace di trasformare l’economia e la società indirizzandole su un percorso di sviluppo sostenibile e, nel solco di questo, il piano d’azione per l’economia circolare (Ceap). Le azioni messe in campo dalle istituzioni europee e nazionali sono coordinate e convergenti verso gli obiettivi di una transizione equa, sostenibile e inclusiva.
L’adozione del Green Deal e delle relative iniziative, volte ad affrontare i problemi climatici e ambientali per il raggiungimento della neutralità carbonica e la transizione verso un modello di crescita rigenerativo e circolare, ambisce a sollecitare una strategia industriale che implementi l’economia circolare in tutti i settori.
Il piano d’azione per l’economia circolare, presentato dalla Commissione nel 2020, ha consentito di delineare un quadro strategico che coniuga in senso circolare lo sviluppo economico dell’Unione europea e, così facendo, è orientato ad accelerare la transizione e rendere possibile il cambiamento traguardato dal Green Deal.
Il quadro delle iniziative incentivanti il riutilizzo e la riciclabilità dei prodotti, la riduzione dell’overpackaging e le regole per le bioplastiche è stato integrato dalla proposta di nuovi obblighi di prevenzione, riduzione e raccolta dei rifiuti tessili e alimentari. Inoltre, la promozione dell’economia circolare è incoraggiata anche dalle nuove policy di gestione delle acque, sia in termini di riuso delle acque reflue depurate per l'irrigazione in agricoltura, che in termini di requisiti minimi per l'utilizzo delle acque di recupero.
Le policy nazionali si stanno sviluppando in un contesto europeo dove le priorità sono definite e le risorse disponibili conseguentemente allocate. In questo senso, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che si avvale dei fondi europei resi disponibili dal dispositivo compreso all’interno del pacchetto NextGenerationEU integrati da un fondo complementare nazionale, orienta l’Italia nella fase esecutiva del Green Deal europeo e, dal momento che vi è un generale consenso sulla necessità di introdurre obiettivi climatici progressivamente più sfidanti, sono stati rafforzati gli strumenti a disposizione degli stati membri con lo scopo di:
Allo scopo di gestire la crisi energetica iniziata lo scorso esercizio, la Commissione europea ha introdotto a maggio 2022 una serie di misure avviabili nel breve periodo (REPowerEU), fra cui una piattaforma di acquisti comuni di gas, la promozione di strumenti di mercato rivolti a rendere il costo dell’energia elettrica più indipendente dalle dinamiche a breve termine dei mercati, la diversificazione dell’offerta e la riduzione della domanda di gas attraverso interventi di efficienza energetica ed elettrificazione dei consumi. Ad esse, nel 2023 si sono affiancate le proposte di Regolamento volte a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche, a ridurre la dipendenza dell'Unione europea dalle importazioni, rafforzando le filiere europee inclusa quella del riciclo e la capacità industriale europea nella produzione delle tecnologie a zero emissioni nette.
La spinta a decarbonizzare l’economia europea è stata invece affidata a misure di lungo periodo, in particolare al pacchetto Fit for 55 che prevede una serie di provvedimenti (alcuni dei quali già giunti positivamente al termine dell’iter di approvazione) volti a ridurre del 55% le emissioni climalteranti al 2030 puntando su un aumento delle energie rinnovabili nel mix produttivo. In termini di efficienza energetica, gli attuali obiettivi al 2030 rivisti al rialzo per traguardare l’ambizioso target di riduzione delle emissioni, saranno perseguiti tramite un ruolo guida dell’edilizia pubblica nel processo di efficientamento del parco immobiliare europeo. In termini di energie rinnovabili, il cui incremento della produzione è determinante per sostituire le fonti fossili e ridurre l’intensità carbonica, l’elettrificazione dei consumi richiederà ingenti investimenti lungo tutta la filiera e, per quanto riguarda la programmazione energetica territoriale, ci si attende che il recupero del calore di scarto dei processi industriali possa configurare un potenziale rilevante per i territori. Rappresenterà, inoltre, ulteriore priorità lo sviluppo dei gas rinnovabili, tra cui l’idrogeno, tramite la realizzazione di elettrolizzatori alimentati da fonti di energia rinnovabile.
Nei primi mesi del 2018 la Commissione Europea aveva pubblicato il piano d’azione per la finanza sostenibile che mirava a rispondere a tre obiettivi: riorientare i flussi di capitale verso investimenti sostenibili al fine di realizzare una crescita sostenibile e inclusiva, gestire i rischi finanziari derivanti dai cambiamenti climatici, l’esaurimento delle risorse, il degrado ambientale e le questioni sociali e promuovere la trasparenza e la visione a lungo termine delle attività economico-finanziarie.
La prima azione concreta si è sostanziata nella definizione, da parte dell’UE stessa, di una Tassonomia per gli investimenti sostenibili, finalizzata a indirizzare i fondi degli investitori verso iniziative sostenibili. Al fine di risultare allineate a tale Tassonomia, le attività economiche devono rispettare tre principi individuati dal Regolamento:
Dal 1° gennaio 2022, inoltre, le società sottoposte alla direttiva sulla rendicontazione non finanziaria devono indicare la quota delle proprie attività eligibili nella Tassonomia europea.
Per quanto concerne il contesto italiano, alle sei missioni strategiche del Pnrr che declinano i sei pilastri di intervento previsti dal Regolamento europeo per la ripresa e la resilienza e sono accompagnate da specifiche riforme settoriali, si è aggiunto un nuovo capitolo destinato agli obiettivi del REPowerEU le cui risorse verranno impiegate per fornire supporto al sistema produttivo nel realizzare la transizione ecologica. Per quanto riguarda la Missione 2 Rivoluzione verde e transizione ecologica, la più consistente in termini di dotazione di risorse di interesse per il Gruppo Hera, si sta entrando nella fase di realizzazione delle progettualità.
Per il ciclo idrico e il settore dei rifiuti, il Pnrr punta a modernizzare reti e impianti e a ridurre il divario infrastrutturale fra nord e sud del Paese assegnando un ruolo centrale al Piano nazionale del settore idrico (ai fini dell’erogazione dei finanziamenti pubblici) e al Programma nazionale per la gestione dei rifiuti.
Nel settore energia, il Pnrr si concentra sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, sull’ammodernamento delle reti elettriche (per aumentarne la digitalizzazione e la resilienza rispetto agli eventi climatici) e sulle soluzioni di risparmio energetico. Tra i principali interventi si annoverano, inoltre, lo sviluppo integrato della filiera dell’idrogeno, promuovendo contestualmente progetti lato produzione e lato consumo, e il principio dell’efficienza energetica come primo combustibile a emissioni zero.
Con la sottoscrizione dell’accordo di Parigi, gli Stati firmatari si sono impegnati a una strategia per la riduzione delle emissioni climalteranti al 2050. La strategia proseguirà verso un miglioramento delle conoscenze in materia di impatti climatici, un’intensificazione della pianificazione e della valutazione del rischio climatico, un’accelerazione delle azioni di adattamento e uno sviluppo della resilienza rispetto ai cambiamenti climatici a livello globale. Le persone, mostrandosi sempre più sensibili ai temi dell’ambiente e dell’inclusione sociale, sono promotrici della crescita della domanda di interventi in tema green & digital, in modo coerente con le raccomandazioni dell’Unione europea su ripresa economica e resilienza. Al fine di coinvolgere i diversi stakeholder e la società civile nell’adozione di comportamenti sostenibili, la Commissione europea ha dato corpo al Patto europeo per il clima. Tale iniziativa offre alle persone e alle organizzazioni opportunità per conoscere il problema del cambiamento climatico e trovare soluzioni, mettendo anche a disposizione uno spazio per l’interazione tra individui e per promuovere un movimento europeo per il clima. Le organizzazioni, a tal proposito, possono individuare i propri ambasciatori con una particolare attenzione alla parità di genere e, al fine di supportare l’avvio di azioni concrete, il Patto offre una piattaforma di condivisione di esperienze, possibilità di finanziamento e know-how.
L’ineluttabilità del cambiamento climatico, che ha indotto la Commissione europea ad anticipare gli obiettivi di riduzione delle emissioni già al 2030 con l’auspicio di pervenire a una piena decarbonizzazione al 2050, costringe anche gli enti locali a rivedere priorità e linee d’azione. La pandemia, inoltre, avendo reso urgente l’attuazione di azioni capaci di rendere più resilienti le città e i programmi locali, ha orientato le politiche territoriali sempre più verso iniziative di economia circolare, mobilità sostenibile, neutralità carbonica e digitalizzazione. Lo scenario è sempre più ambizioso e offre nuove opportunità al settore delle utility. Tutte le tipologie di clientela (domestica, industriale e pubblica amministrazione) saranno chiamate a introdurre miglioramenti tecnologici in grado di ridurre i loro fabbisogni energetici. La promozione e la vendita di prodotti e servizi per l'efficientamento dei consumi energetici e il supporto all'efficienza energetica degli edifici sono alcune delle iniziative incentivate.
Gli stakeholder, finanziari e non, essendo sempre più orientati alle tematiche di sostenibilità, indirizzano sempre più verso opportunità di green financing, in grado di raccogliere liquidità sul mercato dei capitali a tassi potenzialmente inferiori alle alternative.
Nella logica di condivisione del valore tra azienda e comunità, orientata alla ricerca di soluzioni a vantaggio di entrambe, l’engagement della comunità e delle singole persone assume un ruolo sempre maggiore. I principali megatrend sono quelli che si innestano sull’Agenda ONU al 2030, sui riferimenti teorici e sulle esperienze di successo di approcci basati sul valore condiviso e sulle nuove opportunità di business.
Le nuove linee di sviluppo continueranno a non poter prescindere da un pieno sfruttamento dei dati (intesi come un vero e proprio asset aziendale) e da una maggiore attenzione alla cybersicurezza, per proteggere l’impresa e i suoi dati. La velocità del cambiamento rende fondamentale definire piani di formazione che permettano alla popolazione aziendale di gestire al meglio il cambiamento (in primis quello digitale), anche nel quadro di una formazione che, benché parcellizzata, sappia darsi la necessaria continuità (autosviluppo).
Tecnologico e del capitale umano
L’evoluzione tecnologica digitale comporta una continua accelerazione di alcuni dei principali trend dell’Ict e, oltre a superare i paradigmi dei contesti economici e sociali con velocità crescente, altera interi segmenti di mercato e le modalità di relazione sociale. Il potenziamento di Intelligenza artificiale, (inclusa quella generativa), Robotic Process Automation, raccolta e gestione dei dati (Internet of Things, data governance e data analytics), nonché piattaforme in cloud favoriscono l’incremento di dati prodotti e la rapidità di disponibilità degli stessi, generando ulteriori opportunità per le aziende. Le utility sono attori capaci di promuovere la diffusione dell’innovazione grazie al loro contributo alla digitalizzazione e allo sviluppo tecnologico, ponendo attenzione anche alla sicurezza informatica. L’Internet of Things e l’interazione digitale delle persone (esemplificata dall’automazione delle relazioni più standardizzabili con i clienti mediante chatbot) favoriscono un flusso continuo e crescente di dati, che consente non soltanto analisi tempestive delle diverse situazioni (real time analytics), ma anche una definizione più puntuale delle decisioni e delle azioni da intraprendere, spesso con il supporto dell’Intelligenza artificiale che si sta dimostrando ogni giorno qualitativamente più efficace. In questa direzione, la Commissione UE, adottando la comunicazione Bussola digitale per il 2030: il modello europeo per il decennio digitale, ha confermato il percorso per uno sviluppo etico del digitale in Europa, con target chiari al 2030 a beneficio di cittadini e imprese.
Si segnala, inoltre, una crescente attenzione normativa legata all’Intelligenza artificiale, quale ad esempio l’AI Act dell’Unione europea, avente lo scopo di adottare fin da subito i regolamenti per fornitori e fruitori dell’AI per sfruttare il grande potenziale di questa tecnologia attraverso soluzioni con profili di rischio ampiamente all’interno del quadro normativo.
I benefici dello sviluppo digitale consapevole sono stati colti in Italia dalla Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, che presenta tra le sfide principali l’accelerazione del passaggio verso una società digitale, propedeutica al raggiungimento dei target europei sopracitati. Tale strategia intende innovare tutelando la sostenibilità economica, ambientale e sociale e garantendo pari opportunità di partecipazione. Cogliendo tale strategia, nel 2023 nelle grandi aziende italiane il 50% dei lavoratori ha adottato la pratica del remote working, ovvero lavorare da casa almeno un giorno a settimana. L’Italia si classifica, inoltre, come terzo Paese per la preparazione al 5G. Gli investimenti in telecomunicazioni, reti, software, automazione e altre infrastrutture tecnologiche, propedeutici al raggiungimento dei target europei, devono essere accompagnati dalla diffusione di una cultura e di una formazione che abilitino alle nuove tecnologie, a loro volta orientate verso l’economia sostenibile e circolare, oltre a essere incardinate a digitalizzazione e Intelligenza artificiale. Il Pnrr intende indirizzare, tramite il 22% dei fondi a disposizione, un’accelerazione digitale importante sul territorio nazionale, quale leva per dare un impulso decisivo alla competitività del Paese. In virtù del loro rapporto con la Pubblica amministrazione e con le Pmi, le utility ricoprirono un importante ruolo di supporto alla trasformazione digitale tramite, in particolare modo, servizi digitali per l’ottimizzazione della resa dei processi produttivi, ma anche attraverso i sensori installati per la raccolta e l’analisi dati, senza dimenticare i macchinari connessi per lo svolgimento automatico di mansioni e la manutenzione predittiva. Ne sono un esempio le diverse applicazioni nei business di riferimento, quali le soluzioni di energy management guidate dai dati, grazie agli impianti e dispositivi connessi e dotati di sensoristica intelligente all’interno degli edifici pubblici, oppure i sensori e i dispositivi intelligenti distribuiti sul territorio, coordinati e integrati da piattaforme digitali che ne rielaborano i big data generati per la pianificazione delle risorse e l’ottimizzazione dei servizi.
La diffusione capillare della tecnologia digitale investe tutti gli aspetti dell’operatività aziendale, estendendone i cambiamenti al punto da tradursi in ulteriori e nuovi servizi a valore aggiunto. L’aumento delle esigenze infrastrutturali, che continua a orientare la domanda di investimenti su connettività e strumenti di collaborazione a distanza, per le utility ha come a oggetto le necessità di connessione e di sicurezza applicate al remote working e altresì l’interazione multicanale con il cliente, senza dimenticare la gestione e la sensorizzazione delle infrastrutture sul territorio. Il processo di digitalizzazione, inoltre, viene alimentato dagli investimenti incrementali in Intelligenza artificiale e iperautomazione, Internet of Things e Internet of Behaviors (IoB), cloud distribuito e 5G. L’Operation technology (Ot) o telegestione, che nel corso degli anni passati si era sviluppata come area di nicchia limitata all’efficacia impiantistica e poco attenta ad aspetti di sicurezza informatica, ha richiesto alle aziende un incremento di investimenti volti a ridurre la fragilità dei sistemi. In questo contesto risulta fondamentale continuare ad aumentare il livello di protezione e l’attenzione verso i rischi di cybersecurity, al fine di contrastare le minacce e minimizzare le possibili conseguenze. I clienti di ogni settore, sempre più inclini all’interazione mediante canali digitali, si attendono risposte in tempo reale e l’ininterrotta disponibilità del servizio; pertanto, risultano in una posizione di vantaggio i fornitori più propositivi in termini di attenzione ai comportamenti e ottimizzazione dei consumi, ma anche, in misura crescente, di servizi aggiuntivi come smart house ed e-mobility.
Le piattaforme in cloud hanno reso disponibile connettività ad alta performance e consentito la realizzazione di importanti economie di scala infrastrutturali per uno sviluppo esponenziale della tecnologia, ottimizzando al massimo l’impiego del tempo. La disponibilità di potenze di elaborazione, inoltre, guida la diffusione di applicazioni di Intelligenza artificiale e Robotic Process Automation con integrata Intelligenza artificiale (Irpa), utili per assumere le decisioni di volta in volta più adeguate sulle azioni da compiere. L’identificazione e la formalizzazione di processi operativi che coniugano attività umane e attività automatizzate, bilanciandole in funzione del valore aggiunto al processo, si confermano quindi uno dei temi su cui tutte le organizzazioni dovranno porre particolare attenzione, non soltanto in termini di disegno organizzativo, ma anche dal punto di vista della pratica formativa e del monitoraggio operativo.
La valorizzazione della componente umana risulta altresì fondamentale per un equilibrio tra tecnologia e persone, focalizzando l’organizzazione delle risorse sulle attività a valore aggiunto, secondo uno schema di integrazione intelligente, che non si limita al mero efficientamento dei costi e alle logiche esclusivamente sostitutive, inscrivendosi piuttosto nel più ampio orizzonte della transizione giusta traguardata dall’Unione Europea. Il contesto di riferimento presenta nuove sfide e i trend in atto sono fortemente interconnessi e richiedono un approccio integrato alla strategia di gestione delle risorse umane, che tenga conto sia delle macro-transizioni sia dei principali cambiamenti emergenti.
Tale contesto, anche definito di poli-crisi, pone attenzione a temi ambientali, ricerca di senso e di comunità e inclusione. Si assiste a un invecchiamento strutturale della forza lavoro, a un aumento dei tassi di disoccupazione e della popolazione neet (Not in Education, Employment or Training), nonché a una crescente attenzione al divario di genere e alla tutela della salute mentale e del benessere individuale. L'ecosistema socioculturale in continua evoluzione richiede una gestione ottimale delle generazioni (age management), delle diversità e della multiculturalità, alla ricerca di una maggiore equità percepita.
Le transizioni (ecologica, energetica e ambientale) evidenziano un impatto crescente in termini di investimenti e opportunità, con conseguente incremento di effort e competenze necessarie nelle discipline Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics). Resta prioritario il ruolo delle aziende nell’implementare i necessari percorsi di change management e reskilling, in particolar modo per l’impatto dirompente che si prevede rispetto all’Intelligenza artificiale generativa, dalla quale si attendono grandi benefici e/o alcuni rischi, soprattutto per ambiti amministrativi e creativi.
ll “purpose” rappresenta sia una traccia che orienta le aziende verso obiettivi sfidanti sia un collante che ricompatta l'organizzazione verso un progetto che va oltre la soddisfazione dei clienti e la remunerazione degli azionisti. Oggi, più che mai, è fondamentale ricercare il maggior allineamento tra purpose dell’organizzazione e purpose individuale. Per essere competitivi, il purpose deve diventare senso e significato agito per poter mettere in moto l’engagement delle persone e trasformarsi in comportamenti virtuosi.
Per rimanere competitive le aziende devono essere in grado di rispondere rapidamente ai cambiamenti nel contesto di mercato, anticipando i trend emergenti e adattando i modelli organizzativi con focus sul capitale umano dell’intero ecosistema di riferimento. Il cambiamento riguarda tutte le dimensioni in ottica di talent attraction ed engagement, adottando nuove pratiche abilitanti per la business agility. In questo ambito gioca un ruolo molto significativo anche l’agilità normativa e procedurale, intesa come capacità di adottare soluzioni flessibili e tempestive con strumenti che nascono con finalità prescrittive.
L’analisi di scenario è una metodologia per la definizione di input utili ai piani strategici per incrementare l’efficacia del modello di business nel tempo. Questo tipo di analisi consiste in un processo volto a testare la resilienza della strategia sotto diverse assunzioni che descrivono possibili stati futuri. Per il Gruppo Hera è fondamentale analizzare il potenziale impatto, positivo o negativo, di diversi scenari economico-finanziari, di business, normativi, competitivi, ambientali, tecnologici e del capitale umano che siano differenti tra loro, ma ugualmente plausibili e internamente coerenti.
Lo studio degli scenari è stato declinato anche con riferimento ai cambiamenti climatici, al fine di comprendere come le opportunità e i rischi climatici fisici e di transizione possono plausibilmente condizionare il business e i relativi ambiti dello stesso nel tempo.
Il purpose aziendale è il riferimento cardine per definire le linee guida alla strategia del Gruppo Hera. In particolare, il percorso di sviluppo del Gruppo per generare valore per gli azionisti e creare valore condiviso per i propri stakeholder è fondato su cinque riferimenti strategici e una leva abilitante:
Il perseguimento di questi riferimenti strategici farà leva sul supporto offerto dall’innovazione e dalla digitalizzazione, per alimentare l’evoluzione delle attività del Gruppo, grazie alle opportunità offerte dalle più avanzate tecnologie, con l’obiettivo di accrescere efficienza e qualità dei servizi erogati, moltiplicando le occasioni per l’engagement degli stakeholder e accelerando la diffusione di comportamenti e competenze capaci di rispondere alle sfide di un contesto in continua evoluzione.
Ambito macroeconomico e finanziario
La struttura di debito verso cui è orientato il Gruppo Hera risponde alle esigenze di business, non soltanto per quanto riguarda la durata dei finanziamenti, ma anche per l’esposizione ai tassi di interesse; la strategia finanziaria, a sua volta, è orientata a minimizzare il profilo di onerosità, pur mantenendo una strategia prudenziale verso il rischio.
La struttura finanziaria è definita nell’ambito di un’attenta programmazione a lungo termine delle risorse finanziarie necessarie, che il Gruppo effettua tramite l’analisi e il monitoraggio dei flussi di cassa, prestando attenzione a mantenere una struttura finanziaria flessibile ed efficiente. Il costo medio del debito, in particolare, è costantemente attenzionato, sia attraverso attività di financial risk management che, allo scopo di limitare il rischio di fluttuazioni dei tassi d’interesse, contemplano anche il ricorso a strumenti derivati, sia grazie a valutazioni di operazioni di liability management volte a cogliere opportunità di mercato favorevoli e a mantenere un profilo di rimborso del debito omogeneamente distribuito nel tempo.
A fronte di una struttura finanziaria del Gruppo che oggi presenta una quota di debito a tasso fisso pari al 96%, al termine del periodo dell’attuale piano industriale, nel 2027, si prevede che il debito residuo sarà pari al 59% dell’attuale, di cui il 58% a tasso fisso e l’1% a tasso variabile. È stato pianificato il rifinanziamento del debito in scadenza. Il Gruppo, in uno scenario di tassi ancora elevati e di un mercato ancora incerto sulle future decisioni di politica monetaria delle Banche centrali, intende ottimizzare il costo del debito sottoscrivendo, in relazione al fabbisogno residuo, finanziamenti la cui tipologia di tasso sarà definita in base alle condizioni di mercato future nel rispetto dei limiti della policy sui rischi finanziari.
Il piano conferma la volontà di far fronte al fabbisogno finanziario tramite emissioni obbligazionarie, anche di tipo green e/o sustainable, e tramite linee di finanza agevolata (tra i quali i finanziamenti erogati dalla Banca europea degli investimenti), al fine di rispondere con ulteriori incrementi di efficienza alle necessità di investimento del Gruppo e garantire così la realizzazione di progetti innovativi e sostenibili nei settori ambientale, idrico ed energetico. La strategia di funding è riflessa nelle azioni inserite nel piano industriale relative a progetti per la riduzione delle emissioni di gas serra e l’aumento dei quantitativi di plastica riciclata.
La maggior parte del business del Gruppo è concentrato sul territorio nazionale, pertanto, il rating di Hera è strettamente connesso al rating, al trend macroeconomico e allo scenario politico del paese. Le azioni e le strategie di Hera si confermano orientate a prefigurare il mantenimento e il miglioramento di adeguati livelli di rating; la consueta attività di comunicazione con le agenzie di rating Moody’s e Standard & Poor’s (S&P) ha confermato riscontri positivi in termini di solidità e ottimo equilibrio del portafoglio di business, nonché in termini di eccellenti performance operative, gestione efficiente e proattiva del rischio e resilienti indicatori di merito creditizio. Nel 2023, il rating di Moody’s è stato confermato a Baa2, con miglioramento dell’outlook da negativo a stabile, in linea con l’outlook del rating sovrano aggiornato in novembre 2023 (nonostante il riconoscimento della solidità e sostenibilità del business, il rating di una società non può essere superiore di 1 notch rispetto a quello del Paese in cui opera). Il rating di S&P è stato anch’esso confermato a BBB+ con outlook stabile. I livelli di rating del Gruppo sono superiori di un notch al rating sovrano e tra i migliori rispetto ad altre utility nazionali ed estere, a conferma dell’importante percorso di crescita attuato nel corso degli anni e dei risultati sempre allineati alle previsioni pluriennali.
In arco piano, la continua adozione delle best practice di rendicontazione finanziaria sostenibile supporterà il Green financing e i rating del Gruppo. Hera è già impegnata da tempo nel green funding: è stata infatti la prima società italiana a emettere un green bond nel 2014, per poi dotarsi, nel 2019, di un vero e proprio Green financing framework (Gff). Nel 2022 il Green financing framework è stato aggiornato e allineato alle ultime novità normative in materia di sostenibilità, diventando Taxonomy compliant. Ad ottobre 2021, Hera ha pubblicato il Sustainability-linked financing framework, aggiornato a dicembre 2023, che prevede due indicatori ambientali e i relativi target intermedi e di lungo periodo. In particolare, il primo indicatore riguarda le emissioni di gas serra del Gruppo (Scopo 1+2+3 da vendita energia elettrica e gas downstream), mentre il secondo è relativo al quantitativo di plastiche riciclate dal Gruppo. Nell’ambito di tale framework, il Gruppo ha emesso nel 2021 e nel 2023 due Sustainability-linked bond, ampliando il proprio portafoglio di debito con strumenti di funding sostenibili. In coerenza con tali indirizzi, le raccomandazioni della Task force on climate-related financial disclosures (TCFD) del financial stability board sono già state recepite da parte del Gruppo e prevedono la definizione di scenari climatici, rischi e opportunità legati al cambiamento climatico, dei processi di gestione di tali rischi, nonché la definizione di target di riduzione delle emissioni climalteranti.
In questo contesto, la presenza nel Dow Jones Sustainability Index (DJSI), primo indice in grado di tracciare le performance finanziarie delle società leader a livello mondiale in tema di sostenibilità, attesta la bontà e la credibilità del percorso intrapreso dal Gruppo Hera. Riconoscimenti di questo tipo, infatti, fungono anche e soprattutto da stimolo e consentono a Hera di individuare le aree da sviluppare per un ulteriore miglioramento delle proprie performance e, insieme, per includere nella platea degli investitori anche i soggetti impegnati nel Socially responsible investing (Sri), segmento, come detto, in grande e continua espansione.
Ambito di business: la strategia industriale
Il piano industriale 2023-2027 del Gruppo Hera ha confermato le dimensioni strategiche che soddisfano il purpose aziendale: generare valore sostenibile per tutti gli stakeholder attraverso la realizzazione di progetti che bilancino la crescita dell'azienda con lo sviluppo del territorio, favorendo una transizione giusta. Il quadro delineato mira ad affrontare le sfide del contesto geopolitico, in armonia con le politiche comunitarie e rispondendo alle contingenze specifiche del settore delle utility, appoggiandosi sui pilastri di transizione ecologica, innovazione, coesione e sviluppo sociale.
Il Gruppo conferma il proprio impegno alla decarbonizzazione e alla rigenerazione delle risorse, per favorire e supportare la transizione ecologica dei territori serviti: il 60% degli investimenti complessivi nel quinquennio verranno destinati a iniziative che contribuiscono alla neutralità carbonica e all’economia circolare.
Con l’obiettivo di garantire qualità e continuità dei servizi, il Gruppo continuerà a investire sulla resilienza delle reti e sugli impianti per rispondere agli eventi esogeni di origine climatica o informatica, anche di magnitudo estrema, implementando piani di sviluppo e interventi di efficienza per le infrastrutture dei sistemi territoriali.
L’innovazione rappresenta una leva abilitante per accelerare il raggiungimento degli obiettivi ambientali, sociali ed economico-finanziari che il Gruppo si è prefissato, attraverso l’impiego di tecnologie e sistemi all'avanguardia per ottimizzare e riorganizzare i processi e gli asset delle unità organizzative, supportando le filiere nell’evoluzione e nello sviluppo dei rispettivi business. L'implementazione di modelli predittivi, di nuovi sistemi e applicativi basati sull'intelligenza artificiale consentirà un monitoraggio e una gestione da remoto avanzata delle reti, garantendo al contempo la qualità e la continuità dei servizi. Il piano investimenti del Gruppo dedicherà oltre il 30% delle risorse a iniziative di innovazione e digitalizzazione.
La strategia nei business a libero mercato ha l’obiettivo di sostenere lo sviluppo della customer base promuovendo la transizione ecologica dei clienti e del territorio, anche attraverso l'utilizzo di strumenti digitali, mediante l’offerta di soluzioni integrate.
Nel settore energia il Gruppo si pone come partner per la transizione energetica dei propri clienti affiancando alla vendita delle commodity l’offerta di un portafoglio ricco di servizi a valore aggiunto (Vas), tra cui soluzioni rinnovabili o votate al risparmio energetico (fotovoltaico e relativo sistema di accumulo, mobilità elettrica, interventi sulla climatizzazione degli edifici), nonché servizi di assistenza e manutenzione. La capacità della multiutility di cogliere le opportunità commerciali permetterà di raggiungere i 4,3 milioni di clienti energy al 2027, anche grazie all’acquisizione di 1,1 milioni di clienti in esito alla gara del servizio a tutele graduali, conclusa ad inizio 2024.
Il ruolo di Hera nella proposizione di servizi di decarbonizzazione include anche le proposte tecnologiche e di sostenibilità ambientale delle Esco del Gruppo: terminata la fase degli incentivi previsti dal SuperEcobonus 110% per i condomini, nei prossimi anni ci si attende una crescente attenzione alle offerte di riqualificazione energetica, in particolare degli edifici della Pubblica amministrazione, e alla fruizione di servizi integrati, anche da parte di altri segmenti di mercato.
L’impegno verso il perseguimento della neutralità carbonica attiene anche al percorso di efficientamento dei consumi del Gruppo, facendo leva su progettualità in grado di promuovere la produzione e l’impiego di vettori energetici rinnovabili. L’obiettivo in arco piano è favorire lo sviluppo fotovoltaico di proprietà, prediligendo soluzioni impiantistiche che non prevedono l’ulteriore consumo di suolo, come gli impianti agrivoltaici e i parchi fotovoltaici su siti del Gruppo.
Nel settore del trattamento e recupero dei rifiuti la crescente sensibilità per la tutela dell’ambiente e la rigenerazione delle risorse ha dato impulso alla progettazione e allo sviluppo di nuovi servizi e soluzioni impiantistiche di ultima generazione.
In particolare, nella gestione dei rifiuti speciali il Gruppo intende ampliare e diversificare il portafoglio di servizi di trattamento con proposte global waste a 360°, che coprano l’intero ciclo di vita dei rifiuti, al fine di assicurare la circolarità del sistema. Inoltre, facendo leva sulla leadership di mercato e sulla capacità operativa della nuova acquisita A.C.R. di Reggiani Albertino Spa, il piano prevede di sviluppare nuove tecnologie per la gestione delle bonifiche e dei servizi di decomissioning per gli impianti industriali, anche attraverso la partecipazione a nuove gare e il consolidamento di partnership con grandi operatori.
Anche nel mercato del recupero delle plastiche la strategia del Gruppo prevede lo sviluppo di nuove progettualità, sia per ampliare la capacità impiantistica nei segmenti già presidiati, come la produzione di PET e di polimeri riciclati per cosmetica e uso alimentare, sia nei segmenti di nicchia e più innovativi. In particolare, a livello infrastrutturale, in arco Piano verranno avviati l’impianto di Modena per il recupero delle plastiche rigide e quello di Imola (Bologna) per il riciclo delle fibre di carbonio.
La strategia di Hera per i business regolati farà leva sull’incremento della resilienza degli asset gestiti grazie al supporto delle tecnologie digitali e l’impiego di modelli di manutenzione predittiva, oltre all’impegno a evolvere le reti per adeguarle alla transizione energetica.
Nella distribuzione elettrica l’installazione entro il 2025 di circa 450 mila contatori elettrici di seconda generazione (2G) consentirà una misurazione più puntuale dei consumi e interventi di controllo e manutenzione da remoto. Per accompagnare i territori serviti verso l’elettrificazione dei consumi, il Gruppo ha in programma investimenti volti ad adeguare le cabine primarie, secondarie e le reti elettriche per sostenere le sempre maggiori richieste di connessione.
Nella distribuzione gas grazie a circa 310 mila smart meter gas NexMeter, brevettati dalla multiutility nel 2019 e utilizzabili anche per miscele con green gas, sarà possibile migliorare le funzioni di sicurezza in caso di fughe o terremoti e offrire ai clienti una maggiore consapevolezza sui consumi, portando a un aumento del risparmio energetico.
Per contribuire alla decarbonizzazione e alla transizione energetica attraverso la rigenerazione delle risorse e la riduzione delle emissioni climalteranti, nel business della distribuzione gas si procederà all’adattamento degli asset per accogliere vettori alternativi a quelli tradizionali come i green gas.
In arco piano sarà avviato l’impianto Power to methane di Bologna, collegato a uno dei principali depuratori del ciclo idrico, che utilizzerà acqua reflua ed energia elettrica originata da fonte rinnovabile per produrre biometano da immettere in rete e ossigeno che, in futuro, potrà essere utilizzato per aumentare la capacità ed efficacia depurativa dell’impianto.
Ulteriori asset abilitanti la trasformazione ecologica dei territori serviti sono le reti di teleriscaldamento, per cui il Gruppo prevede ulteriori sviluppi e investimenti destinati a massimizzare l’impiego di calore di origine rinnovabile, attraverso l’efficientamento tecnico delle reti (tramite l’interconnessione di più sistemi tra loro, come ad esempio nei comuni di Bologna e Forlì), il potenziamento della geotermia e lo sviluppo della rete di Ferrara.
Nel settore idrico le sfide climatiche impongono di fronteggiare i temi della siccità attraverso lo sviluppo infrastrutturale delle reti, a cui è affidato il compito di garantire un servizio di qualità e un approvvigionamento affidabile e sostenibile, tramite interventi di resilienza e l’introduzione di innovazioni tecnologiche volte a migliorare l'efficienza operativa. Agli obiettivi di riduzione degli sprechi si affiancano quelli di riuso delle acque reflue e della gestione sostenibile delle risorse idriche, contribuendo così a ridurre gli effetti dell’impronta sul cambiamento climatico, promuovendo al contempo comportamenti responsabili e sostenibili.
In particolare, in arco piano, saranno perseguite attività per incrementare la resilienza delle infrastrutture al fine di ridurre le perdite di rete, dove gli interventi di distrettualizzazione garantiranno un controllo costante nelle porzioni della rete, potendo controllare e intervenire da remoto sulla regolazione della pressione o sulla presenza di perdite occulte. Per rendere le reti più smart ed efficienti verranno installati circa 310 mila contatori intelligenti, in grado di automatizzare la gestione e la manutenzione della risorsa idrica. Sono inoltre previste diverse iniziative di economia circolare sia presso gli stabilimenti dei nostri clienti, sia con riferimento alle attività e alle sedi del Gruppo, anche mediante un’efficace ottimizzazione della gestione dei fanghi da depurazione e al riciclo di materia dai rifiuti del ciclo idrico con un’impiantistica dedicata e strumenti innovativi.
Nell’ambito della gestione dei rifiuti urbani, il Gruppo ribadisce il proprio impegno a raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riciclo, anche attraverso l’incremento della qualità e quantità della raccolta differenziata che aumenterà fino a raggiungere il 77,7% nel 2027, in incremento di 10 punti percentuali rispetto al 67,8% registrato nel 2022.
La strategia industriale fin qui delineata consente di proiettare al 2027 una crescita del margine operativo lordo (Mol) del Gruppo di oltre 350 milioni di euro rispetto al consuntivo 2022, per traguardare i 1.650 milioni di euro in uscita di piano.
Il piano degli investimenti è pari a 4,4 miliardi di euro, di cui il 48% riservato a iniziative di sviluppo e operazioni di acquisizione. Il 55% degli investimenti sarà destinato ai business regolati mentre il restante 45% sarà riservato ad alimentare la crescita dei business a mercato. Agli investimenti finanziati dal Gruppo Hera in arco piano si deve poi aggiungere il valore sociale ed economico delle ulteriori opere che verranno realizzate nei territori serviti, grazie ai quasi 400 milioni di contributi ricevuti, equamente ripartiti tra risorse del Pnrr e altri istituti.
La marginalità generata nel piano quinquennale permetterà di far fronte all’importante impegno finanziario richiesto in termini di investimenti, consentendo anche di riportare il rapporto tra Pfn ed Ebitda fino a 2,7x al 2027, a conferma della solidità del Gruppo.
A dimostrazione dell’impegno della multiutility verso la crescita sostenibile, si prevede che il margine operativo lordo a valore condiviso salirà fino al 64% del totale del Mol di Gruppo al 2027, per un valore superiore al miliardo di euro (circa 1.049 milioni rispetto ai 670 milioni nel 2022), in linea con il target del 70% al 2030.
Infine, il Piano al 2027 conferma la convergenza della traiettoria del Gruppo verso gli obiettivi al 2030 relativi a neutralità carbonica ed economia circolare, tra cui si annoverano l’ambizioso target di riduzione delle emissioni del 37% (rispetto all’anno 2019, con validazione SBTi) e l’incremento del 150% delle plastiche riciclate (rispetto ai riferimenti 2017).
Climatico e ambientale: lo sviluppo sostenibile
Il framework del valore condiviso Hera, introdotto nel 2016, ha orientato la strategia del Gruppo verso una crescita basata sulle risposte ai problemi del contesto esterno, capace di massimizzare il valore condiviso, sia per l’azienda sia per la comunità. L’obiettivo del Gruppo è quello di creare valore condiviso tramite le attività di business fortemente integrate nel tessuto socio-economico del territorio, che generano margini operativi e che rispondono ai driver dell’Agenda Globale, ossia quelle call to action al cambiamento, indicate dalle politiche a livello mondiale, europeo, nazionale e locale.
Nell’ultima revisione del modello sono stati inclusi i temi della resilienza e dell’adattamento ai cambiamenti climatici, quello dell’acqua potabile (incluso all’interno dell’ambito che riguarda la gestione sostenibile della risorsa idrica) e quello della biodiversità, fronti su cui il Gruppo è di fatto impegnato da anni, che vanno a integrare le altre dimensioni in cui si articola il framework Hera (come l’economia circolare e la gestione sostenibile della risorsa idrica). Anche il 2023 ha confermato la bontà delle iniziative già avviate dall’Agenda Globale ONU al 2030 per rispondere ai megatrend in essere: pianeta fragile, disruption tecnologica e urbanizzazione accelerata sono stati considerati i più strettamente legati al business di Hera e con un impatto diretto sulle attività aziendali. Il contributo di Hera è preponderante in sette sustainable development goals dell’Agenda 2030: 6. acqua pulita e servizi igienico-sanitari, 7. energia pulita e accessibile, 9. imprese, innovazione e infrastrutture, 11. città e comunità sostenibili, 12. consumo e produzione responsabili, 13. lotta contro il cambiamento climatico e 17. partnership per gli obiettivi.
Si rimanda al sito web del Gruppo ( www.gruppohera.it/gruppo/sostenibilità) e al bilancio di sostenibilità (sezione Strategia sostenibile e Valore condiviso) per il maggior dettaglio delle azioni che il Gruppo intende promuovere contribuendo in senso ampio ai 17 Goal dell’Agenda ONU 2030. Il Gruppo si è posto chiari obiettivi industriali sia al 2027 che al 2030 per portare un significativo contributo al raggiungimento della neutralità carbonica. Come già esposto nella rappresentazione della strategia industriale, si segnala il forte impegno a ridurre le emissioni di anidride carbonica della filiera industriale del 37% entro il 2030 (rispetto al 2019), calcolato secondo i riferimenti Science Based Target. I contributi più rilevanti per il raggiungimento di tali obiettivi sono rappresentati dalle soluzioni di efficienza energetica offerte a ogni tipologia di clientela (valorizzando asset multibusiness) oltre a quelle adottate all’interno del Gruppo, lo sviluppo di progettualità in grado di promuovere produzione e impiego di vettori energetici rinnovabili e la pianificazione di investimenti per l’adeguamento infrastrutturale delle reti.
Al fine di diffondere tra l’intera popolazione del Gruppo una cultura legata agli SDGs, sono stati resi disponibili sulla piattaforma formativa aziendale eventi formativi dedicati, in particolare all’economia circolare; l’Agenda ONU, inoltre, rientra nella formazione per tutti i neoassunti. Tra le principali azioni si annoverano quelle orientate alla promozione dell’efficienza energetica, alla gestione sostenibile della risorsa idrica, alla selezione di fornitori con qualificazione in termini di aspetti di sostenibilità ambientale e sociale, allo sviluppo dell’occupazione e delle nuove competenze e alla diffusione dell’innovazione e della digitalizzazione. La consapevolezza della rilevanza del fenomeno di cambiamento climatico è ritenuta dal Gruppo il primo necessario passo verso l’incorporazione nella strategia aziendale di puntuali risposte ai rischi e alle opportunità che ne derivano e al conseguente riflesso degli effetti di tali risposte nella redazione dei piani pluriennali.
Tra le iniziative individuate per cogliere le opportunità emergenti dall’analisi degli scenari climatici ipotizzati, le più promettenti sono state incluse nel piano industriale al 2027, che riflette altresì le azioni di mitigazione identificate in risposta ai rischi identificati. In particolare, la strategia del Gruppo per favorire la promozione dell’efficienza energetica e la transizione energetica verso la neutralità carbonica si concretizza principalmente nelle seguenti azioni indicate sinteticamente nell’ambito della strategia industriale:
La resilienza delle reti e degli impianti, il riciclo, la raccolta differenziata, le attività di depurazione e fognatura, il risparmio della risorsa idrica rappresentano alcuni dei principali ambiti che indirizzano la rigenerazione delle risorse nelle diverse filiere. A titolo esemplificativo, le fasi di progettazione ed esecuzione delle opere di ingegneria mostrano un‘attenzione rilevante alle tematiche della sostenibilità, della riduzione dell’impronta ambientale e della minimizzazione dell’impiego di suolo vergine. La realizzazione della nuova impiantistica dedicata al trattamento è sempre più orientata a dare valore alla frazione organica del rifiuto solido urbano. Viene prestata, inoltre, particolare attenzione al mercato del riciclo della plastica, in termini di aumento di capacità di riciclo delle plastiche flessibili, oltre alla realizzazione di impianti per il riciclo di nuove tipologie di plastiche (rigide e fibre di carbonio). Le logiche della circolarità coinvolgono, inoltre, i principali processi di acquisto del Gruppo: l’approccio strategico di Hera prevede sempre maggiore attenzione a materiali o beni che rispondono ai principi dell’economia circolare ed estende l’adozione di criteri ambientali minimi (Cam) per la determinazione delle caratteristiche merceologiche, non solo alle componenti per gli allacciamenti acquedottistici bensì ad altri elementi standard delle reti quali riduttori gas, acqua e sollevamenti fognari.
Il Gruppo pone la rigenerazione delle risorse quale asset portante della propria strategia, adottando e diffondendo soluzioni di economia circolare, con obiettivi industriali di medio e lungo termine, e progettualità basate su scadenze definite, tramite soluzioni tecnologiche e comportamentali. Tali soluzioni sono orientate a migliorare volumi e qualità della raccolta differenziata, a consentire nuova capacità impiantistica per il trattamento, recupero e riciclo dei rifiuti urbani speciali, alla rigenerazione del suolo attraverso attività di bonifica e decomissioning di impianti industriali, alla riduzione dei consumi idrici interni grazie all’adozione di soluzioni idro-efficienti e all’aumento dei volumi di acque reflue riutilizzate promuovendo iniziative in ambito agricolo e industriale. Gli interventi volti a incrementare la resilienza delle attività del Gruppo prevedono altresì l’installazione di accessori e sensoristica telecontrollati in tutte le reti (per garantire monitoraggio e gestione da remoto), l’installazione di contatori intelligenti per ogni business, l’implementazione di strumenti di programmazione e modellazione basati sull’intelligenza artificiale per anticipare eventi critici o ottimizzare la manutenzione.
A beneficio della diffusione dei modelli circolari verrà poi dedicata maggiore attenzione ai tanti strumenti di engagement del cliente, in modo da utilizzare i vari canali di comunicazione/diffusione in base alla vocazione dei diversi territori, nonché di migliorare e ampliare gli strumenti già esistenti ponendo attenzione alle differenti tipologie di clienti. La campagna di sensibilizzazione e consapevolezza delle sfide ambientali continuerà a coinvolgere i giovani alunni delle scuole (progetti di educazione ambientale) e verrà portata avanti attraverso i principali media a livello locale (press tour sui temi dell’ambiente).
Le politiche di decarbonizzazione riducono la dipendenza dai combustibili fossili e pertanto contribuiscono a garantire anche la sicurezza del sistema. Gli asset del parco impiantistico del Gruppo presentano poi ulteriori potenzialità per cogliere opportunità legate allo sviluppo di nuovi vettori energetici rinnovabili, come l’idrogeno. Il Gruppo intende presidiare le diverse fasi di questa filiera e ha già avviato progetti sperimentali in tal senso. Nella fase di produzione di idrogeno sostenibile, una soluzione circolare è rappresentata dalle sinergie tra processo elettrolitico e processo di depurazione delle acque, con molteplici flussi circolari di materia tra le due attività (ossigeno come input per la depurazione e biogas da fanghi di depurazione come materia per la metanazione dell’idrogeno). Gli impianti waste-to-energy del Gruppo potranno destinare la quota di energia elettrica biogenica (considerata rinnovabile) all’alimentazione di elettrolizzatori in grado di ottenere idrogeno da destinare alla clientela industriale, alla mobilità o alla rete di distribuzione. Proprio con riferimento alla distribuzione del gas si è conclusa positivamente la seconda fase della sperimentazione sugli asset del Gruppo per vagliare la percentuale di blending tra metano e idrogeno ottimale per il funzionamento degli asset di cogenerazione e degli impianti per le utenze industriali e domestiche. La sperimentazione, prima in Italia, coinvolge tutti gli operatori della filiera del gas, dal trasporto ai costruttori di equipment tecnologici, fino ai produttori di apparecchi domestici.
Per Hera, la necessità di garantire qualità e continuità dei servizi essenziali in un contesto così mutevole e soggetto a un incremento dei rischi climatici, rappresenta un costo ma allo stesso tempo un’opportunità. Il necessario incremento degli investimenti per aumentare la resilienza dei propri asset pone il Gruppo, grazie alla sua solidità e capacità finanziaria, in una posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti di minori dimensioni, che potrebbero presentare maggiori difficoltà nell’affrontare tale mole di investimenti. Il rafforzamento delle competenze interne, inoltre, accompagnato da crescita per linee esterne e gare, consente di cogliere nel modo più efficace le opportunità di sviluppo.
Il Gruppo, in altri termini, ambisce a sfruttare le opportunità offerte dall’evoluzione tecnologica e dalla digitalizzazione per estrarre innovazioni, miglioramenti operativi, efficienze di costo e sinergie collegate alla gestione di dati, così da rispondere alle esigenze del territorio e degli stakeholder, assumere un ruolo di rilievo nell’erogazione di servizi e accompagnare le città verso nuovi modelli di sviluppo, presidiando ogni upgrade tecnologico attraverso l’analisi dei suoi impatti e la mitigazione dei suoi effetti collaterali.
Tecnologico e del capitale umano: l’innovazione
Il Gruppo intende fare leva sulle evoluzioni tecnologiche dell’industria chimica e dell’ingegneria, al fine di individuare processi di riciclo delle plastiche complementari a quello meccanico e di rendere il processo efficace anche per le frazioni plastiche meno pure e meno pregiate. Gli stessi progressi consentono, ad esempio, di sperimentare soluzioni che utilizzano l’eccesso di energia elettrica rinnovabile (altrimenti inutilizzabile) per scindere la molecola dell’acqua in idrogeno e ossigeno e convertirla poi in gas metano sintetico con l’addizione di carbonio (da CO 2).
Hera si è dotata di una strategia di Gruppo per sfruttare tutte le informazioni disponibili e poter garantire qualità e scambio di flussi di dati. I principi che hanno guidato l’implementazione della strategia sono quelli di un approccio organizzativo per l’architettura dei dati, che si articola nell’organizzazione delle informazioni per domini, nello sviluppo secondo una strategia di prodotto, su una piattaforma tecnologica self-service e con l’adozione di un modello di governance federato.
Il modello di data strategy del Gruppo e le relative linee guida sono oggetto di percorsi di formazione dedicati alle singole unità aziendali, con lo scopo di diffondere il piano strategico su tutti i livelli. Al fine di aumentare la capacità di intercettare eventi anomali, le fonti dati utilizzate con la convergenza tra ambiente gestionale (applicativi) e industriale (impianti del Gruppo) devono essere continuamente estese. Le attività di vulnerability assessment su entrambi gli ambienti, finalizzate alla prevenzione di attacchi ai sistemi e agli impianti, sono fondamentali; a tal fine il modello prevede azioni e responsabilità distribuite e lo stesso sarà ulteriormente rafforzato in arco piano, mediante progetti volti all’incremento della capacità di monitoraggio e all’evoluzione degli strumenti di prevenzione.
Al fine di consolidare il proprio ruolo nel settore delle utility italiane, Hera intende far leva sulle specializzazioni costruite nel tempo, attraverso l’implementazione di nuovi metodi analitici e lo sviluppo di progetti di automazione e digitalizzazione dei processi. I principali assi di sviluppo per la digitalizzazione delle attività del Gruppo prevedono:
Come ulteriori sviluppi alla digitalizzazione, si segnalano la definizione di un articolato piano formativo specifico dedicato a rafforzare le competenze dei dipendenti in ambito innovazione e sostenibilità, la prosecuzione dei progetti di data analytics e l’Intelligenza artificiale a supporto della digitalizzazione dei processi di tutti i business del Gruppo e in particolare degli ambiti di economia circolare e transizione energetica, come verranno successivamente illustrati nelle strategie di sviluppo del capitale umano.
La progettazione della data strategy è sempre più finalizzata a trasformare il Gruppo in un’azienda data driven, ove le decisioni guidate dai dati, valorizzati come asset aziendale e soggetti a una lettura etica e consapevole, evidenziano una crescente importanza della gestione del dato e delle risorse dedicate alla sua protezione.
Anche nel 2023 è stato confermato il trend globale di aumento degli attacchi cyber. Oltre agli effetti dell’instabilità geopolitica internazionale, che ha aumentato le azioni di cyberwar con particolare attenzione al settore energetico e alle infrastrutture critiche nazionali, le azioni criminali sono proseguite generando una crescita di incidenti di cybersecurity in tutti i settori. A fronte di questo scenario esterno, confermato anche dai numerosi bollettini emanati dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, nel 2023 sono stati mantenuti livelli elevati di allerta dei monitoraggi in ambito cybersecurity, con un conseguente aumento delle attività di gestione di eventi anomali da parte del Soc (Security operation center) di Gruppo. Sono proseguite le attività relative al miglioramento della cybersecurity, aumentando il coordinamento tra le iniziative dei singoli Gestori It (information technology) e Ot (operational technology) e quelle di Gruppo, mantenendo un bilanciamento tra i macroambiti relativi alle tecnologie, ai processi e alle persone.
Con riferimento ai processi, nel corso dell'anno è stata fatta una revisione e condivisione con tutti i gestori It e Ot delle procedure per la gestione della cybersecurity di Gruppo che riguardano sistemi, reti e utenti. La revisione ha interessato principalmente l'ambito cloud, oltre ad altri aspetti di carattere più tecnico legati agli sviluppi tecnologici sempre più veloci, come la possibilità di adottare soluzioni passwordless o l'introduzione dell'intelligenza artificiale nelle applicazioni IT del Gruppo.
Il percorso di convergenza del monitoraggio centralizzato degli ambienti It e Ot si affianca all'assoggettamento di nuove fonti, ad esempio gli agenti su smartphone e tablet introdotti nel 2022 e una nuova piattaforma di monitoraggio degli ambienti cloud di Gruppo. Nell'ambito del monitoraggio sono stati eseguiti nel corso dell'anno vulnerability assessment su tutta la superficie esterna del Gruppo, ovvero scansioni di tutti gli indirizzi ip pubblici ed esposti su Internet, indirizzati a individuare vulnerabilità presenti sui sistemi e sui dispositivi in produzione e due assessment di cybersecurity su impianti industriali. Anche nel 2023 è continuata l'attività di aumento della consapevolezza e della cultura della cybersecurity attraverso campagne informative e di informazione per tutta la popolazione aziendale e interventi specifici per i profili tecnici in ambito It e Ot. È proseguita inoltre l'attività periodica di campagne di Ethical Phishing, con il coinvolgimento di circa 7 mila dipendenti per ogni campagna, per un totale di oltre 70 mila mail nel corso dell'anno. Per quanto riguarda invece le attività dedicate ai profili tecnici sono state eseguite esercitazioni di simulazione di incidente sfruttando apposite piattaforme in grado di simulare l'ambiente It aziendale ed effettuare in ambiente protetto le attività effettive che dovrebbero essere messe in atto in caso di incidente reale.
L’evoluzione della tecnologia e della digitalizzazione, sollecitando uno sviluppo continuo delle competenze dei dipendenti e delle conseguenti esigenze formative, conferma come strategica la scelta del Gruppo di introdurre piattaforme cloud-based per l’incremento della produttività individuale e come principali strumenti di collaborazione, poiché la cooperazione tra uomo e tecnologia richiede una continua evoluzione del modo di lavorare. In quest’ottica i progetti di automazione di processo (virtual factory e digital lab) favoriscono la diffusione della cultura dell’integrazione tecnologica, focalizzandosi in iniziative di applicazione di intelligenza artificiale, in particolare quella generativa, e potenziamento della community, attraverso gli strumenti del digital workplace.
Il Gruppo intende utilizzare i dati per generare valore per le persone e per il business; la progressiva digitalizzazione dei processi di gestione delle risorse umane, nonché la realizzazione dell'architettura di riferimento per l’integrazione di sistemi e dati disponibili in logica prescriptive analytics confermano tale intenzione.
In un contesto in cui emerge un progressivo aumento del ritmo di innovazione, un progressivo innalzamento dell’età media della popolazione lavorativa e la necessità di riconversione professionale massiccia in tempi molto brevi, la formazione diventa sempre di più un asset strategico, anche per compensare il gap tra fabbisogno industriale e sistema educativo.
L’Employee value proposition (Evp) del Gruppo Hera in risposta a questo contesto è pertanto quello di sviluppare un’organizzazione agile che incoraggi l’apprendimento continuo dove ogni persona è protagonista della crescita e partecipa alla creazione di valore condiviso, all'interno di una strategia guidata dal purpose e integrata con l’evoluzione del business. Si tratta, quindi, di una strategia orientata a riconoscere alle persone un ruolo da protagonista nello sviluppo personale e collettivo, abilitato e favorito da un forte allineamento culturale e dallo sviluppo di processi sempre più avanzati, fruibili e coerenti con gli obiettivi attesi.
Dal contesto e dall’indirizzo strategico definito con l’Evp discendono cinque azioni prioritarie:
Al fine di far emergere valori e comportamenti etici che possano rappresentare un modello distintivo per il Gruppo, l’obiettivo è quello di favorire una cultura orientata al risultato, alla relazione tra gli individui e a una leadership diffusa guidata dal purpose. I programmi del Gruppo su cultura e approccio agile per il miglioramento delle performance, attraverso il radicamento di fiducia, responsabilità, motivazione, autonomia ed etica del lavoro, sono guidati dal continuo sviluppo della cultura work by objectives. Nella strategia di Gruppo è fondamentale far percepire a ognuno quanto il proprio lavoro e il proprio senso di appartenenza siano correlati ai risultati e alle performance complessive dell’azienda e, coerentemente, è fondamentale lo sviluppo di una strategia di attraction dei talenti guidati dal purpose aziendale. Al fine di permettere a ognuno di esprimere il proprio potenziale e accelerare la crescita dell’organizzazione, favorendo l’armonia tra vita lavorativa e privata e garantendo un approccio etico al lavoro, proseguiranno le iniziative di welfare dedicate al benessere individuale fisico, psicologico e finanziario, in coerenza con le priorità individuate dall’ascolto continuo delle persone e con l’obiettivo di valorizzare il loro benessere.
Sul fronte della transizione digitale il Gruppo si è dotato di uno specifico programma formativo HER@futura con focus sulla reputazione digitale; come riportato tra i precedenti assi di sviluppo per la digitalizzazione, verranno realizzate iniziative sempre più innovative e customizzate per sviluppare cultura, processi e competenze digitali, incrementando la digital proficiency a tutti i livelli dell’organizzazione e integrando gli aspetti di Corporate digital responsibility nell’esecuzione dei progetti e dei processi aziendali.
Un approccio integrato tra transizione ecologica e transizione digitale verrà adottato per migliorare il livello di Energy e Green transition proficiency, accelerando l’implementazione del programma ecoHERA per il rafforzamento di competenze diffuse e/o specialistiche collegate all’impatto della transizione energetica e ambientale sul business.
Altrettando importante sarà focalizzarsi sui processi di knowledge management per abilitare la diffusione e l’innovazione del know-how legato alle transizioni, nonché far evolvere le partnership e i progetti con il sistema educativo (scuole, istituti, università, business school, ecc.) per favorire approcci di ecosistema e affrontare efficacemente le sfide collegate alle transizioni.
Allo scopo di superare il concetto di uguaglianza, per arrivare a una sostanziale equità di trattamento e riconoscendo quindi le specificità individuali, il Gruppo proseguirà con l’evoluzione del performance management, con l’obiettivo di rendere sempre più efficace il dialogo tra team leader e team member, orientandolo sulla responsabilizzazione verso obiettivi misurabili e su una maggiore delega e autonomia nell’organizzazione delle attività lavorative. I processi di gestione e sviluppo delle risorse umane sono disegnati per preservare le competenze e i valori distintivi costruiti nel tempo e, contemporaneamente, per sviluppare i talenti individuali, indipendentemente dal genere e dall’età, ricercando innovazione in tutti gli aspetti che possono generare valore aggiunto e sostenibile nel tempo. Al fine di sviluppare le caratteristiche uniche delle persone, sono previste politiche e programmi mirati a valorizzare l’inclusività e la diversità, orientati a favorire una cultura di innovazione e di miglioramento continuo. Creare momenti di ascolto più frequenti e immediati (es. pulse survey, focus group, ecc.) volti a cogliere l'intersezionalità delle caratteristiche delle persone, sviluppare programmi formativi specifici su riconoscimento e rimozione dei bias, promuovere un linguaggio ampio che eviti pregiudizi e stimolare forme di comunicazione differenziate e accessibili sono una priorità per creare un ambiente di lavoro che accolga le diversità e incoraggi ciascuno a essere autenticamente sé stesso.
Non a caso, oltre a mantenere il gruppo di lavoro del Diversity management (introdotto nel 2011), Hera, firmataria del Patto Utilitalia – La Diversità fa la differenza, continuerà a promuovere politiche inclusive a tutti i livelli delle organizzazioni, affinerà progressivamente le misure di conciliazione dei tempi vita-lavoro e continuerà ad adottare una gestione del merito non soltanto trasparente, ma anche e soprattutto neutra rispetto alle diversità di genere, età e cultura, con l’adozione congiunturale di sistemi tesi a monitorare i progressi conseguiti e di politiche di sensibilizzazione interne ed esterne. Ne è testimonianza il raggiungimento della certificazione di genere secondo la prassi di riferimento UNI PDR 125 conseguita nel 2023 per le principali società del Gruppo.
Governance dei rischi
La struttura organizzativa adottata dal Gruppo Hera è orientata a preservare l’efficacia e la redditività della gestione lungo l’intera catena del valore e contemporaneamente consente di gestire l’esposizione al rischio derivante dai propri business.
Il sistema di corporate governance adottato permette di indirizzare le strategie in modo unitario e coerente. Il principale organo manageriale di indirizzo, monitoraggio e informativa relativamente alle strategie di gestione dei rischi è il Comitato rischi. Accanto a esso, l’organo consiliare – che ha il compito, in applicazione dell’articolo sette del Codice di Autodisciplina, di vigilare sulla funzionalità del sistema di controllo interno, sull’efficienza delle operazioni aziendali, sull’affidabilità dell’informazione finanziaria, nonché sul rispetto delle leggi e dei regolamenti e sulla salvaguardia del patrimonio aziendale – è il Comitato controllo e rischi. Tali organi, al fine di assicurare la massima coerenza alla strategia di gestione, si riuniscono periodicamente. Nel corso del 2023, il Comitato rischi si è riunito quattro volte e il Comitato controllo e rischi si è riunito sei volte.
Il Gruppo ha adottato un approccio di difesa dei rischi articolato su tre livelli, definendo un’opportuna separazione tra:
Il Comitato rischi definisce le linee guida generali per il processo di risk management, garantisce la mappatura e il monitoraggio dei rischi aziendali, assicura la definizione delle risk policy, definisce i protocolli informativi verso il Comitato controllo e rischi, la Direzione Internal Auditing e il Collegio sindacale.
Il Consiglio di Amministrazione approva le risk policy e i parametri di misurazione, svolge un ruolo di indirizzo e di valutazione dell'adeguatezza del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Il Comitato controllo e rischi supporta il Consiglio di Amministrazione in merito alla definizione delle linee di indirizzo del sistema di controllo interno e gestione dei rischi.
Il Presidente Esecutivo e l’Amministratore Delegato sovrintendono, per quanto di competenza, alla funzionalità del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Il Vice Presidente sovrintende al coordinamento tra Comitato rischi e Comitato controllo e rischi, preservando il suo stato di indipendenza.
Si rappresenta di seguito l’architettura della risk governance:
Metodologia di gestione
Al fine di fornire al Consiglio di Amministrazione gli elementi utili alla valutazione della natura dei rischi aziendali e alla definizione del profilo di rischio del Gruppo, in particolare nel medio-lungo termine, Hera ha adottato il processo dell’Enterprise risk management (Erm). La definizione del profilo di rischio è esplicitata dallo stesso Consiglio di Amministrazione attraverso l’approvazione della Group risk management policy e dei limiti di rischio in essa definiti.
Il risk management framework è declinato attraverso tre elementi fondamentali:
In data 21 febbraio 2024 è stato presentato al Consiglio di Amministrazione il nono report Enterprise risk management relativo al piano industriale 2024-2027. Nel corso del 2023 l’analisi Erm ha realizzato ulteriori approfondimenti, non evidenziando al tempo stesso rischi in area critica né per impatto reputazionale né economico-finanziario.
Nell’area dei rischi rilevanti, rispetto all’anno precedente, viene aggiunta la possibilità di peggioramento della posizione finanziaria netta per lo scenario di downgrading del rating di Gruppo a non-investment grade, mentre escono, grazie alle opportune azioni messe in atto dal Gruppo, due scenari presenti lo scorso anno che prevedevano il peggioramento della posizione finanziaria netta per estrema volatilità dei prezzi delle commodity e per possibili criticità del mercato di cessione dei crediti derivanti da iniziative di efficientamento energetico.
Nella stessa area, si confermano il rischio con impatto reputazionale derivante da possibili procedimenti di organi di vigilanza/regolazione/indagine, generati dai gradi di discrezionalità sull’avvio di procedure di verifica/indagine, in presenza di orientamenti interpretativi non univoci (pur in presenza di comportamenti del Gruppo sempre conformi alle disposizioni di legge) e quello economico-finanziario derivante da eventi sismici ad alta intensità relativi alle reti.
Il rischio derivante dalla possibilità di incendi a impianti di trattamento e recupero dei rifiuti, pur essendo confermato, ha impatti trascurabili in termini di conseguenze sui risultati di Gruppo e nulli per l’ambiente e la continuità operativa. A causa della crescente sensibilità sociale sul tema, tali eventi possono tuttavia determinare conseguenze reputazionali significative in ragione del rischio percepito.
Nell’ambito di un processo di continuo sviluppo e affinamento del proprio sistema di controllo e gestione del rischio, le società del Gruppo di dimensione più rilevante hanno adottato o stanno implementando un modello di tax control framework, al fine di consentire la rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, inteso come rischio di incorrere in violazione di norme tributarie o contrasto con princìpi e finalità dell’ordinamento. Il Gruppo, in particolare, si è dotato di una strategia fiscale che declina i principi per la gestione della variabile fiscale e le linee strategiche volte ad assicurare il rispetto delle norme, nonché di processi e procedure a mitigazione del rischio fiscale, prevedendo una escalation decisionale correlata alla magnitudine del rischio. Il Consiglio di Amministrazione visiona annualmente la relazione sull’andamento della gestione del rischio fiscale ed è l’organo aziendale deputato ad assumere le decisioni finali in presenza delle fattispecie che presentano il più elevato profilo di rischio per effetto di incertezza nell’interpretazione normativa.
Ambiti di rischio: identificazione e gestione dei fattori di rischio
I rischi esistenti ed emergenti con cui Hera si deve confrontare appartengono a diverse tipologie: si tratta, in particolare, di rischi derivanti dall’evoluzione dei contesti macroeconomico e finanziario, di business (regolatorio e competitivo), tecnologico, ambientale e del capitale umano, declinati con una sempre maggior attenzione al cambiamento climatico e allo sviluppo sostenibile. Nel paragrafo 1.01 “Trend di contesto, approccio strategico e politiche di gestione del Gruppo” è riportata un’analisi puntuale dei fattori che costituiscono alcuni dei presupposti fondamentali per l’identificazione di questi rischi.
Per mitigare l’esposizione ai rischi, introdurre misure di ottimizzazione (anche tecnologica e di efficientamento) delle strutture attuali e sviluppare una pianificazione strategica che dia risposte coerenti Hera, svolge le specifiche attività di analisi, misurazione, monitoraggio e gestione che sono descritte nel proseguo.
TRATTAMENTO E GESTIONE DEI RISCHI
Ambito economico-finanziario
Identificazione del rischio prezzo commodity
Il Gruppo opera in maniera integrata nella filiera di approvvigionamento e vendita di elettricità e gas nei diversi stadi della catena del valore. Hera, pertanto, è esposta ai rischi derivanti dalla volatilità dei mercati energetici, mitigabili da una valutazione integrata degli stessi e delle relative strategie di gestione. I rischi del mercato energetico sono concentrati nella Direzione Centrale Mercato, responsabile delle attività di acquisto e vendita di energia elettrica e gas.
Gestione del rischio prezzo commodity
Con l’intento di uniformare l’approccio al rischio delle varie strutture aziendali coinvolte e con l’obiettivo di ottimizzare il ricorso al mercato per le operazioni di copertura, il Gruppo si è dotato di specifiche policy volte a definire linee guida e modalità operative del processo di controllo e gestione del rischio energetico. Hera ha strutturato i processi per una efficace gestione delle attività di procurement e di hedging, con elevata focalizzazione delle competenze. L’approccio adottato dal Gruppo prevede un’unica interfaccia per la gestione del rischio verso il mercato energetico rappresentata dalla società Hera Trading. Una gestione unitaria dei rischi nel rispetto delle policy assegnate consente vantaggi in termini di raggiungimento di livelli di copertura più elevati, ottimizzazione dei costi per il minor ricorso al mercato e maggiore flessibilità nella strutturazione del procurement e dell’offerta ai clienti.
Identificazione dei rischi relativi al mercato del debito
L’ambito economico-finanziario, oltre a essere caratterizzato dalla fluttuazione dei prezzi di energia e commodity, può presentare scenari diversi per effetto delle variazioni dei tassi di interesse, dei tassi di cambio, del credit spread e per effetto di possibili crisi di liquidità. Tali fluttuazioni possono avere impatti sui risultati di Gruppo, sulla futura crescita delle linee di business e sugli investimenti strategici (ad esempio a causa di costi di rifinanziamento elevati).
Il Gruppo potrebbe non riuscire a far fronte ai propri impegni di pagamento in conseguenza delle difficoltà nel reperire nuovi fondi, oppure potrebbe essere in grado di farlo solo a condizioni economiche sfavorevoli, a causa dell’impossibilità di liquidare attività sul mercato o della mutata percezione della sua rischiosità. Tra i fattori che definiscono tale rischiosità percepita, il merito creditizio assegnato a Hera dalle agenzie di rating riveste un ruolo determinante, poiché influenza la possibilità di accedere alle fonti di finanziamento e le relative condizioni economiche.
La struttura dell’indebitamento del Gruppo non è soggetta a covenant finanziari sulle posizioni debitorie, a eccezione del limite di corporate rating (ovvero nell’assegnazione di un rating di un livello inferiore a BBB-) definito su una quota di debito pari a circa 150 milioni di euro. Sulla quota ulteriore del debito in essere, invece, si prevede un rimborso anticipato obbligatorio solo in caso di cambiamento significativo dell’assetto di controllo del Gruppo (change of control), revoca di una concessione (concession event) o della cessazione di un business rilevante (sale of assets event) che comporti un downgrade del Gruppo a un livello non-investment grade o inferiore, o la cessazione della pubblicazione del rating.
Gestione dei rischi relativi al mercato del debito
La gestione finanziaria di Hera è accentrata nella Direzione Centrale Amministrazione, Finanza e Controllo, che mira a mantenere un adeguato bilanciamento delle scadenze delle poste dell'attivo e del passivo, correlando gli impieghi a coerenti fonti di finanziamento in termini di durata e modalità di rimborso, tenendo conto delle necessità di rifinanziamento dell’attuale struttura di debito. Al fine di rispettare gli impegni di medio e lungo termine, Hera persegue una strategia che prevede una struttura diversificata delle fonti di finanziamento e un profilo di scadenze equilibrato, monitorando costantemente gli indicatori del rating e la disponibilità di linee di credito a lungo termine. Tale strategia è ritenuta efficace nel minimizzare il rischio di liquidità anche in caso di scenari particolarmente critici. I debiti finanziari del Gruppo sono per circa il 45% a lungo termine (oltre i cinque anni) e di questi l’83% è rappresentato da bond con rimborso a scadenza. Si rimanda alla nota 26 “Passività finanziarie non correnti e correnti” del bilancio consolidato per maggiori dettagli in termini di worst case scenario.
Le azioni e le strategie del Gruppo, inoltre, sono particolarmente attente e indirizzate a garantire il mantenimento del massimo livello di rating, come emerge dal rating BBB+, con outlook stabile, confermato da S&P, o dal rating Baa2 outlook stabile confermato da Moody’s.
I processi di controllo e gestione dei rischi finanziari si basano su un attento monitoraggio degli indicatori finanziari del Gruppo, nonché su una costante presenza nei mercati di riferimento al fine di minimizzare l’impatto della volatilità di tassi e spread per garantire un efficiente servizio del debito. Il Gruppo si avvale, inoltre, di strumenti finanziari derivati, ove necessario, per ridurre la propria esposizione alle fluttuazioni dei tassi di interesse e dei tassi di cambio.
Al 31 dicembre 2023, il Gruppo presenta un’esposizione al rischio di variazione dei tassi pari al 3,9%, mentre il restante 96,1% del debito è a tasso fisso. L’aumento dell’1% del tasso di interesse di riferimento rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale, determinerebbe un aumento medio degli oneri finanziari pari a circa 6,5 milioni di euro all’anno.
Identificazione dei rischi da controparte
Hera opera con controparti che potrebbero essere incapaci di adempiere agli obblighi assunti, sia nel rispetto delle condizioni economiche che nell’esecuzione delle previsioni contrattuali (delivery del bene o servizio). ll rischio credito, inoltre, incide in modo trasversale soprattutto negli ambiti ove l’attività commerciale è presente: vendita di commodity energetiche e servizi, attività di trattamento rifiuti e servizi di telecomunicazione.
Gestione dei rischi da controparte
Hera si è dotata di uno strutturato processo di origination, formalizzato in specifiche procedure di gestione del rischio credito; tale processo consente un’adeguata selezione delle controparti mediante credit check e, ove opportuno, richieste di garanzie. Viene inoltre svolto un costante monitoraggio delle posizioni verso le controparti, prevedendo articolate azioni proattive nella gestione delle stesse, che possono anche comportare il trasferimento esterno del rischio mediante cessione del credito. Le perdite attese sono costantemente stimate e monitorate: il Gruppo utilizza misure di probabilità di default, exposure at default e loss given default sviluppate sulle proprie serie storiche, sul comportamento di pagamento dei clienti e sulla base dei processi del credito vigenti. Al fine di testare la tenuta dei modelli, vengono utilizzate sia informazioni interne che esterne, le quali possono svolgere una funzione di benchmark sull’evoluzione del contesto macroeconomico.
Nell’esercizio 2023, l’unpaid ratio a 24 mesi relativo al fatturato emesso nel 2022 dalle principali società di vendita del Gruppo è pari allo 0,76%.
Ambito di business e regolatorio
Identificazione del rischio di natura competitiva ed economica
Nell’ambito del mercato finale di riferimento, che è prevalentemente quello italiano, il contesto economico e geopolitico, la volatilità dei prezzi dell’energia e di altre materie prime, nonché le difficoltà connesse alle catene logistiche globali, concorrono a esercitare una pressione sui margini di vendita che, sommata alla maggiore concorrenza sul mercato libero, può impattare sulla redditività del Gruppo.
La difficoltà nel prevedere i volumi a copertura dei fabbisogni del portafoglio di vendita, in continua evoluzione, potrebbe inoltre richiedere a Hera di acquistare o vendere energia supplementare a condizioni potenzialmente sfavorevoli.
La potenziale riduzione della produzione di rifiuti, correlata al contesto economico, dagli orientamenti normativi europei e nazionali e da rinnovate tendenze comportamentali dei clienti, unita all’eventuale indisponibilità di infrastrutture di trattamento e recupero, potrebbe inficiare la capacità del Gruppo di perseguire gli obiettivi prefissati. I rischi del business ambiente relativi alla direzione del parco impiantistico sono concentrati in Herambiente Spa.
Gestione del rischio di natura competitiva ed economica
Il Gruppo conserva un elevato grado di flessibilità nelle fonti di approvvigionamento di commodity energetiche, parallelamente allo sviluppo delle attività di copertura, minimizzando l’esposizione ai rischi operativi della generazione elettrica, consentendo un allineamento al mercato e massimizzando il natural hedging.
Nelle attività di gestione e trattamento dei rifiuti, la diversificata dotazione impiantistica del Gruppo è caratterizzata da tecnologie all’avanguardia e performanti in termini di impatto ambientale, che fino a oggi hanno permesso di conseguire gli obiettivi strategici assegnati. L’attuazione della strategia in tema di circolarità – ad esempio mediante il processo di riciclo di materiali polimerici svolto da Aliplast Spa – e lo sviluppo delle linee di riciclo verso ulteriori tipologie di plastiche, permettono inoltre di cogliere le opportunità offerte dall’evoluzione della normativa europea.
Il portafoglio del Gruppo accoglie business a mercato libero, che assumono un peso progressivamente crescente e contribuiscono in misura rilevante ai risultati economici, ma espongono al tempo stesso a una crescente pressione competitiva. Il Gruppo affronta la sfida della competizione attraverso la continua innovazione dell’offerta commerciale e la tempestiva proposizione della stessa, aumentando la sua presenza e la base clienti sul mercato libero e mirando ad assicurare la soddisfazione delle aspettative in termini di gamma e qualità del servizio.
Le analisi del rischio derivanti da variazioni di contesto economico (Pil e inflazione) e dalle condizioni del mercato dell’energia (prezzo del gas e dell’energia elettrica) consentono di quantificare la sensibilità del Mol di Gruppo rispetto alla variazione delle grandezze economico-finanziarie primarie.
In particolare, la riduzione dell’1% di Pil rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale, determinerebbe una diminuzione media annua di Mol pari a circa 3,5 milioni di euro.
La riduzione dell’1% del tasso di inflazione rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale determinerebbe una diminuzione media annua di Mol pari a circa a 13 milioni di euro (mercato regolato). L’aumento di 1 euro/MWh del prezzo del gas e conseguente aumento di 2 euro/MWh dell’energia elettrica nel mercato all’ingrosso rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale determinerebbe una diminuzione media annua di Mol pari a circa 0,9 milioni di euro.
Identificazione del rischio di natura regolatoria
Hera svolge parte della sua attività in un mercato regolato, pertanto il suo operato è influenzato dagli interventi normativi delle autorità di settore e del legislatore (in particolare su tariffe e struttura di mercato), dalle concessioni messe a gara dalle autorità locali (nel caso di attività regolate relative ai servizi di raccolta dei rifiuti, distribuzione di gas, servizio idrico integrato e illuminazione pubblica) e nazionali (nel caso di distribuzione di energia elettrica), nonché dagli impatti attesi da mutamenti della struttura del mercato e dalla sua liberalizzazione, dall’evoluzione della domanda e dell'offerta nei settori energia e ambiente.
I periodici aggiornamenti del quadro normativo e regolamentare pertanto, sia a livello nazionale che europeo, possono avere un impatto rilevante nei settori in cui Hera svolge la propria attività, influenzandone conseguentemente la redditività.
I rischi regolamentari sui business a rete (ciclo idrico, distribuzione gas, energia elettrica e teleriscaldamento), sul business igiene urbana e relativo trattamento dei rifiuti, si manifestano nell’introduzione o nella modifica di prescrizioni di natura economica, organizzativa e informatica cui Hera è tenuta a adempiere, nonché su possibili variazioni di assetti di mercato da essi indotti.
Le gare per la distribuzione di gas, servizio idrico integrato e raccolta e spazzamento programmate in arco piano determinano un rischio di perdita di alcuni degli ambiti attualmente gestiti, specie in presenza di contesti competitivi significativi, solo parzialmente mitigato dall’indennizzo della quota di capitale investito non ancora ammortizzato.
Gestione dei rischi di natura regolatoria
Il Gruppo si è dotato di una struttura organizzativa che gestisce i rapporti con le autorità nazionali e locali, svolgendo un’ampia attività di interlocuzione con i soggetti istituzionali, partecipando attivamente ai gruppi di lavoro istituiti dalle autorità e adottando un approccio di trasparenza, collaborazione e proattività verso eventuali situazioni di instabilità dell’assetto regolatorio.
Il Gruppo opera valorizzando la propria capacità tecnica e la propria efficienza di gestione. L’attenzione di Hera verso la qualità dei servizi, l’efficienza dei costi e le soluzioni innovative rappresenta, infatti, una leva competitiva in occasione delle gare per i servizi di distribuzione di gas, servizio idrico integrato e per i servizi di raccolta e spazzamento.
Identificazione dei rischi di natura strategica
I rischi strategici riguardano la pianificazione di lungo termine, la sostenibilità finanziaria, la partecipazione a iniziative di valenza strategica e le decisioni di investimento; tale tipologia di rischi incide sul grado di solidità dei risultati declinati per le varie filiere e unità di business. La capacità del Gruppo di raggiungere i propri obiettivi strategici, inoltre, potrebbe essere compromessa nel caso non si riuscissero a mantenere od ottenere le necessarie licenze, le autorizzazioni e i permessi per il regolare svolgimento delle attività.
La realizzazione dei risultati pianificati è pertanto condizionata dai differenti rischi endogeni ed esogeni opportunamente simulati, misurati e controllati.
Gestione dei rischi di natura strategica
Hera ha sviluppato un modello strutturato di analisi del rischio strategico volto a misurare la solidità del piano industriale a molteplici scenari di rischio avversi, contribuendo alla rappresentazione integrata dei rischi in logica enterprise wide. Grazie a tale modello è possibile effettuare analisi di scenario, stress testing e what if delle ipotesi di piano, attraverso un’adeguata analisi dei fattori di rischio e delle variabili a essi collegate, consentendo una valutazione opportuna del livello di rischiosità delle varie filiere di business.
Hera presidia costantemente i processi autorizzativi e partecipa proattivamente ai tavoli di lavoro per l’ottenimento di permessi, licenze e autorizzazioni, affinché venga meno la possibilità di compromettere il regolare svolgimento della propria attività.
Ambiti ambientale-catastrofale, climatico, tecnologico e del capitale umano
Eventi sismici, atmosferici e altri eventi climatici possono impattare le performance del Gruppo. Hera intende proseguire le attività di valorizzazione delle proprie risorse garantendone la preservazione e lo sviluppo, allo scopo di continuare a goderne i benefici in futuro. I rischi di natura fisica e transizionale correlati ai cambiamenti climatici, nonché gli incidenti alla dotazione impiantistica, possono generare potenziali danni all’ambiente; pertanto, l’implementazione a livello operativo e strategico delle migliori pratiche di gestione dei rischi e delle opportunità relative ai cambiamenti climatici rappresentano un obiettivo fondamentale per il Gruppo. I rischi derivanti da crimini informatici (cybercrime), che Hera valuta anche in termini di impatto sulla continuità del servizio, permangono particolarmente attenzionati. Dal momento che gli incidenti possono comportare altresì un rischio per i diritti e le libertà delle persone, ovvero possono cagionare un danno fisico, materiale o immateriale, le policy del Gruppo circa i parametri e i valori di soglia di accettabilità sono condivise sul portale web aziendale.
L’approccio di gestione del rischio è articolato in funzione degli specifici ambiti in cui i rischi ambientali, tecnologici e del capitale umano si manifestano.
Identificazione dei rischi ambientali-catastrofali
Hera, pur consapevole della necessità di preservare le risorse naturali, le utilizza per assicurare servizi essenziali ai clienti. Le attività del Gruppo, a loro volta, impiegano risorse ambientali, idriche e di carbonio, pertanto le iniziative di mitigazione e adattamento, volte a ridurre i rischi ambientali-catastrofali, risultano sempre più cogenti. Coerentemente con l’obiettivo sfidante di riduzione delle emissioni di gas serra rispetto al livello corrente indicato dagli organismi internazionali, sono stati identificati gli scenari di rischio da climate change, fisici e transizionali, rilevanti per le attività del Gruppo. Per maggiori dettagli si rimanda al paragrafo seguente di “Identificazione dei rischi da cambiamento climatico”.
Con riferimento agli standard ambientali che Hera deve assicurare nello svolgimento dei propri business, le attività del Gruppo sono sottoposte a diverse norme e regolamenti, tra i quali quelli relativi alle emissioni di CO 2, alle emissioni di altre sostanze prodotte da combustione, agli scarichi idrici e alla gestione dei rifiuti pericolosi e solidi. Il mancato rispetto dei limiti relativi alla CO 2 favorisce i cambiamenti climatici, mentre il mancato rispetto dei limiti di legge relativamente agli altri aspetti ambientali determina un peggioramento delle condizioni ambientali medesime, oltre a esporre il Gruppo a sanzioni.
La scarsità di risorse idriche o la possibile contaminazione delle relative riserve possono influenzare la regolare fornitura di acqua e provocare interruzioni dei servizi o danni rilevanti, sia di natura ambientale che di impatto economico e sociale, accrescendo anche lo stress idrico cui le risorse naturali, al fine di soddisfare la domanda di acqua, sono già costitutivamente sottoposte.
Si segnalano, inoltre, i rischi relativi all’impatto indotto sul Gruppo dalla variabilità delle condizioni meteorologiche sulla domanda di energia elettrica e gas derivante dai diversi scenari.
Gestione dei rischi ambientali-catastrofali
Gli investimenti diretti alla prevenzione e alla riduzione della frequenza degli eventi dannosi, nonché quelli che consentono di ottenere misure di mitigazione per la riduzione della loro severità, assumono un ruolo fondamentale.
L’impegno del Gruppo nel ridurre la produzione di anidride carbonica è rappresentato nella rendicontazione delle proprie performance e dei propri impegni nei confronti del cambiamento climatico, nei progetti attivati per promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili, per ridurre i consumi energetici e per fornire ai clienti opportunità finalizzate a ridurre le proprie emissioni di gas serra. Il Gruppo è impegnato a contribuire alla mitigazione dei rischi ambientali ottemperando agli obiettivi di efficienza energetica fissati dal legislatore e dalle Nazioni Unite, proseguendo nel miglioramento continuo del parco produttivo e incentivando forme virtuose e responsabili di consumo da parte dei clienti. I fabbisogni elettrici per il funzionamento dei siti produttivi del Gruppo sono soddisfatti interamente mediante energia da fonte rinnovabile. In relazione alle conseguenze di eventi estremi per i quali è attesa una crescente frequenza di accadimento, quale possibile conseguenza dei cambiamenti climatici, Hera ha provveduto a sviluppare importanti azioni. Ad esempio, il piano di salvaguardia della balneazione di Rimini attualmente in corso che, oltre ad assicurare il mantenimento della qualità della risorsa marina, accresce la resilienza dell’infrastruttura di drenaggio delle acque meteoriche a fronte di eventi estremi. Per ulteriori approfondimenti sulle specifiche iniziative si rimanda al paragrafo “Mitigazione dei cambiamenti climatici” del bilancio di sostenibilità del Gruppo.
Hera si è dotata di un adeguato sistema di controllo ambientale, sia per quanto attiene la governance dei processi di certificazione ambientale e relativi audit, sia per ciò che riguarda la gestione operativa di controlli e rilevazioni. Il Gruppo riesce a far fronte ai rischi ambientali mediante una continua attività di monitoraggio dei potenziali fattori di inquinamento, assicurando trasparenza nelle rilevazioni, nonché tramite significativi investimenti in impianti tecnologici per garantire una qualità dell’aria e dell’acqua costantemente migliore di quanto richiesto dai limiti di legge. Per maggiori dettagli si rimanda ai paragrafi “Tutela dell’aria, del suolo e della biodiversità” e “Gestione sostenibile della risorsa idrica” del bilancio di sostenibilità. Hera, inoltre, in coerenza con la propria strategia di economia circolare, ha già effettuato (e prosegue nella pianificazione di medio-lungo termine) investimenti in impianti di selezione, recupero e compostaggio, incrementando la quota di rifiuti trattati e al contempo riducendo il ricorso alle discariche, riuscendo ad anticipare quanto previsto dalle norme europee e nazionali. Per maggiori dettagli si rimanda al paragrafo “Transizione verso un’economia circolare” del bilancio di sostenibilità.
Prosegue l’approfondimento della resilienza del sistema di approvvigionamento e distribuzione idrico del Gruppo in una prospettiva di medio-lungo periodo. La riduzione dell’impronta idrica, inoltre, viene perseguita attraverso il sistema di water management, volto a promuovere una gestione sostenibile della risorsa sia all’interno delle attività svolte dal Gruppo (attraverso il contrasto delle perdite di rete, la riduzione dei consumi diffusi, il recupero dell’acqua piovana per l’irrigazione delle aree verdi e il lavaggio dei mezzi) sia all’esterno (con il controllo dei consumi domestici e l’offerta di consigli e soluzioni per ottimizzarli, il supporto di soluzioni tecnologiche per il cliente idroesigente e il servizio di supporto alla realizzazione di impianti di trattamento per il riuso/recupero dell’acqua). L’implementazione del servizio idrico integrato dei water safety plan consente, inoltre, un approccio alla gestione della qualità della risorsa idrica basato su valutazione e gestione dei rischi, quindi su prevenzione e controllo.
Relativamente al rischio derivante dalla variabile meteorologica, il Gruppo dispone di adeguati strumenti di previsione della domanda energetica tali da consentire l’ottimizzazione dell’utilizzo delle fonti disponibili. Inoltre, è dotato di adeguata flessibilità nelle fonti di approvvigionamento di commodity energetiche, che ne assicurano la disponibilità a condizioni di mercato. L’aumento di un grado di temperatura media invernale rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale determinerebbe una diminuzione media annua di Mol pari a circa 16 milioni di euro.
Identificazione dei rischi da cambiamento climatico
Gli scenari di rischio da climate change, fisici e transizionali, rilevanti per le proprie attività, sono stati declinati in funzione delle potenziali conseguenze sui business e sono stati oggetto di ulteriori valutazioni di impatto e di mitigazione, in relazione alla loro materialità (fenomeni meteorologici estremi quali alluvioni e siccità nonché rischi per la salute e per l’economia sono alcuni esempi).
L’analisi di scenario in ambito climatologico è una metodologia per testare la resilienza dei piani industriali in base a diverse assunzioni di sviluppi futuri. Hera ha selezionato i due scenari più rilevanti, in particolare, lo scenario di transizione IEA ETP 2DS prodotto dall’International energy agency, scelto come scenario climatico ambizioso, prospetta un’evoluzione futura caratterizzata da forti processi di decarbonizzazione per mantenere l’incremento delle temperature al di sotto di 2° C: tale scenario è stato assunto per l’individuazione dei rischi di transizione. Lo scenario fisico IPCC RCP 8.5, scelto come scenario pessimista, prospetta invece una traiettoria business-as-usual e un conseguente forte incremento della temperatura (circa 4° C): tale scenario è stato assunto per l’individuazione dei rischi fisici. I suddetti scenari hanno consentito di individuare otto rischi fisici e otto rischi di transizione, associati a relativi impatti sul business.
Tipologia |
Cause |
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Rischi fisici |
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Rischi di transizione |
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*Si tratta dei rischi più significativi in corso di indirizzamento, come descritto nel paragrafo 2.04 “Mitigazione dei cambiamenti climatici” del Bilancio di sostenibilità.
A ogni rischio e opportunità è stato associato un orizzonte temporale, un livello di priorità (definito come combinato disposto del livello di probabilità che il contesto in cui opera Hera si modifichi e dell’impatto del rischio/ opportunità sul business) e le conseguenti modalità di gestione e iniziative di business nel caso delle opportunità individuate. In particolare, i rischi fisici sono distribuiti sui due orizzonti temporali di medio e lungo termine, in coerenza con il principio che gli impatti dei cambiamenti climatici diventeranno più evidenti nel medio e lungo termine. I rischi di transizione risultano invece concentrati prevalentemente nell’orizzonte temporale di medio termine.
Al fine di valutare potenziali impatti sugli asset del Gruppo derivanti da fenomeni estremi correlati alle dinamiche del cambiamento climatico, nel corso del 2022 è stata portata a termine l’analisi di rischio da allagamento, con proiezione temporale sul medio-lungo termine. I risultati evidenziano che la perdita media annua riferita agli orizzonti temporali del 2030 e del 2050, in accordo allo scenario PCP 8.5, aumenta rispettivamente di 0,2 milioni di euro e di 0,5 milioni di euro rispetto all’attuale.
Le attività di valutazione dei rischi stanno inoltre proseguendo con gli opportuni livelli di approfondimento, specie con riferimento ai rischi di transizione e alla loro modellizzazione. In base alle attuali analisi non si riscontrano rischi che possano determinare la necessità di apportare svalutazioni agli asset del Gruppo.
Per le valutazioni relative ai potenziali effetti in termini di impairment test, specificatamente in relazione al consumo del gas, si rimanda alla nota 25 del bilancio consolidato al capitolo 2.02 “Note esplicative”.
Gestione dei rischi da cambiamento climatico
Hera ha avviato una serie di iniziative con l’obiettivo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico e contemporaneamente ridurre la propria impronta di carbonio. A ciascun rischio è stata associata una o più modalità di gestione: sono state individuate 21 modalità di gestione per i rischi fisici e 13 per i rischi di transizione; alcune delle conseguenti azioni sono già state integrate negli investimenti effettuati, nonché riflesse nel piano industriale. Per maggiori dettagli si rimanda al paragrafo “Hera per il clima” riportato nel bilancio di sostenibilità. Gli investimenti e le azioni di mitigazione e adattamento ad oggi pianificati, orientati alla transizione energetica verso la carbon neutrality e alla transizione ambientale verso l’economia circolare, nonché per l’evoluzione tecnologica, in linea con le strategie europee e gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, fanno ormai parte del modus operandi del Gruppo e sono spesso realizzati in anticipo rispetto alle tempistiche stimate alla luce dei risultati positivi del Gruppo.
Tipologia |
Principali iniziative/azioni del Gruppo |
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Attività di mitigazione |
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Attività di adattamento |
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Identificazione dei rischi sulla sicurezza operativa e Ict
Le esternalità negative che vengono generate da eventi eccezionali, nonostante attente pianificazioni e coperture assicurative, possono compromettere la continuità dei business e accrescere il fabbisogno finanziario per il ripristino della regolare operatività. L’erogazione dei servizi di pubblica utilità richiede pertanto lo svolgimento sia di attività preventive che di azioni per contrastare interruzioni, ritardi di servizio o livelli di servizio non adeguati. Tra i rischi in ambito tecnologico si annoverano la sicurezza operativa delle reti di distribuzione (fluidi ed elettricità), la sicurezza logica delle informazioni, la sicurezza delle reti di comunicazione e dei sistemi informativi e l’affidabilità dei sistemi di telecontrollo. Le principali minacce per i sistemi on premise (ospitati presso i data center aziendali) oppure in cloud comprendono il furto di identità, il phishing mirato a prendere il controllo di un personal computer per poi attaccare i sistemi centrali, gli attacchi sui servizi esposti, quali ad esempio i siti web pubblici.
La sicurezza delle informazioni utilizzate, prodotte e trasformate dall’azienda dipende dalle modalità con cui sono gestite e dalle risorse umane e tecnologiche coinvolte. La perdita di riservatezza, integrità e disponibilità delle informazioni aziendali, sia che si tratti di informazioni critiche per il business che di informazioni personali (ovvero qualsiasi dato relativo a persone fisiche, come meglio definito dal Regolamento europeo GDPR e dal codice della privacy D.Lgs. 196/03) potrebbero causare serie perdite finanziarie con conseguente perdita di immagine sul mercato. È stata portata a termine una business impact analysis su tutti i sistemi Ict in uso nel Gruppo e annualmente viene effettuata una security risk analysis per l’identificazione e la valutazione del rischio attraverso la metodologia basata su un framework che considera le tre dimensioni di sicurezza: disponibilità, integrità e riservatezza. Il monitoraggio delle performance e dei rischi Ict, tramite indicatori specifici di Cyber Security, è un aspetto chiave in ambito sicurezza.
Gestione dei rischi sulla sicurezza operativa e Ict
Il principale servizio per la gestione dei rischi operativi è il monitoraggio centralizzato delle reti (telecontrollo fluidi e rete elettrica) che permette una costante attività di monitoraggio e supervisione delle stesse in tempo reale e, in alcuni ambiti, la gestione da remoto. In termini operativi il monitoraggio centralizzato consente di segnalare con tempestività potenziali fattori critici alle strutture tecniche del pronto intervento e, ove possibile, di intervenire direttamente a risoluzione della potenziale criticità. Tali sistemi hanno avuto modo di essere applicati in molteplici situazioni, consentendo il ripristino del servizio in tempi adeguati e garantendo adeguata resilienza ai servizi offerti.
Con riferimento alla sicurezza informatica, è attivo il Security Operation Center di Gruppo, cioè il servizio centralizzato di monitoraggio in tempo reale degli eventi che interessano i sistemi informatici, le infrastrutture IT e gli ambiti industriali (OT). Oltre a questo, come ogni anno, sono proseguite le attività di test per valutare continuamente il livello di penetrabilità dei sistemi esposti e di sicurezza delle reti, oltre a realizzare campagne di formazione per la sensibilizzazione di tutti i dipendenti del Gruppo.
Nel corso del 2023 è proseguita l’attuazione di interventi finalizzati a garantire la riservatezza, l’integrità e la disponibilità dei sistemi Hera. A titolo esemplificativo, nel contesto degli impianti industriali, è proseguito lo sviluppo del modello di monitoraggio convergente della cyber security tra ambiti It (information technology) e Ot (operation technology). Al fine di intercettare eventuali vulnerabilità presenti su sistemi o applicazioni che potrebbero essere sfruttate da un attaccante sono proseguite le attività di vulnerability assessment anche per l'ambito degli impianti industriali.
Identificazione dei rischi sulla sicurezza e sullo sviluppo delle persone
Le persone e i relativi comportamenti influenzano in modo sempre più rilevante l’efficacia delle strategie aziendali. La tutela delle persone resta pertanto elemento cardine, sia in termini di salute e sicurezza sul lavoro che in termini di protezione sociale. Le esigenze e i bisogni emergenti di tutti i dipendenti sono pertanto oggetto di continua attenzione del Gruppo.
Il procedimento di Hera strutturato per l’identificazione dei pericoli e della relativa valutazione dei rischi in ambito salute e sicurezza si concentra sull’analisi dei ruoli, delle attività lavorative, dei processi, dei luoghi di lavoro, delle attrezzature, dei mezzi, degli impianti e delle sostanze utilizzate. Le misure di mitigazione dei rischi adottate e l’efficacia della loro implementazione sono periodicamente monitorate e riesaminate. A tal proposito è stata sviluppata una check-list di controllo specifica per il monitoraggio periodico dei comportamenti del personale da parte dei responsabili delle varie unità organizzative.
Con lo scopo di identificare, misurare e monitorare i rischi che minacciano gli asset del Gruppo e la continuità della erogazione dei servizi essenziali, è stato implementato un modello di valutazione dei rischi per la sicurezza fisica degli asset. Questo modello si pone l’obiettivo di prevenire e mitigare le minacce e gli impatti causati da eventi (dolosi, colposi o accidentali) quali ad esempio incendi, furti, atti di sabotaggio/vandalismo.
Gestione dei rischi sulla sicurezza e sullo sviluppo delle persone
Al fine di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori e mitigare il rischio di infortuni, il Gruppo è impegnato costantemente verso iniziative finalizzate a un più efficace monitoraggio e miglioramento dei processi di protezione e prevenzione in tema di sicurezza, volti alla riduzione della frequenza e della severità degli incidenti. Le didattiche scelte per la formazione dei lavoratori, oltre ad avere carattere tecnico-normativo, sono orientate allo sviluppo della piena coscienza di sé nella percezione del rischio e nel mettere in campo comportamenti sicuri e consapevoli.
Le misure di prevenzione e protezione messe in atto dal Gruppo hanno l’obiettivo di minimizzare la probabilità di accadimento di un evento sfavorevole, ovvero la gravità delle conseguenze a seguito dell’evento. Per Hera è di fondamentale importanza sviluppare nei lavoratori la cognizione dei rischi legati alla propria attività lavorativa; pertanto, il Gruppo propone sempre più percorsi formativi che inducono le persone ad acquisire una maggior consapevolezza, modificando i propri comportamenti nella percezione del rischio e nell’essere d’esempio virtuoso per gli altri colleghi. L’attenzione a tali aspetti è elemento imprescindibile dell’operatività per continuare a confermare il continuo decremento del numero di infortuni, dell’indice di frequenza degli stessi, di quello di gravità degli incidenti e del numero di giornate di assenza per infortunio. A tal proposito, sono state ricevute importanti certificazioni secondo la norma ISO 9001 (sistema di gestione qualità), ISO 14001 (sistema di gestione ambientale) e ISO 45001 (sistema di gestione salute e sicurezza sul lavoro). Il procedimento di identificazione dei pericoli e di valutazione e controllo dei rischi è eseguito in maniera preventiva e proattiva (piuttosto che reattiva) al fine dell’individuazione di adeguate misure di riduzione e controllo dei rischi.
L’impegno costante delle persone e l’integrazione della sicurezza nei processi e nella formazione sono elementi fondanti della cultura della sicurezza del Gruppo. La strategia di gestione del rischio si basa sul presupposto che ciascuno è responsabile della propria salute e sicurezza, così come di quella delle persone con cui interagisce. Tale principio è stato trasposto nella procedura di gestione del processo di identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori. Questa procedura prevede, in particolare, che ogni dipendente sia tenuto a segnalare e fermare tempestivamente qualsiasi situazione a rischio o comportamento non sicuro. I responsabili delle unità organizzative, inoltre, nel 2023 hanno completato e gestito circa 5 mila check-list di controllo mirate al monitoraggio delle misure adottate e all’eventuale segnalazione di necessità di azioni di miglioramento (ad esempio rinforzi formativi per il personale).
Al fine di mantenere elevata l’efficacia nello svolgimento delle proprie attività e garantire il più elevato livello di sicurezza sul lavoro, il rispetto degli standard ambientali e ridurre i rischi legati alla continuità dei servizi, Hera ha elaborato un progetto tecnico-gestionale pluriennale di sicurezza fisica che:
Per una migliore gestione degli eventi, ad esempio, sono state messe a frutto sinergie, competenze e risorse del Gruppo tramite la centralizzazione del punto recezione allarmi presso una control room con visione di tutti gli allarmi/segnalazioni riguardanti gli asset, ma anche tramite la gestione di reti e sistemi del global contractor (per l’installazione, la manutenzione degli impianti e l’attivazione dei servizi di vigilanza). Infine, con riferimento al benessere sociale, con l’obiettivo di favorire un ambiente di lavoro positivo, Hera ha creato un sistema di welfare fondato sull’attenzione alle persone. Tale sistema comprende interventi di natura monetaria e legati alla qualità della vita, quali servizi aventi a oggetto interventi su famiglia, istruzione, conciliazione vita-lavoro, benessere, tempo libero e salute.
Il 2023 si chiude per il Gruppo Hera con risultati economici e investimenti in crescita rispetto all’anno precedente. Il margine operativo lordo adjusted è pari a 1.494,7 milioni di euro in aumento del 15,4%; il margine operativo netto adjusted è in crescita del 18,0%, e l’utile netto adjusted in crescita del 12,0%. Anche dal punto di vista degli investimenti, si segnala una crescita importante pari al 13,1% rispetto al 2022, a riprova dell’attenzione continua del Gruppo alla crescita, alla valorizzazione e al rafforzamento della resilienza degli asset gestiti. Infine, la struttura patrimoniale/finanziaria mostra un significativo miglioramento rispetto al 2022, con un rapporto NetDebt/Ebitda che raggiunge il valore di 2,56x.
I risultati del 2023 si collocano all’interno di uno scenario esterno che ha evidenziato andamenti meno volatili dei prezzi delle commodities energetiche, riportando il Gruppo Hera a operare in un contesto di mercato più stabile anche se non ancora ai valori pre-crisi. Inoltre, il Gruppo ha mostrato una forte resilienza a fronte di fenomeni meteoclimatici estremi avvenuti nel territorio di riferimento.
Le performance consuntivate sono sempre guidate dalla strategia multibusiness, bilanciata tra attività regolamentate e a libero mercato, con l’attenzione verso la sostenibilità e l’economia circolare. Il Gruppo Hera persegue questo modello sia nella crescita organica che nelle opportunità offerte dal mercato attraverso lo sviluppo per linee esterne, con l’obiettivo di fornire ai clienti soluzioni innovative, competitive e sempre più complete.
In particolare, si segnala che nel 2023 il Gruppo Hera ha continuato ad ampliare il perimetro nelle aree di business in cui opera. Nell’area ambiente è entrato a regime un secondo impianto per la produzione di biometano a Spilamberto (Mo) ed è stato acquisito il 60% di A.C.R. di Reggiani Albertino Spa, importante realtà operante a livello nazionale nel settore delle bonifiche, nel trattamento di rifiuti industriali, nel decommissioning di impianti industriali e nei lavori civili legati all’oil&gas. Sulla tematica appena evidenziata si daranno informazioni dettagliate nel paragrafo 1.07.04.
In ambito It-Tlc, l’acquisizione con Ascopiave del 92% di Asco TLC Spa - seguita poi dalla fusione per incorporazione nella controllata Acantho Spa – ha consentito al Gruppo Hera di potenziare i servizi di connettività, telefonia e data center a livello pluriregionale.
Infine, nell’area energy, sono state acquisite la società ferrarese Tiepolo Srl, per la costruzione di un parco solare fotovoltaico a Bondeno, e il 60% della riminese F.lli Franchini Srl, attiva nel settore delle installazioni di impianti termoidraulici ed elettrici e di soluzioni fotovoltaiche per la clientela business.
Da ricordare infine la costituzione di Horowatt Srl, la NewCo tra il Gruppo Hera e Orogel per la realizzazione entro il 2024 di un impianto agrivoltaico sostenibile e all’avanguardia nello stabilimento cesenate della cooperativa agricola.
Si segnala l’aggiudicazione a Hera Comm Spa di due dei nove lotti del servizio di Salvaguardia per gli anni 2023 e 2024, con un lotto in più (due complessivi) rispetto al biennio precedente e l’aggiudicazione di uno dei 12 lotti del servizio a tutele graduali per la fornitura di energia elettrica alle microimprese per il periodo dal 1° aprile 2023 al 31 marzo 2027. Sulla tematica appena evidenziata si daranno informazioni dettagliate nel paragrafo 1.07.02.
Di seguito vengono illustrati i risultati economici al 31 dicembre 2023 e 2022:
Conto economico |
Dic-23 |
Inc. % |
Dic-22 |
Inc. % |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
14.897,3 |
0,0% |
20.082,0 |
0,0% |
(5.184,7) |
(25,8)% |
Altri ricavi operativi |
667,8 |
4,5% |
548,2 |
2,7% |
119,6 |
21,8% |
Materie prime e materiali |
(9.765,2) |
(65,6)% |
(16.635,9) |
(82,8)% |
(6.870,7) |
(41,3)% |
Costi per servizi |
(3.655,9) |
(24,5)% |
(2.105,8) |
(10,5)% |
1.550,1 |
73,6% |
Altre spese operative |
(90,3) |
(0,6)% |
(74,9) |
(0,4)% |
15,4 |
20,6% |
Costi del personale |
(641,1) |
(4,3)% |
(601,1) |
(3,0)% |
40,0 |
6,7% |
Costi capitalizzati |
82,1 |
0,6% |
82,5 |
0,4% |
(0,4) |
(0,5)% |
Margine operativo lordo* |
1.494,7
|
10,0%
|
1.295,0
|
6,4%
|
199,7
|
15,4%
|
Ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni |
(753,7) |
(5,1)% |
(667,1) |
(3,3)% |
86,6 |
13,0% |
Margine operativo netto* |
741,0
|
5,0%
|
627,9
|
3,1%
|
113,1
|
18,0%
|
Gestione finanziaria |
(177,6) |
(1,2)% |
(125,0) |
(0,6)% |
52,6 |
42,1% |
Risultato ante imposte* |
563,4
|
3,8%
|
502,9
|
2,5%
|
60,5
|
12,0%
|
Imposte |
(146,4) |
(1,0)% |
(130,6) |
(0,7)% |
15,8 |
12,1% |
Risultato netto* |
417,0
|
2,8%
|
372,3
|
1,9%
|
44,7
|
12,0%
|
Risultato da special item |
‐
|
0,0% |
‐
|
0,0% |
‐
|
100,0% |
Utile netto dell'esercizio* |
417,0
|
2,8%
|
372,3
|
1,9%
|
44,7
|
12,0%
|
Attribuibile a: |
|
|
|
|
|
|
Azionisti della Controllante* |
375,2 |
2,5% |
322,2 |
1,6% |
53,0 |
16,5% |
Azionisti di minoranza |
41,8 |
0,3% |
50,1 |
0,2% |
(8,3) |
(16,6)% |
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.02
RICAVI
(mld/euro)
I ricavi a dicembre 2023 sono in calo di 5.184,7 milioni di euro rispetto all’equivalente periodo del 2022. I settori dell’energia presentano una flessione pari a 5.570 milioni di euro, principalmente per il calo dei prezzi delle commodity energetiche e per i minori volumi gas a causa delle minori attività di intermediazione e del clima mite registrato nell’anno, nonostante l’aggiudicazione di otto dei nove lotti del servizio di Fornitore di Ultima Istanza gas (per clienti che svolgono attività di servizio pubblico o sono senza fornitore) per il periodo 1° ottobre 2023 – 30 settembre 2025 (rispetto ai sei lotti aggiudicati nella gara precedente), la conferma di tutti i nove lotti del servizio di Default di distribuzione gas (clienti morosi) per il periodo 1° ottobre 2023 – 30 settembre 2025 e l’assegnazione di tre dei dodici lotti della gara Consip GAS15bis per la fornitura di gas naturale alle Pubbliche Amministrazioni nel 2023-24 (rispetto ai 2 lotti della gara precedente).
Tale contrazione viene parzialmente mitigata dai maggiori volumi venduti di energia elettrica, grazie alle azioni di sviluppo commerciale, all’aggiudicazione di quattro dei diciassette lotti della gara Consip EE20 per la fornitura di energia elettrica alle Pubbliche amministrazioni nel 2023 (confermando i risultati della gara precedente) e dei due lotti in salvaguardia.
Inoltre, si segnala la crescita del fatturato dei servizi energia, legata prevalentemente agli incentivi di efficienza energetica negli edifici abitativi (bonus facciate e superbonus 110%) e l’aumento delle attività per servizi a valore aggiunto per i clienti. Questi effetti complessivamente contribuiscono per circa 421 milioni di euro.
Infine, i ricavi del settore ambiente contribuiscono alla crescita per 85,9 milioni di euro, incremento riconducibile in particolare all’acquisizione effettuata nel mercato industria.
Per approfondimenti, si rimanda all’analisi delle singole aree d’affari del capitolo 1.07.
Gli altri ricavi operativi a dicembre 2023 sono in crescita di 119,6 milioni di euro, rispetto all’equivalente periodo del 2022, principalmente per i maggiori ricavi per commesse su beni oggetto di concessione e per i titoli di efficienza energetica.
I costi delle materie prime e materiali si riducono di 6.870,7 milioni di euro rispetto a dicembre 2022. Questo decremento è prevalentemente correlato all’andamento dei ricavi energy in relazione al calo dei prezzi delle materie prime energetiche, grazie a una maggiore stabilità dei mercati nel corso di quest’ultimo anno e ai sopraccitati minori volumi di gas intermediati e venduti.
Gli altri costi operativi aumentano di 1.565,5 milioni di euro (maggiori costi per servizi per 1.550,1 milioni di euro e maggiori spese operative per 15,4 milioni di euro). Si evidenziano complessivamente circa 950 milioni di euro di maggiori costi di trasporto e stoccaggio gas e degli oneri di sistema; questi ultimi, che nell’esercizio precedente erano stati azzerati per fronteggiare la crisi energetica, sono stati del tutto ripristinati come indicato nei capitoli 1.07.01 e 1.07.02. I servizi energia per l’efficienza energetica e i servizi a valore aggiunto registrano maggiori costi per lavori pari a 395 milioni di euro. A questi si affiancano i maggiori costi di raccolta e trattamento rifiuti per circa 140 milioni di euro dovuti prevalentemente a una acquisizione societaria precedentemente commentata, alla crescita dei costi di trasporto e alle maggiori attività sullo sviluppo di nuovi progetti di raccolta differenziata. Inoltre, si registrano maggiori costi legati a commesse su beni in concessione per circa 19 milioni di euro e al rialzo dei listini di tutte le principali prestazioni di servizi.
Il costo del personale cresce del 6,7% rispetto a dicembre 2022, per un controvalore di 40,0 milioni di euro. Questo aumento è legato per circa 30,0 milioni di euro alla variazione di perimetro generata dalle acquisizioni societarie descritte in precedenza. Al netto di tale evento l’incremento del costo del personale è contenuto al 1,7% per gli incrementi retributivi previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro.
I costi capitalizzati sono sostanzialmente allineati all’anno precedente.
MARGINE OPERATIVO LORDO*
(mln/euro)
Il margine operativo lordo adjusted cresce di 199,7 milioni di euro rispetto a dicembre 2022, con una variazione pari al 15,4%. Tale andamento è riconducibile al contributo complessivo delle aree energy per 169,4 milioni di euro, alle buone performance dell’area ambiente, in crescita di 15,4 milioni di euro, e infine al contributo del ciclo idrico per 9,5 milioni di euro e degli altri servizi per 5,4 milioni di euro.
Per approfondimenti, si rimanda all’analisi delle singole aree d’affari.
Ammortamenti e accantonamenti al 31 dicembre 2023 aumentano di 86,6 milioni di euro rispetto all’anno precedente, pari al 13,0%, principalmente per i nuovi investimenti operativi, per un incremento delle attività per l’acquisizione di nuovi clienti e per le variazioni di perimetro derivanti dal consolidamento di società aventi ad oggetto attività di bonifica e trattamento dei rifiuti o specializzate nella realizzazione di impianti tecnologici ed energie rinnovabili. Gli accantonamenti al fondo svalutazione crediti crescono in coerenza con l’incremento della base clienti del Gruppo nei vari servizi erogati.
MARGINE OPERATIVO NETTO*
(mln/euro)
Il margine operativo netto adjusted è pari a 741,0 milioni di euro, in crescita del 18,0% rispetto al 2022, una crescita superiore a quella del Mol*; gli ammortamenti e accantonamenti, come descritto in precedenza, crescono infatti in misura inferiore rispetto alla crescita del Mol*.
L’incidenza della gestione finanziaria registra un incremento di 52,6 milioni di euro rispetto al 2022. Tale variazione è riconducibile all’incremento dell’indebitamento medio annuo resosi necessario, in particolare nei primi sei mesi dell’anno, per far fronte all’incremento dell’investimento in capitale circolante generato dall’aumento rilevante dei prezzi delle materie prime energetiche e della loro volatilità evidenziatasi nell’anno precedente. A questo fenomeno si è aggiunto un incremento progressivo del costo del denaro sui mercati finanziari determinato dalle politiche monetarie restrittive della Bce. Le attività di liability manangement portate avanti dal Gruppo nel corso del 2023 hanno consentito di contenere progressivamente l’evoluzione degli oneri finanziari, ottimizzando la struttura finanziaria, rafforzandone al tempo stesso la flessibilità e la capacità di rispondere efficacemente a eventuali contesti futuri di volatilità anomala.
Il risultato ante-imposte adjusted evidenzia un aumento pari al 12% rispetto a dicembre 2022; la crescita derivante dal margine operativo netto è solo in parte assorbita dall’andamento della gestione finanziaria, come descritto in precedenza.
Le imposte di competenza dell’esercizio 2023 evidenziate nello schema gestionale sono pari a 146,4 milioni di euro, in incremento rispetto ai 130,6 milioni di euro del 2022. ll tax rate del 26% è sostanzialmente allineato a quello del precedente esercizio. Nel confronto, si segnala che in entrambi gli esercizi sono stati contabilizzati i benefici derivanti dall’affrancamento del maggior valore che si è originato a seguito di alcune acquisizioni, oltre ai crediti d’imposta riconosciuti per l’acquisto di energia elettrica e gas, ai sensi del D.L. 4/2022 e successivi provvedimenti, non rilevanti fiscalmente. Inoltre, le imposte di competenza del 2022 risultavano comprensive del contributo straordinario contro il caro bollette previsto dalla legge 51/2022 che ha convertito l’art.37 del D.L.21/2022, per 2,3 milioni di euro.
Come sintesi di tutti gli eventi precedentemente descritti, l’utile netto adjusted è in crescita di 44,7 milioni di euro rispetto al valore di dicembre 2022.
Al termine dell’esercizio 2023, gli investimenti netti cumulati del Gruppo sono pari a 779,2 milioni di euro, in aumento di 90,5 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
I contributi in conto capitale ammontano a 36,5 milioni di euro, di cui 19,5 milioni per gli investimenti FoNI, come previsto dal metodo tariffario per il servizio idrico integrato e sono complessivamente in aumento rispetto l’anno precedente di 12,6 milioni di euro.
Di seguito la suddivisione per settore di attività, con evidenza dei contributi in conto capitale:
Totale investimenti (mln/euro) |
dic-23 |
dic-22 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Area gas |
191,8 |
156,7 |
35,1 |
+22,4% |
Area energia elettrica |
124,5 |
78,3 |
46,2 |
+59,0% |
Area ciclo idrico integrato |
228,2 |
208,0 |
20,2 |
+9,7% |
Area ambiente |
150,8 |
149,2 |
1,6 |
+1,1% |
Area altri servizi |
13,8 |
15,3 |
(1,5) |
(9,8)% |
Struttura centrale |
106,7 |
102,1 |
4,6 |
+4,5% |
Totale investimenti operativi lordi |
815,8
|
709,5
|
106,3
|
+15,0%
|
Contributi conto capitale |
36,5 |
23,9 |
12,6 |
+52,7% |
di cui per FoNI (Fondo Nuovi Investimenti) |
19,5 |
17,4 |
2,1 |
+12,1% |
Totale investimenti operativi netti |
779,2
|
685,5
|
93,7
|
+13,7%
|
Investimenti finanziari |
‐
|
3,2 |
(3,2) |
(100,0)% |
Totale investimenti netti |
779,2
|
688,7
|
90,5
|
+13,1%
|
TOTALE INVESTIMENTI OPERATIVI NETTI
(mln/euro)
Al lordo dei contributi in conto capitale, gli investimenti operativi del Gruppo sono pari a 815,8 milioni di euro, in crescita di 106,3 milioni di euro rispetto all’anno precedente, e sono riferiti principalmente a interventi su impianti, reti e infrastrutture. A questi si aggiungono gli adeguamenti normativi che riguardano soprattutto la distribuzione gas per la sostituzione massiva dei contatori e l’ambito depurativo e fognario.
I commenti sugli investimenti delle singole aree sono riportati nell’analisi per area d’affari.
Nella struttura centrale, gli investimenti riguardano gli interventi sugli immobili nelle sedi aziendali, sui sistemi informativi, sul parco automezzi, oltre a laboratori e strutture di telecontrollo.
Complessivamente, gli investimenti di struttura ammontano a 106,7 milioni di euro, in crescita di 4,6 milioni di euro rispetto all’anno precedente, principalmente per gli interventi di rinnovo sulle flotte aziendali e per gli investimenti sui sistemi informativi di Gruppo.
Di seguito viene analizzata l'evoluzione del capitale investito netto e delle fonti di finanziamento del Gruppo per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023.
Capitale investito e fonti di finanziamento (mln/euro) |
dic-23 |
Inc.% |
dic-23 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Immobilizzazioni nette* |
8.119,2 |
+107,1% |
7.522,3 |
+94,5% |
596,9 |
+7,9% |
Capitale circolante netto* |
166,0 |
+2,2% |
1.096,0 |
+13,8% |
(930,0) |
(84,9)% |
(Fondi) |
(705,9) |
(9,3)% |
(657,6) |
(8,3)% |
(48,3) |
(7,3)% |
Capitale Investito Netto* |
7.579,3
|
+100,0%
|
7.960,7
|
+100,0%
|
(381,4)
|
(4,8)%
|
Patrimonio Netto* |
(3.751,6) |
+49,5% |
(3.710,9) |
+46,6% |
(40,7) |
(1,1)% |
Indebitamento finanziario netto non corrente |
(4.315,4) |
+56,9% |
(5.598,5) |
+70,3% |
1.283,1 |
+22,9% |
Indebitamento finanziario netto corrente |
487,7 |
(6,4)% |
1.348,7 |
(16,9)% |
(861,0) |
(63,8)% |
Indebitamento finanziario netto |
(3.827,7) |
+50,5% |
(4.249,8) |
+53,4% |
422,1 |
+9,9% |
Totale fonti di finanziamento* |
(7.579,3)
|
(100,0)%
|
(7.960,7)
|
+100,0%
|
381,4
|
+4,8%
|
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nella sezione degli Indicatori alternativi di performance (IAP)
L’esercizio 2023 chiude con un capitale circolante netto* pari a 166 milioni di euro in calo rispetto ai 1.096 milioni di euro di fine 2022. La variazione risente della valutazione del fair value degli strumenti derivati su commodity in decremento di 233,4 milioni di euro rispetto all’anno precedente, con corrispondente impatto sul patrimonio netto per i contratti di copertura contabilizzati in cash flow hedge e, in misura residuale, sul conto economico dell’esercizio per i derivati di trading. Le variazioni di capitale circolante netto che hanno determinato un corrispondente impatto sull’indebitamento finanziario netto sono principalmente riconducibili:
Per quanto attiene il valore dei crediti commerciali non si evidenziano criticità sulle performance degli incassi che risultano, su alcuni segmenti di mercato, migliori rispetto all’anno precedente grazie al continuo e attento controllo dei processi di gestione del credito anche in fase di acquisizione dei contratti (gestione origination).
Nel 2023, i fondi ammontano a 705,9 milioni di euro, in aumento rispetto a quanto registrato alla fine dell’anno precedente (657,6 milioni di euro). Questo risultato è la conseguenza, principalmente, degli accantonamenti di periodo e degli adeguamenti dei fondi post mortem discariche e ripristino beni di terzi che hanno più che compensato le uscite per utilizzi.
Il patrimonio netto* si incrementa dai 3.710,9 milioni di euro del 2022 ai 3.751,6 milioni di euro del 2023. Il patrimonio netto* rafforza la solidità del Gruppo grazie al positivo risultato netto* della gestione 2023, pari a 417 milioni di euro e alla variazione dell’interessenza di minoranza partecipativa, che hanno più che compensato la riduzione delle riserve in cash flow hedge, la distribuzione dei dividendi e i movimenti delle azioni proprie.
Il rendimento sul capitale investito netto adjusted (Roi*) si attesta a 9,8% nel 2023, in aumento rispetto al Roi del 2022 pari al 7,9%, per effetto dell’incremento del risultato della gestione operativa (Ebit) e della diminuzione del capitale investito netto (Cin), dovuto all’impatto positivo delle variazioni del Capitale circolante netto*.
ROI*
(%)
* adj per partite non ricorrenti e operazione Ascopiave
Il risultato della gestione, fa registrare un rendimento sul capitale proprio adjusted (Roe*) pari al 11,1%, in aumento rispetto ai livelli registrati nel 2022. L’aumento è legato a un incremento dell’utile di esercizio in misura maggiore rispetto all’incremento del patrimonio netto.
ROE*
(%)
* adj per partite non ricorrenti e operazione Ascopiave
L’analisi dell'indebitamento finanziario netto riclassificato è riportata nella tabella qui di seguito esposta:
mln/euro |
|
31-dic-23 |
31-dic-22 |
---|---|---|---|
A |
Disponibilità liquide |
1.332,8 |
1.942,4 |
B |
Mezzi equivalenti a disponibilità liquide |
‐ |
‐ |
C |
Altre attività finanziarie correnti |
90,9 |
77,7 |
D |
Liquidità (A+B+C) |
1.423,7 |
2.020,1 |
E |
Debito finanziario corrente |
(411,9) | (563,0) |
F |
Parte corrente del debito finanziario non corrente |
(524,1) |
(108,4) |
G |
Indebitamento finanziario corrente (E+F) |
(936,0) |
(671,4) |
H |
Indebitamento finanziario corrente netto (G+D) |
487,7 |
1.348,7 |
I |
Debito finanziario non corrente |
(703,9) |
(1.997,0) |
J |
Strumenti di debito |
(3.391,2) |
(3.197,3) |
K |
Debiti commerciali e altri debiti non correnti |
‐ |
‐ |
L |
Indebitamento finanziario non corrente (I+J+K) |
(4.095,1) | (5.194,3) |
M |
Totale indebitamento finanziario (H+L) |
(3.607,4) | (3.845,6) |
|
Crediti finanziari non correnti |
162,8 | 151,8 |
|
Indebitamento finanziario netto (esclusa opzione di vendita) |
(3.444,6) | (3.693,8) |
|
Quota nominale - fair value opzione di vendita |
(337,2) | (475,9) |
|
Indebitamento finanziario netto con opzione di vendita rettificata (NetDebt put option adj) |
(3.781,8) |
(4.169,7) |
|
Quota dividendi futuri - fair value opzione di vendita |
(45,9) | (80,1) |
|
Indebitamento finanziario netto (NetDebt) |
(3.827,7) | (4.249,8) |
Il valore complessivo dell’indebitamento finanziario netto risulta pari a 3.827,7 milioni di euro, registrando un decremento di circa 422,1 milioni di euro rispetto all’anno precedente, grazie alle positive performance del capitale circolante netto.
In ottica di riequilibrio del capitale circolante netto, il Gruppo ha proseguito, in modo routinario nel corso dell’esercizio, a effettuare operazioni di riscadenziamento di debiti commerciali, tramite lettere di credito, per complessivi 404,6 milioni di euro (506,3 milioni di euro nel precedente esercizio). Al termine dell’esercizio l’importo delle operazioni ancora in essere ammonta a 187,9 milioni di euro (192 milioni al termine del precedente esercizio). Tramite queste operazioni il Gruppo ha ottimizzato i propri termini di pagamento, mantenendo iscritto il medesimo importo tra i debiti commerciali, poiché rientrante nella propria gestione tipica del circolante. Si precisa, infatti, che il Gruppo presenta debiti commerciali, con differenti termini di pagamento, in base agli accordi contrattuali definiti con le singole controparti dei vari business in cui opera, che oscillano dai 7 giorni ai 60 giorni dalla data di emissione delle fatture.
La struttura finanziaria presenta un indebitamento corrente totale pari a 936 milioni di euro in aumento di 264,6 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
La quota di debito finanziario corrente è pari a 411,9 milioni di euro e risulta in riduzione di 151,1 milioni euro principalmente per i minori impatti dei debiti riferiti alla regolazione giornaliera dei fair value dei derivati su commodity. Il valore di dicembre 2023 comprende debiti verso banche di 92,6 milioni di euro, riferiti a utilizzi di linee di conto corrente per circa 20,7 milioni di euro e a ratei per interessi su finanziamenti per 71,9 milioni di euro. Si rilevano, inoltre, 154,1 milioni di euro di debiti finanziari riguardanti il settlement del gas relativo alla sessione di aggiustamento provvisoria occorsa nel 2023. Per maggiori dettagli si rimanda alla nota 19 “Passività finanziarie” del paragrafo 2.02.04 “Struttura patrimoniale e finanziaria” del bilancio consolidato.
La parte corrente del debito finanziario non corrente pari a 524,1 milioni di euro, in incremento di 415,7 milioni di euro, comprende 438 milioni di euro di prestiti obbligazionari in scadenza nel 2024 (149,8 milioni di euro Bond Aflac e 288,3 milioni di euro residuo del Green Bond). Sono inclusi inoltre 24,5 milioni di euro riferiti a debiti correnti per contratti di leasing.
L’ammontare relativo all’indebitamento finanziario non corrente risulta in diminuzione di 1.099,2 milioni di euro rispetto al valore dell'anno precedente, grazie al rimborso di 750 milioni di euro di finanziamenti e la classificazione nella parte non corrente, con successiva estinzione anticipata, di un prestito ponte di 500 milioni di euro acceso nel corso del 2022. Il valore comprende una nuova emissione obbligazionaria sostenibile di 600 milioni di euro (sustainability-linked bond), perfezionata in aprile 2023 e risulta in riduzione anche per la riclassificazione di 438 milioni di euro di obbligazioni in scadenza sul debito a breve termine. Si segnala che per garantire gli eventuali fabbisogni straordinari di liquidità sono state comunque stipulate una linea revolving sostenibile di 450 milioni di euro con un pool primario di banche, con durata 5 anni, e una linea di credito con Bei di 460 milioni di euro, con durata sedici anni e 3 anni di periodo di disponibilità. Queste nuove linee risultano ancora non utilizzate al 31 dicembre 2023.
Si evidenzia una diminuzione delle disponibilità liquide che passano da 1.942,4 milioni di euro del 2022 a 1.332,8 milioni di euro del 31 dicembre 2023, per effetto del cash flow della gestione e delle operazioni liability management effettuate sul debito.
Al 31 dicembre 2023 il debito a medio/lungo termine è rappresentato per una quota pari a 83% da titoli obbligazionari (bond) con rimborso alla scadenza. Il totale indebitamento a medio/lungo termine, di cui il 96% è a tasso fisso, presenta una durata residua media di circa cinque anni e due mesi. Il 46,3% del debito ha scadenza oltre i cinque anni.
INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO (NETDEBT)
(mld/euro)
La gestione caratteristica ha generato flussi di cassa operativi positivi per 725,9 milioni di euro che hanno finanziato integralmente la distribuzione dei dividendi e hanno contribuito al finanziamento della totalità delle operazioni di acquisto di partecipazioni, tra le quali si segnala l’acquisizione del 60% di A.C.R. Spa, operante nel settore ambientale, del 60% della azienda riminese F.lli Franchini Srl, operante nel settore degli impianti tecnologici ed energie rinnovabili e del 36,8% della società Asco TLC Spa, società attiva nella prestazione di servici Ict, successivamente fusa in Acantho Spa.
CASH FLOW
(mln/euro)
Il rapporto NetDebt/Ebitda* del 2023 è calato a 2,56 volte rispetto a 3,28 del 2022, ritornando ai livelli precedenti la crisi dei mercati energetici.
NET DEBT/EBITDA*
(X)
*adj per partite non ricorrenti e operazione Ascopiave
L’indice Ffo*/NetDebt si attesta a 25,6% confermando la solidità finanziaria del Gruppo e la capacità di fare fronte alle proprie obbligazioni finanziarie.
FFO*/NET DEBT
(%)
* adj per partite non ricorrenti e operazione Ascopiave
L’impegno del Gruppo nella rendicontazione agli stakeholder dei risultati ottenuti nelle dimensioni della creazione di valore condiviso (Csv – creating shared value) e della sostenibilità trova conferma anche quest’anno nella predisposizione del bilancio di sostenibilità, disponibile all’indirizzo bs.gruppohera.it e nel sito del Gruppo nella sezione sostenibilità.
Il bilancio di sostenibilità rappresenta la dichiarazione consolidata di carattere non finanziario del Gruppo Hera predisposta ai sensi del D.Lgs. 254/16 e costituisce una relazione distinta rispetto alla presente relazione sulla gestione, come previsto dall’art. 5 comma 3, lettera b) del D.Lgs. 254/16. Il bilancio di sostenibilità include anche gli indicatori e le informazioni relative all’ambiente, al personale e alle attività di ricerca e sviluppo.
Di seguito si riporta una sintesi dei principali risultati rendicontati nel bilancio di sostenibilità per il 2023, anno che ha visto l’inclusione del titolo Hera, per il quarto anno consecutivo, nei Dow Jones Sustainability Index World e Europe con uno score che colloca il Gruppo tra le migliori aziende del settore Multi and Water Utilities. Sempre nell’ambito della finanza green, si segnala l’emissione nel 2023 di un nuovo Sustainability-linked bond di 600 milioni collegato a obiettivi di neutralità carbonica e di economia circolare. Questa nuova emissione segue la precedente avvenuta nel 2021 e i tre green bond emessi dal 2014 (primo green bond italiano) al 2022 (primo green bond italiano allineato alla Tassonomia UE). Grazie a questa forte attenzione alla finanza green, la quota di debito finanziata con strumenti Esg è progressivamente aumentata negli anni raggiungendo quota 57% nel 2023.
Il bilancio di sostenibilità 2023 conferma la rappresentazione dei contenuti focalizzata sulla creazione di valore condiviso. I risultati conseguiti e gli obiettivi fissati per il futuro sono affiancati a una sintesi dello scenario relativo ai tre driver per la creazione di valore condiviso: (i) Energia - perseguire la neutralità di carbonio, (ii) Ambiente - rigenerare le risorse e chiudere il cerchio, (iii) Territorio (e Impresa) - abilitare la resilienza e innovare a cui sono dedicati altrettanti capitoli che rappresentano la parte più significativa del bilancio.
Uno dei punti di forza della rendicontazione del Gruppo è la quantificazione del Mol a valore condiviso (Mol Csv) ovvero della quota parte di margine operativo lordo che deriva dalle attività di business in grado di rispondere agli obiettivi dell’Agenda Globale, ossia a quelle call to action per una crescita sostenibile che caratterizzano lo scenario esterno (a partire dall’Agenda ONU 2030) e che sono state sintetizzate nei tre driver richiamati in precedenza.
Nel 2023 il Mol Csv è pari a 776 milioni di euro, corrispondente al 52% del Mol totale di Gruppo, e registra un incremento del 16% rispetto al 2022, collocandosi nella traiettoria del piano industriale, costruito affinché il Mol Csv nel 2027 superi il miliardo di euro e sia pari al 64% del totale. Il contributo alla creazione di valore condiviso deriva anche dalla realizzazione di investimenti nei tre driver Csv che nel 2023 ammontano a 558,4 milioni di euro, circa il 69% del totale degli investimenti operativi lordi.
La quantificazione del Mol e degli investimenti a valore condiviso relativi all’anno 2023 è stata sottoposta per il quinto anno consecutivo alla verifica di una società di revisione con l’obiettivo di avvalorare nei confronti di tutti gli stakeholder tali aspetti distintivi della rendicontazione del Gruppo.
Hera persegue la neutralità di carbonio delle proprie attività e di quelle dei propri clienti e delle comunità servite attraverso la promozione dell’efficienza energetica e i progetti nell’ambito della transizione energetica.
Relativamente all’efficienza energetica si evidenzia che:
Per quanto riguarda la transizione energetica e le energie rinnovabili, Hera ha continuato a promuovere anche nel 2023 la propria proposizione commerciale improntata alla neutralità di carbonio consuntivando a fine anno:
Sul fronte interno, il Gruppo conferma anche nel 2023 il profilo green dei propri consumi di energia elettrica che dal 2022 sono coperti da energia 100% rinnovabile.
Relativamente alle attività realizzate nel 2023 per lo sviluppo delle rinnovabili si segnala:
Infine, sulla base della quarta rendicontazione effettuata secondo la metodologia della Science Based Targets initiative, le emissioni di gas serra del Gruppo (Scopo 1+2+3 da vendita di energia elettrica e di gas metano downstream) registrano nel 2023, rispetto all’anno base 2019, una riduzione del 13,8% (escludendo l’incremento transitorio dei volumi venduti nei servizi di ultima istanza gas) che si colloca nella traiettoria del target validato dalla SBTi di riduzione delle emissioni di gas serra del 37% al 2030. In particolare, il 2023 registra una riduzione delle emissioni Scopo 1+2 (market-based) del 17%, delle emissioni di Scopo 3 da vendita di gas metano del 15% e dell’intensità di carbonio della vendita di energia elettrica (Scopo 3 upstream) del 24%.
Hera rigenera le risorse e chiude il cerchio attraverso iniziative e progetti in tre ambiti: (i) transizione verso un’economia circolare, (ii) gestione sostenibile della risorsa idrica, (iii) tutela dell’aria, del suolo e della biodiversità.
Relativamente alla transizione verso un’economia circolare, il 2023 ha registrato una raccolta differenziata pari al 72,2% in aumento di 4,4 punti percentuali rispetto al 2022 (media Italia 2022: 65%) e un ricorso alla discarica per lo smaltimento dei rifiuti urbani del 2,7% (media Europa 2022: 24%). Su quest’aspetto Hera ha anticipato di 20 anni l’obiettivo UE in materia di economia circolare posizionandosi tra i paesi europei più virtuosi. Nell’ottobre dello scorso anno Hera ha pubblicato la quindicesima edizione del report Sulle tracce dei rifiuti, verificato da Dnv, fornendo così garanzia ai cittadini dell’effettivo recupero della raccolta differenziata che risulta pari all’89% del totale. Il report contiene il posizionamento del territorio servito da Hera rispetto agli obiettivi di riciclo definiti dalla UE, il tasso di riciclo complessivo, nel quale Hera con il 61% ha già raggiunto l’obiettivo fissato per il 2030 e il tasso di riciclo degli imballaggi, dove il Gruppo con il 66% ha già raggiunto il target fissato per il 2025.
Sempre sul fronte dell’economia circolare l’anno 2023 registra:
Sul fronte della gestione sostenibile dell’acqua, importanti le iniziative per preservare la risorsa idrica, come il progetto di water management interno, che ha permesso una riduzione dei consumi del 21,5% nel 2023 (rispetto alla baseline 2017), gli accordi con gli enti del territorio per rendere riutilizzabile l’acqua in uscita dai depuratori, che insieme alle iniziative interne e presso aziende hanno portato al 10% la quota di acqua reflua depurata disponibile per il riuso, e il già citato Diario dei consumi che è stato diffuso a circa il 37,5% dei clienti domestici del servizio idrico.
Per quanto riguarda la tutela dell’aria si confermano i risultati positivi relativi alle performance ambientali dei termovalorizzatori del Gruppo, che anche nel 2023 hanno registrato livelli di emissioni in atmosfera molto contenuti e mediamente inferiori dell’86% rispetto ai limiti di legge, e della centrale di cogenerazione di Imola con concentrazioni medie di PM10 inferiori del 98% rispetto ai limiti. Infine, per quanto riguarda la tutela del suolo si segnala che dal 2018 al 2023 la realizzazione di infrastrutture ha comportato un riutilizzo di suolo per il 76% del totale.
Significativi i risultati conseguiti dal Gruppo nel 2023 nelle aree Csv collegate allo sviluppo economico e occupazionale del territorio, all’inclusione sociale, all’innovazione e alla digitalizzazione. Così come sono importanti le iniziative finalizzate a garantire la resilienza delle proprie attività operative e quindi del territorio servito.
Il valore economico complessivamente distribuito al territorio è stato pari a 2,3 miliardi di euro, corrispondente al 71% del valore economico totale. La quota distribuita ai fornitori locali è stata pari al 72% del totale e ha raggiunto 1,4 miliardi (+61% rispetto all’anno precedente), mentre l’indotto occupazionale è stimato in oltre 11 mila persone; tali dati confermano il ruolo primario del Gruppo nello sviluppo del territorio. Relativamente all’indotto occupazionale si segnala inoltre l’inserimento lavorativo di 962 persone svantaggiate in conseguenza delle forniture e delle partnership con le cooperative sociali, pari a 92 milioni di euro nel 2023. Sempre sul fronte dell’inclusione sociale, si segnalano le misure introdotte da Hera e migliorative rispetto a quelle definite da Arera per supportare i clienti più in difficoltà: il valore delle rateizzazioni è cresciuto del 10% rispetto al 2022 e i protocolli di intesa in essere con 138 Comuni del territorio servito hanno consentito di prevenire le sospensioni delle forniture ai clienti assistiti dai servizi sociali nell’80% dei casi.
In ambito innovazione gli investimenti hanno raggiunto i 142,8 milioni di euro (pari al 18% degli investimenti operativi lordi), relativi a iniziative in due ambiti: transizione ecologica e trasformazione digitale.
È proseguita l’installazione dei contatori elettronici gas che raggiungono a fine 2023 l’88% del totale. Anche le installazioni del Nexmeter, il contatore elettronico gas ideato dal Gruppo con funzioni avanzate per la sicurezza, sono proseguite nei territori di Bologna, Modena, Ferrara e Udine raggiungendo quota 15% del totale dei contatori gas. Il servizio energia elettrica è invece interessato dalla sostituzione dei contatori elettronici di prima generazione con quelli più evoluti “2G” che a fine 2023 sono il 42% del totale (erano il 6% nel 2022). Nel servizio idrico l’installazione dei contatori elettronici è partita nel 2022 per le utenze idroesigenti; a fine 2023 i contatori elettronici sono quasi 6.700, pari allo 0,5% del totale, e consentono la telelettura di circa l’8% dei volumi venduti; in arco piano le installazioni proseguiranno e porteranno il volume venduto coperto da telelettura a circa il 25% del totale dei volumi venduti.
È proseguito anche lo sforzo nello sviluppo dei canali digitali di relazione con i clienti; nel 2023 i clienti iscritti ai servizi on-line salgono al 36,2% mentre quelli che hanno richiesto la bolletta elettronica raggiungono quota 40,2%. L’impegno su questo fronte, unito all’attenzione alle comunità locali, è proseguito nel 2023 con la settima edizione della campagna di promozione della bolletta elettronica e dei comportamenti digitali dei clienti, denominata Digi e Lode, attraverso la quale il Gruppo dal 2017 al 2023 ha elargito 745 mila euro per la digitalizzazione di 298 scuole.
Sul fronte della resilienza il Gruppo ha consuntivato nel 2023 investimenti pari a circa 223 milioni di euro, pari al 27% del totale degi investimenti operativi lordi. A tal proposito si segnala:
Sempre con riferimento alla resilienza dei servizi e dei territori serviti, si segnala il supporto del Gruppo alle comunità colpite dall’alluvione che nel maggio 2023 ha coinvolto 44 comuni in Emilia-Romagna. L’attività ha riguardato il ripristino dei servizi nei tempi più rapidi possibile, la raccolta e lo smaltimento di oltre 70 mila tonnellate di rifiuti in conseguenza degli allagamenti, l’attuazione delle misure finanziare definite dal Governo e dalle autorità di regolazione (integrate dal Gruppo) in termini di sospensione e rateizzazione delle bollette, il supporto ai lavoratori colpiti dall’evento e impegnati nelle attività di ripristino con diverse misure soprattutto di tipo economico messe in campo anche attraverso iniziative di solidarietà promosse presso tutti i lavoratori del Gruppo.
I risultati conseguiti in termini di valore condiviso generato integrano quelli relativi ai seguenti ambiti che completano il profilo di sostenibilità del Gruppo e rendicontati nella sezione “Con gli attori del cambiamento” del bilancio di sostenibilità.
Grazie ai programmi di sensibilizzazione e all’adozione della certificazione ISO 45001, che copre l’88% dei lavoratori del Gruppo, l’indice di frequenza degli infortuni si riduce ulteriormente (10,2 nel 2023) e si colloca a un livello inferiore del 39% rispetto alla media di settore rilevata da Utilitalia. A fine 2023 sono 11 le società del Gruppo che hanno ottenuto la certificazione per la parità di genere UNI/Pdr 125:2002 che copre quindi l’81% dei lavoratori. Nel 2023 il sistema di welfare Hextra ha visto la fruizione da parte dei lavoratori di oltre 6 milioni di euro. La formazione rimane a livelli elevati; nel 2023 sono state 31,5 le ore medie di formazione pro capite, in ulteriore lieve incremento rispetto all’anno precedente, così come è rimasta alta l’incidenza degli obiettivi di sostenibilità nel sistema balanced scorecard collegato al sistema incentivante che coinvolge tutto il management. Nel 2023, il 40% della retribuzione variabile dei dirigenti e quadri del Gruppo è collegata a progetti-obiettivo di sostenibilità, con un peso di quelli orientati alla creazione di valore condiviso pari al 24%.
Nel 2023 si è assistito a un ulteriore aumento dei contatti al call center (+15%, circa 1,3 milioni di chiamate in più) da ricondurre, come per il 2022, principalmente alle turbolenze sui mercati energetici e alle ripercussioni sulle bollette nel primo periodo dell’anno. Altri aspetti che hanno determinato un aumento dei contatti sono la fine del regime tariffario di tutela gas e l’alluvione in Emilia-Romagna. Nonostante queste discontinuità, il tempo medio di attesa al call center residenziale è migliorato dai 93 secondi del 2022 ai 59 nel 2023. Anche per il segmento aziende nel 2023 si è assistito a un aumento delle chiamate ai call center (+10%) che però non ha influito sul tempo medio di attesa che migliora dai 112 secondi del 2022 ai 72 del 2023. Nel 2023 i tempi di attesa agli sportelli sono invece lievemente peggiorati (dai 9 minuti del 2022 ai 12 nel 2023) in conseguenza di afflussi aumentati del 23% rispetto all’anno precedente per le motivazioni descritte in precedenza.
L’indagine realizzata nel 2023 sulla qualità dei servizi forniti dal Gruppo (circa 12.021 le interviste effettuate ai clienti residenziali) registra un indice di soddisfazione dei clienti pari a 73/100, tornando al livello raggiunto nel 2021 dopo la diminuzione di un punto registrata nel 2022 prevalentemente per effetto della turbolenza nei mercati energetici.
Nel 2023, nella selezione dei fornitori il Gruppo ha utilizzato il metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa per l’87% delle gare a evidenza pubblica e nel 66% degli affidamenti complessivi (in termini di valore). Considerando gli affidamenti complessivi, il punteggio medio riservato ad aspetti sociali e ambientali è di 39/100. Il 2023 ha visto anche la prosecuzione del progetto acquisti circolari, con l’applicazione delle linee guida in materia e l’identificazione di criteri tecnici premianti da utilizzare in sede di gara: eco-efficienza, dematerializzazione, rinnovabilità e riciclabilità. In continuità con gli anni precedenti, anche nel 2023 sono stati previsti criteri di circolarità per oltre il 92% degli affidamenti con offerta economicamente più vantaggiosa, con un punteggio medio pari a 10,2. Il monitoraggio dei fornitori focalizzato sulla responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori è proseguito anche nel 2023, così come quello del fenomeno infortunistico che ha coinvolto il 74% (in termini di valore commissionato) dei fornitori di servizi e lavori. Si segnala infine l’introduzione nel 2023 di un nuovo sistema di vendor management e qualificazione dei fornitori che attribuisce un punteggio anche sulla base della maturità Esg dei fornitori, in grado di incidere sulla frequenza di invito alle gare a trattativa privata, e il rafforzamento del sistema di valutazione dei rischi lungo la catena di fornitura al fine di indirizzare con più efficacia l’attività di controllo.
La Task force on climate-related financial disclosures (TCFD) era stata istituita dal Financial stability board del G20 a seguito dell’Accordo di Parigi del 2015, con il quale gli Stati membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite si sono impegnati a mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali e possibilmente limitarne l’aumento a 1,5° C entro la fine del XXI secolo. La TCFD, istituita con lo scopo di facilitare una maggiore trasparenza sulle opportunità e i rischi finanziari associati ai cambiamenti climatici, ha pubblicato nel 2017 le raccomandazioni che ancora oggi rappresentano un riferimento internazionale per la disclosure in materia di cambiamento climatico da parte delle imprese. Le raccomandazioni della Tcfd sono applicabili alle organizzazioni di tutti i settori e sono classificate in quattro aree: governance, strategy, risk management e metrics & targets.
Il percorso di allineamento alle raccomandazioni della Tcds avviato dal Gruppo a partire dal 2020 è stato sviluppato in tre passaggi principali:
La Tassonomia dell'Unione europea è un sistema di classificazione unico a livello europeo introdotto con il Regolamento 2020/852 che stabilisce un elenco di attività economiche ambientalmente sostenibili. Si tratta di uno strumento di classificazione previsto dall’Action plan on sustainabile finance finalizzato a supportare l'Unione europea nell’incrementare gli investimenti sostenibili e a realizzare il Green Deal.
Seguendo le raccomandazioni del Regolamento delegato 2021/2178 che introduce gli obblighi per la divulgazione delle informazioni inerenti alla tassonomia nella Dnf, nel corso del 2021 era stato sviluppato un processo in diversi step al fine di analizzare l’applicabilità della Tassonomia a tutte le società consolidate del Gruppo. Il processo aveva riguardato esclusivamente gli obiettivi di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico per i quali il Regolamento delegato 2021/2139 riporta l’elenco delle attività che contribuiscono in modo sostanziale a tali obiettivi e l’elenco dei criteri di vaglio tecnico che tali attività devono rispettare per poter essere classificate come ecosostenibili. Tale processo aveva consentito di andare oltre agli obblighi di disclosure previsti per la Dnf 2021 e di quantificare e rendicontare i kpi economici (fatturato, opex e capex) sia delle attività gestite dal Gruppo Hera ammissibili alla Tassonomia, ossia quelle attività incluse nell’elenco previsto nel Regolamento 2139, sia di quelle attività allineate alla Tassonomia, ovvero quelle attività che rispettano i criteri di vaglio tecnico, relativamente all’obiettivo di mitigazione. Oltre a ciò, i kpi economici erano stati integrati con il Mol derivante dalle attività allineate alla Tassonomia (che accompagna e integra il Mol Csv) ed era stata introdotta all’interno del piano Industriale la quota investimenti in tali attività.
Nel 2022 il processo è proseguito attraverso l’affinamento e l’aggiornamento dell’analisi dei criteri di vaglio tecnico, con la predisposizione della rendicontazione di maggior dettaglio obbligatoria prevista per l’anno 2022 e con l’approfondimento dell’atto delegato complementare 2022/1214 che ha introdotto alcune attività di produzione di energia nucleare e di energia da gas fossile nell'elenco delle attività economiche ammissibili definendo i criteri di vaglio tecnico per il loro allineamento.
Nel 2023, infine, il processo è proseguito con l’analisi delle attività ammissibili e dei criteri di vaglio tecnico definiti dal Regolamento delegato 2023/2486 relativo agli ulteriori quattro obiettivi ambientali (uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine, transizione verso un’economia circolare, prevenzione e riduzione dell’inquinamento, protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi) al fine di redigere la rendicontazione obbligatoria per l’anno 2023. Anche in questo caso l’analisi ha consentito di andare oltre agli obblighi di disclosure previsti per la Dnf 2023 e di quantificare e rendicontare i kpi economici sia delle attività ammissibili sia di quelle allineate a tutti i sei obiettivi ambientali previsti dalla Tassonomia. La Dnf 2023 dà inoltre continuità alla rendicontazione volontaria del Mol derivante dalle attività allineate alla tassonomia.
Si rinvia al bilancio di sostenibilità per la trattazione esaustiva degli argomenti.
Di seguito saranno analizzati i risultati della gestione realizzati nelle aree di business del Gruppo: area gas, che comprende i servizi di distribuzione e vendita di gas metano, teleriscaldamento e i servizi energia; area energia elettrica, che comprende i servizi di produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica; area ciclo idrico integrato, che comprende i servizi di acquedotto, depurazione e fognatura; area ambiente, che comprende i servizi di raccolta, trattamento e recupero dei rifiuti; area altri servizi, che comprende i servizi di illuminazione pubblica, telecomunicazione e altri servizi minori.
I conti economici del Gruppo comprendono i costi di struttura e includono gli scambi economici tra le aree d’affari valorizzati a prezzi di mercato.
L’analisi per aree d’affari considera la valorizzazione di maggiori ricavi e costi, senza impatto sul margine operativo lordo adjusted, relativi all’applicazione dell’Ifric 12. I settori d’affari che risentono dell’applicazione di questo principio sono il servizio di distribuzione del gas metano, il servizio di distribuzione dell’energia elettrica, i servizi del ciclo idrico integrato, il servizio di raccolta rifiuti e il servizio d’illuminazione pubblica.
Il valore del margine operativo lordo adjusted, ripartito tra le aree strategiche d’affari, riflette la rettifica alla valorizzazione del magazzino gas illustrata in premessa al capitolo 1.04. Per un’identificazione puntuale degli effetti di tale rettifica, si riportano nel seguito i valori di margine operativo lordo adjusted e margine operativo lordo:
|
Dic-23 |
Dic-22 |
||
---|---|---|---|---|
(mln/euro) |
Margine operativo lordo* |
Margine operativo lordo |
Margine operativo lordo* |
Margine operativo lordo |
Area Gas |
516,9 |
609,9 |
585,1 |
491,1 |
Area Energia elettrica |
309,2 |
309,2 |
71,6 |
71,6 |
Area Ciclo idrico integrato |
271,4 |
271,4 |
261,9 |
261,9 |
Area Ambiente |
353,4 |
353,4 |
338,0 |
338,0 |
Area Altri servizi |
43,8 |
43,8 |
38,4 |
38,4 |
Totale |
1.494,7
|
1.587,7
|
1.295,0
|
1.200,9
|
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
Gas
L’anno 2023 mostra un andamento in calo rispetto al 2022 legato sia alla riduzione dei volumi, a causa del clima mite registrato nella prima parte dell’anno e delle minori attività di intermediazione, sia alla riduzione dei prezzi medi delle materie prime energetiche. Va ricordato, infatti, che l’anno 2022 è stato caratterizzato da oscillazioni di prezzo significative, con un picco registrato ad agosto 2022 e susseguito da una progressiva discesa a partire da dicembre, con un trend sempre più tendente ad una stabilizzazione nel 2023, ma ancora sopra i livelli pre crisi. Permangono le opportunità nel segmento dei servizi energia per gli incentivi di efficienza energetica, superbonus 110% e bonus facciate e l’aggiudicazione, per Hera Comm Spa, delle gare nei seguenti lotti del territorio nazionale:
MOL* AREA GAS 2023
|
MOL* AREA GAS 2022
|
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo adjusted:
(mln/euro) |
Dic-23 |
Dic-22 |
Var. Ass |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo* area |
516,9 |
585,1 |
(68,2) |
(11,7)% |
Margine operativo lordo* Gruppo |
1.494,7 |
1.295,0 |
199,7 |
+15,4% |
Peso percentuale |
34,6% | 45,2% | (10,6) pp |
|
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
CLIENTI
(mgl)
Il numero di clienti gas è in aumento di 28,0 mila unità, pari al 1,3%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale andamento è riscontrabile prevalentemente nei mercati tradizionali che registrano una crescita di 23,9 mila unità e in parte minore dai mercati di ultima istanza che registrano una crescita di 4,1 mila unità.
VOLUMI VENDUTI
(mln/mc)
I volumi di gas complessivamente venduti diminuiscono di 2.395,0 milioni di mc (-18,3%), principalmente per la ridotta attività di intermediazione per 1.949,4 milioni di mc. In calo anche i volumi venduti a clienti finali per 445,6 milioni di mc (-12,4%), la cui flessione è da ricondurre principalmente ai mercati tradizionali per 444,8 milioni di mc (-14,3%) e in parte residuale ai mercati di ultima istanza per 0,9 milioni di mc (-0,2%). Tale andamento risente sia dell’effetto climatico, già citato in precedenza, che ha registrato temperature medie in aumento rispetto all’anno precedente, sia dei minori consumi legati alle modificate abitudini della base clienti.
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
Dic-23 |
Inc.% |
Dic-22 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
8.557,1 |
|
13.483,6 |
|
(4.926,5) |
(36,5)% |
Costi operativi |
(7.936,7) |
(92,8)% |
(12.780,4) |
(94,8)% |
(4.843,7) |
(37,9)% |
Costi del personale |
(119,9) |
(1,4)% |
(134,4) |
(1,0)% |
(14,5) |
(10,8)% |
Costi capitalizzati |
16,5 | 0,2% | 16,4 | 0,1% | 0,1 | +0,6% |
Margine operativo lordo * |
516,9 |
6,0% |
585,1 |
4,3% |
(68,2) |
(11,7)% |
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
RICAVI
(mln/euro)
I ricavi registrano un calo di 4.926,5 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. Le cause sono principalmente da imputare alle minori attività di vendita e intermediazione per 5.304 milioni di euro a causa della già citata climaticità sfavorevole, dei minori consumi della base clienti e del minor prezzo della materia. Si registra una contrazione dei ricavi per le minori attività in Bulgaria e per i minori volumi di teleriscaldamento per complessivi 79 milioni di euro. Questi andamenti sono in parte compensati dai maggiori ricavi legati alle attività di efficienza energetica, per 413 milioni di euro, e dai maggiori ricavi per beni in concessione Ifric 12 e per titoli di efficienza energetica che complessivamente aumentano di circa 32 milioni di euro.
I ricavi regolati sono in aumento di 5 milioni di euro, anche grazie all’avvio dell’Atem Udine2 da parte della società AcegasApsAmga Spa. Da un punto di vista normativo, la regolazione della distribuzione e della misura del gas (Rtdg) è stata aggiornata per il triennio 2023-2025 dalla deliberazione dell’Autorità 737/2022/R/gas.
Il calo dei ricavi si riflette in maniera proporzionale anche nei costi operativi che evidenziano una contrazione complessiva di 4.843,7 milioni di euro. Tale andamento è legato principalmente alle minori attività di vendita e intermediazione per i minori volumi e il calo dei prezzi della materia prima.
MARGINE OPERATIVO LORDO*
(mln/euro)
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
Il margine operativo lordo adjusted registra una contrazione di 68,2 milioni di euro, pari all’11,7%, a causa dei minori volumi, sia per l’effetto climatico e le mutate abitudini di consumo già citati, sia per le minori attività di intermediazione. A questi si contrappone il perdurare delle opportunità colte nei servizi energia e legate alle attività incentivate di efficienza energetica.
INVESTIMENTI NETTI GAS
(mln/euro)
Nell’esercizio 2023, gli investimenti netti nell’area gas sono in crescita di 34,9 milioni di euro rispetto all’anno precedente e ammontano complessivamente a 190,9 milioni di euro. Nella distribuzione del gas, si registra complessivamente un aumento di 20,6 milioni di euro che deriva per 12,1 milioni di euro dall’investimento relativo al valore di rimborso per impianti e reti nei comuni complementari, aggiudicati con gara dell’Atem Udine2, oltre ai maggiori interventi di manutenzione straordinaria su reti e impianti e alla sostituzione dei gruppi di misura per la telegestione, ai sensi della Del. 631/2013/R/GAS.
Nella vendita gas si registrano investimenti in crescita di 14,5 milioni di euro per le attività connesse all’acquisizione di nuovi clienti. Gli investimenti sono complessivamente in linea con l’anno precedente nel servizio di teleriscaldamento e servizi energia, in cui si registrano le attività della società Hera Servizi Energia Spa e gli interventi su reti e impianti di teleriscaldamento. Anche le richieste di nuovi allacciamenti nell’area gas sono in aumento rispetto all’anno precedente.
I dettagli degli investimenti operativi nell’area gas:
Gas (mln/euro) |
dic-23 |
dic-22 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Reti e impianti |
136,8 |
116,2 |
20,6 |
+17,7% |
Acquisizione clienti Gas |
27,8 |
13,3 |
14,5 |
+109,0% |
Tlr/Servizi Energia |
27,3 |
27,2 |
0,1 |
+0,4% |
Totale gas lordi |
191,8 |
156,7 |
35,1 |
+22,4% |
Contributi conto capitale |
1,0 |
0,7 |
0,3 |
+42,9% |
Totale gas netti |
190,9 |
156,0 |
34,9 |
+22,4% |
La Regulatory asset base (Rab) degli asset di proprietà del Gruppo nell’area gas, che determina il valore degli asset riconosciuti dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è in crescita rispetto al 2022.
RAB
(mld/euro)
Energia elettrica
Al termine del 2023 si registra un’importante crescita rispetto all’anno precedente, sia in termini di volumi venduti a clienti finali, grazie allo sviluppo commerciale, principalmente nel mercato libero, sia in termini di marginalità, per la minore onerosità delle attività di modulazione, per i servizi a valore aggiunto e per le offerte innovative (relative alla mobilità elettrica, al fotovoltaico, al riscaldamento e al condizionamento). A tal proposito, a partire dal 2023, si segnala l’ingresso della società F.lli Franchini Srl specializzata nello sviluppo e installazione di impianti fotovoltaici ad alto rendimento. A questo si aggiunge che Hera Comm Spa si è aggiudicata tramite gara i seguenti lotti del territorio nazionale:
MOL AREA ENERGIA ELETTRICA 2023
|
|
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) |
Dic-23 |
Dic-22 |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
309,2 |
71,6 |
237,6 |
331,8% |
Margine operativo lordo* Gruppo |
1.494,7 |
1.295,0 |
199,7 |
15,4% |
Peso percentuale |
20,7% |
5,5% |
15,2 p.p. |
|
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
CLIENTI
(mgl)
Il numero di clienti energia elettrica a fine 2023 è in crescita di 278,6 mila unità, corrispondenti a un incremento del 19,2% rispetto allo stesso periodo del 2022. La crescita è avvenuta principalmente nel mercato libero per circa 299,5 mila clienti (+22,5%, pari a +20,7% sul totale) sia per effetto del rafforzamento dell’azione commerciale messa in atto, sia per il contributo positivo delle gare Consip e del servizio a tutele graduali, grazie anche al nuovo lotto, citato in precedenza, che fornirà energia elettrica per le microimprese. Risulta in crescita anche il mercato in Salvaguardia per 6,2 mila unità (+29,7%, pari a +0,4% sul totale) grazie all’aggiudicazione di un lotto in più nella gara per il periodo 2023-2024. Tali effetti riescono ampiamente a compensare la flessione, di circa 27,1 mila clienti (-28,6%, pari a -1,9% sul totale), registrata nel mercato tutelato.
Si conferma l’apprezzamento e la fidelizzazione da parte dei clienti dei servizi a valore aggiunto offerti dal Gruppo, ai quali hanno aderito circa 88 mila clienti durante i 12 mesi del 2023.
VOLUMI VENDUTI
(GWh)
I volumi venduti di energia elettrica risultano in crescita di 2.315,5 GWh, pari al 19,0%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale andamento è generato dall’incremento dei volumi nei mercati tradizionali per 2.031,5 GWh (16,7% rispetto al totale), che passano da 11.383,0 GWh del 2022 a 13.414,5 GWh del 2023, trainato dal contributo delle Gare Consip nel mercato libero che viene parzialmente compensato da un lieve calo nel mercato tutelato. Nel mercato della salvaguardia si registra un aumento di 284 GWh, pari al 2,3% rispetto al totale, per il diverso perimetro servito.
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
Dic-23 |
Inc.% |
Dic-22 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
4.724,0 |
|
5.042,7 |
|
(318,7) |
(6,3)% |
Costi operativi |
(4.385,9) |
(92,8)% |
(4.950,9) |
(98,2)% |
(565,0) |
(11,4)% |
Costi del personale |
(59,7) |
(1,3)% |
(44,0) |
(0,9)% |
15,7 |
35,7% |
Costi capitalizzati |
30,8 |
0,7% |
23,7 |
0,5% |
7,1 |
29,9% |
Margine operativo lordo |
309,2 |
6,5% |
71,6 |
1,4% |
237,6 |
331,8% |
RICAVI
(mln/euro)
I ricavi registrano un calo di 318,7 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. Tale andamento è dovuto ai minori ricavi di vendita, intermediazione e produzione per 346 milioni di euro, riconducibili principalmente alle quotazioni energetiche che registrano una flessione del 58% del Pun medio rispetto all’anno precedente. L’effetto appena citato è parzialmente compensato dai maggiori ricavi legati all’incremento dei volumi venduti e agli oneri di sistema: questi ultimi, che nell’esercizio precedente erano stati azzerati per fronteggiare la crisi energetica, sono stati del tutto ripristinati.
Infine, si registrano maggiori ricavi per i servizi a valore aggiunto per i clienti per 19 milioni di euro e maggiori ricavi per beni in concessione Ifric 12 e per titoli di efficienza energetica che complessivamente aumentano di circa 8 milioni di euro.
Il calo dei ricavi si riflette in maniera più che proporzionale sui costi operativi che evidenziano una flessione di 565 milioni di euro. Tale andamento è dovuto principalmente al calo dei prezzi della materia prima, grazie a una maggiore stabilità dei mercati nel corso di quest’ultimo anno, che impatta sulle attività di vendita e produzione.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
Il margine operativo lordo registra una crescita rispetto al 2022 di 237,6 milioni di euro principalmente per le attività di vendita che beneficiano del minor impatto della modulazione e dei maggiori volumi venduti derivanti dallo sviluppo della base clienti sia nei mercati tradizionali, trainato dal mercato libero, che nella salvaguardia per il nuovo lotto aggiudicato. In crescita le attività dei servizi a valore aggiunto, che registrano un aumento del margine di circa 3 milioni di euro, grazie anche all’ingresso nel perimetro di Gruppo della società F.lli Franchini Srl, già citata in precedenza.
Nell’area energia elettrica gli investimenti dell’esercizio 2023 ammontano a 124,5 milioni di euro, in crescita di 46,2 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Nella distribuzione energia elettrica, gli interventi realizzati riguardano prevalentemente la manutenzione straordinaria e il potenziamento di impianti e reti di distribuzione nei territori di Modena, Imola, Trieste e Gorizia, oltre al proseguimento delle attività di sostituzione massiva dei contatori di vecchia generazione con i più moderni 2G e agli interventi per il miglioramento della resilienza della rete e sono in aumento di 17,6 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Nella vendita di energia, gli investimenti nelle attività connesse all’acquisizione di nuovi clienti sono in aumento di 28,5 milioni di euro. Anche le richieste di nuovi allacciamenti sono in crescita rispetto all’anno precedente.
INVESTIMENTI NETTI ENERGIA ELETTRICA
(mln/euro)
Gli investimenti operativi nell’area energia elettrica:
Energia elettrica (mln/euro) |
dic-23 |
dic-22 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Reti e impianti |
71,7 |
54,1 |
17,6 |
+32,5% |
Acquisizione clienti energia elettrica |
52,7 |
24,2 |
28,5 |
+117,8% |
Totale energia elettrica lordi |
124,5 |
78,3 |
46,2 |
+59,0% |
Contributi conto capitale |
‐ |
‐ |
‐ |
+0,0% |
Totale energia elettrica netti |
124,5 |
78,3 |
46,2 |
+59,0% |
La Rab, che determina il valore degli asset riconosciuti dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è in crescita rispetto al valore dell’esercizio 2022.
RAB
(mld/euro)
Ciclo idrico integrato
Nel 2023 l’area ciclo idrico integrato presenta risultati in crescita rispetto all’anno precedente, con un margine operativo lordo a 271,4 milioni di euro.
Dal punto di vista normativo si segnala che il 2023 è il quarto anno di applicazione del metodo tariffario, definito dall’Autorità per il terzo periodo regolatorio (Mti-3), 2020-2023 (delibera 580/2019). A ciascun gestore è riconosciuto un ricavo (Vrg) determinato sulla base dei costi operativi e dei costi di capitale, in funzione degli investimenti realizzati, in un’ottica di crescente efficienza dei costi, nonché di misure tese a promuovere e valorizzare interventi per la sostenibilità e la resilienza.
L’Autorità, nella seconda metà di ottobre 2023 con le delibere 476/2023/R/idr e 477/2023/R/idr, ha comunicato i risultati dell'analisi sul raggiungimento degli obiettivi di miglioramento della Qualità Contrattuale e della Qualità Tecnica dei gestori idrici italiani nel biennio 2020-2021. In particolare, con riferimento al livello di eccellenza della Qualità Tecnica che individua e premia le prime tre posizioni a livello nazionale considerando tutti i macro-indicatori previsti dall’Autorità, il Gruppo Hera si è aggiudicato il primo e il terzo posizionamento nella classifica generale dei gestori italiani, a riprova degli elevatissimi standard di qualità adottati dal Gruppo nella gestione del servizio reso.
MOL AREA CICLO IDRICO 2023
|
MOL AREA CICLO IDRICO 2022
|
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) |
Dic-23 |
Dic-22 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
271,4 |
261,9 |
9,5 |
+3,6% |
Margine operativo lordo* Gruppo |
1.494,7 |
1.295,0 |
199,7 |
+15,4% |
Peso percentuale |
18,2% |
20,2% |
(2,0) pp |
|
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
CLIENTI
(mgl)
Il numero di clienti acqua aumenta rispetto a dicembre 2022 di 9,9 mila, pari allo 0,7%, a conferma della moderata tendenza di crescita organica nei territori di riferimento del Gruppo. La crescita è riferita per l’86% al territorio emiliano-romagnolo gestito da Hera Spa, per il 9% al territorio servito da AcegasApsAmga Spa e per la restante parte al territorio servito da Marche Multiservizi Spa.
Di seguito i principali indicatori quantitativi dell’area:
QUANTITÀ GESTITE 2023
|
QUANTITÀ GESTITE 2022
|
I volumi erogati tramite acquedotto, che si attestano a 283,4 milioni di mc, presentano un calo pari al 2% rispetto a dicembre 2022, per un ammontare di 5,9 milioni di mc. Tale andamento è legato anche a un utilizzo più consapevole e più efficiente della risorsa idrica, in ottica di salvaguardia dell’acqua e di contenimento dei consumi a beneficio dell’ambiente. A dicembre 2023 le quantità gestite relative alla fognatura sono pari a 232,7 milioni di mc, in calo rispetto allo scorso anno del 2,3%, mentre quelle relative alla depurazione si attestano a 232,2 milioni di mc, in calo del 2,3%, rispetto a dicembre 2022. I volumi somministrati, a seguito della delibera 580/2019 dell’Autorità, sono un indicatore di attività dei territori in cui il Gruppo opera e sono oggetto di perequazione per effetto della normativa che prevede il riconoscimento di un ricavo regolato indipendente dai volumi distribuiti.
ENERGIA ELETTRICA CONSUMATA
(GWh)
L’energia elettrica consumata dagli impianti evidenzia un calo di 9,1 GWh. Tale calo è correlabile principalmente all’impegno del Gruppo per una gestione sempre più efficiente e oculata della risorsa energia, portata avanti attraverso la costante realizzazione di interventi di efficientamento energetico sugli impianti e revamping degli stessi.
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
Dic-23 |
Inc.% |
Dic-22 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
1.067,9 |
|
1.052,6 |
|
15,3 |
+1,5% |
Costi operativi |
(607,7) |
(56,9)% |
(611,9) |
(58,1)% |
(4,2) |
(0,7)% |
Costi del personale |
(193,9) |
(18,2)% |
(185,6) |
(17,6)% |
8,3 |
+4,5% |
Costi capitalizzati |
5,1 |
0,5% |
6,7 |
0,6% |
(1,6) |
(23,9)% |
Margine operativo lordo |
271,4 |
25,4% |
261,9 |
24,9% |
9,5 |
+3,6% |
RICAVI
(mln/euro)
I ricavi del ciclo idrico sono in crescita del 1,5% rispetto all’anno precedente passando da 1.052,6 milioni di euro di dicembre 2022 a 1.067,9 milioni di euro del 2023. Si evidenziano minori ricavi per le perequazioni di componenti energetiche come meglio descritto tra i costi operativi e maggiori ricavi tariffari di competenza legati anche all’incremento della Rab. Le premialità sono sostanzialmente allineate allo scorso anno, a riprova delle ottime performance raggiunte dal Gruppo in tema di qualità nella gestione del servizio idrico integrato. Complessivamente gli effetti precedentemente citati riflettono circa 5,7 milioni di euro di minori ricavi. Infine, si segnalano maggiori commesse realizzate nel corso del 2023 per circa 20 milioni di euro.
Il calo dei costi operativi a dicembre 2023 è correlato principalmente ai minori costi di approvvigionamento di componenti energetiche come conseguenza di uno scenario energetico con prezzi delle materie prime in flessione rispetto a quanto consuntivato lo scorso anno. Tale effetto è solo in parte contenuto dalla crescita dei costi per le maggiori opere per commesse realizzate nel corso del 2023. Si evidenziano infine la crescita dei costi operativi nella gestione di reti e impianti e i maggiori costi legati al rialzo dei listini di tutte le principali forniture di materiali e, in particolare, dei prodotti chimici e delle prestazioni di servizi.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
Il margine operativo lordo presenta una crescita di 9,5 milioni di euro, pari al 3,6%, passando dai 261,9 milioni di euro di dicembre 2022 ai 271,4 milioni di euro dell’analogo periodo 2023. I ricavi legati all’incremento della Rab sono in parte compensati dai maggiori costi operativi conseguenti anche al rialzo dei listini di tutte le principali forniture.
Nell’esercizio 2023 gli investimenti netti nell’area ciclo idrico integrato ammontano a 193 milioni di euro, rispetto ai 188,1 milioni di euro dell’anno precedente. L’incremento complessivo di 4,9 milioni di euro è influenzato dall’effetto dell’aumento dei contributi in conto capitale che riducono maggiormente gli investimenti netti rispetto all’anno precedente. Al lordo dei contributi in conto capitale ricevuti, infatti, gli investimenti effettuati ammontano a 228,2 milioni di euro, in crescita di 20,2 milioni di euro rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente.
Gli investimenti sono riferiti principalmente a estensioni, bonifiche e potenziamenti di reti e impianti, oltre che agli adeguamenti normativi riguardanti soprattutto l’ambito depurativo e fognario e sono stati realizzati per 131,7 milioni di euro nell'acquedotto, per 58,9 milioni di euro nella fognatura e per 37,5 milioni di euro nella depurazione.
INVESTIMENTI NETTI CICLO IDRICO
(mln/euro)
Fra i principali interventi si segnalano: nell’acquedotto, il proseguimento delle attività di bonifica su reti e allacci legate alla delibera Arera 917/2017 sulla regolazione della qualità tecnica del servizio idrico integrato, oltre alle maggiori attività di manutenzione straordinaria e interventi di ripristino post emergenza alluvione del maggio 2023. Continuano le importanti manutenzioni delle opere di presa sul torrente Setta a servizio del potabilizzatore di Sasso Marconi (Bo), il potenziamento delle reti idriche in altri territori serviti e la sostituzione massiva dei misuratori; inoltre è iniziato lo sviluppo del progetto del nuovo sistema di approvvigionamento di Castel Bolognese (Ra) e dell’importante intervento di bonifica di una condotta idrica di adduzione da Pontelagoscuro a Ferrara. Nella fognatura, oltre al proseguimento della realizzazione del piano di salvaguardia della balneazione (Psbo) di Rimini, si segnalano gli interventi manutentivi di riqualificazione della rete fognaria in altri territori serviti e le opere di adeguamento scarichi alla Dgr 201/2016. Nella depurazione, meritano evidenza il potenziamento dell’impianto in comune di San Giovanni in Persiceto (Bo) e il proseguimento del revamping del depuratore di Gramicia a Ferrara con la sostituzione delle centrifughe fanghi, oltre alla realizzazione di un nuovo impianto Power to gas presso il depuratore Idar di Bologna. Le richieste per nuovi allacciamenti idrici e fognari sono in flessione rispetto all’anno precedente. I contributi in conto capitale, pari a 35,2 milioni di euro, sono in aumento di 15,4 milioni di euro rispetto l’anno precedente e sono comprensivi di 19,5 milioni di euro derivanti dalla componente della tariffa prevista dal metodo tariffario per il Fondo Nuovi Investimenti (FoNI).
Il dettaglio degli investimenti operativi nell’area ciclo idrico integrato:
Ciclo idrico integrato (mln/euro) |
dic-23 |
dic-22 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Acquedotto |
131,7 |
126,8 |
4,9 |
+3,9% |
Depurazione |
37,5 |
35,6 |
1,9 |
+5,3% |
Fognatura |
58,9 |
45,5 |
13,4 |
+29,5% |
Totale ciclo idrico integrato lordi |
228,2 |
208,0 |
20,2 |
+9,7% |
Contributi conto capitale |
35,2 |
19,8 |
15,4 |
+77,8% |
di cui per FoNI (Fondo Nuovi Investimenti) |
19,5 |
17,4 |
2,1 |
+12,1% |
Totale ciclo idrico integrato netti |
193,0 |
188,1 |
4,9 |
+2,6% |
La Rab, che determina il valore degli asset riconosciuti dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è in aumento rispetto al 2022.
RAB
(mld/euro)
Ambiente
Nel 2023, l’area ambiente ha contribuito per il 23,6% alla marginalità del Gruppo Hera, presentando un margine operativo lordo in aumento di 15,4 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Il Gruppo continua quindi a garantire un importante livello di crescita, in un contesto caratterizzato da un rallentamento del Pil nazionale e un tasso d’inflazione lievemente in decelerazione, con conseguente flessione della produzione industriale e impatto anche sulla produzione di rifiuti in particolare di matrice industriale dove si registra un aumento della pressione competitiva, anche internazionale, nei mercati presidiati.
Anche per l’anno 2023, sono state confermate le linee di sviluppo che caratterizzano l’evoluzione delle attività del Gruppo: trasformare in prodotti i rifiuti conferiti in un’ottica di economia circolare, garantendo, al contempo, la corretta e tempestiva gestione di quei rifiuti che, per natura, devono essere smaltiti.
Un esempio è il nuovo impianto a Spilamberto (Mo), entrato a regime nel corso del 2023, nato dalla partnership tra Herambiente e Inalca riconvertendo un vecchio biodigestore in un impianto d’avanguardia per trasformare i rifiuti organici e reflui agroalimentari in metano 100% rinnovabile e compost. Tale impianto, in occasione del Premio Innovatori Responsabili indetto dalla Regione Emilia-Romagna, ha ottenuto una menzione speciale nella categoria Transizione ecologica per il contributo concreto alla decarbonizzazione. Dalla produzione potenziale annua di circa 3,7 milioni di mc di biometano potrà essere risparmiato l’uso di combustibile fossile per circa 3 mila Tep (Tonnellate di petrolio equivalente) ed evitate emissioni di CO2 in atmosfera per circa 7 mila tonnellate.
La tutela delle risorse ambientali è stata, anche nel 2023, un obiettivo prioritario, così come la massimizzazione del loro riutilizzo; ne è dimostrazione anche la particolare attenzione dedicata allo sviluppo della raccolta differenziata che, grazie al forte impegno che il Gruppo ha messo in campo in tutti territori gestiti, si incrementa di più di quattro punti percentuali rispetto ai valori del 2022.
MOL AREA AMBIENTE 2023
|
MOL AREA AMBIENTE 2022
|
Di seguito le variazioni a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) |
Dic-23 |
Dic-22 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
353,4 |
338,0 |
15,4 |
+4,6% |
Margine operativo lordo* Gruppo |
1.494,7 |
1.295,0 |
199,7 |
+15,4% |
Peso percentuale |
23,6% |
26,1% |
(2,5) pp |
|
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
Nella tabella di seguito riportata è esposta l’analisi dei volumi commercializzati e trattati dal Gruppo nel 2023:
Dati quantitativi (mgl/t) |
Dic-23 |
Dic-22 |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Rifiuti urbani |
2.310,2 |
2.207,1 |
103,1 |
+4,7% |
Rifiuti da mercato |
2.766,9 |
2.554,2 |
212,7 |
+8,3% |
Rifiuti commercializzati |
5.077,1 |
4.761,2 |
315,9 |
+6,6% |
Sottoprodotti impianti |
2.661,0 |
2.161,7 |
499,3 |
+23,1% |
Rifiuti trattati per tipologia |
7.738,1 |
6.922,9 |
815,2 |
+11,8% |
L’analisi dei dati quantitativi evidenzia un incremento dei rifiuti commercializzati dovuto sia all’incremento dei rifiuti urbani che da mercato. Per quanto riguarda i rifiuti urbani, nel 2023 si registra un incremento pari al 4,7% rispetto all’anno precedente dovuto principalmente ai rifiuti da alluvione. Per approfondimenti si rimanda al paragrafo 1.03.01 dedicato interamente all’alluvione.
I volumi da mercato risultano invece in crescita rispetto allo stesso periodo del 2022 dell’8,3%, grazie al consolidamento dei rapporti commerciali esistenti, allo sviluppo del portafoglio clienti e alle recenti acquisizioni societarie.
Infine, i sottoprodotti degli impianti presentano valori in aumento del 23,1% rispetto all’anno precedente principalmente per la crescita dei rifiuti liquidi conseguentemente alla maggiore piovosità rispetto allo stesso periodo del 2022, uno degli anni più siccitosi da quando si rilevano questi fenomeni.
RACCOLTA DIFFERENZIATA
(%)
Come già anticipato, la raccolta differenziata di rifiuti urbani si attesta al 72,2% in crescita di 4,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente, grazie allo sviluppo di numerosi progetti nei territori gestiti dal Gruppo.
Il Gruppo Hera opera nel ciclo completo dei rifiuti con 101 impianti di trattamento di rifiuti urbani e speciali e di rigenerazione dei materiali plastici. Tra i principali impianti si evidenziano: nove termovalorizzatori, 13 impianti di compostaggio/digestori e 17 impianti di selezione.
La cura e l’attenzione al parco impiantistico sono da sempre elementi distintivi della propensione all’eccellenza del Gruppo; proseguono infatti le operazioni per fornire gli impianti delle migliori tecnologie disponibili.
RIFIUTI SMALTITI PER TIPOLOGIA IMPIANTO 2023
|
RIFIUTI SMALTITI PER TIPOLOGIA IMPIANTO 2022
|
Dati quantitativi (mgl/t) |
Dic-23 |
Dic-22 |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Discariche |
608,9 |
648,5 |
(39,6) |
(6,1)% |
Termovalorizzatori |
1.277,7 |
1.180,2 |
97,5 |
+8,3% |
Impianti di selezione |
605,6 |
603,8 |
1,8 |
+0,3% |
Impianti di compostaggio e stabilizzazione |
502,6 |
490,4 |
12,2 |
+2,5% |
Impianti di inertizzazione e chimico-fisici |
1.597,5 |
1.405,1 |
192,4 |
+13,7% |
Impianti recupero |
120,6 |
113,1 |
7,5 |
+6,6% |
Depuratori |
453,7 |
276,1 |
177,6 |
+64,3% |
Stoccaggi/Soil Washing |
230,7 |
145,7 |
85,0 |
+58,3% |
Altri impianti |
2.340,6 |
2.060,1 |
280,5 |
+13,6% |
Rifiuti trattati per impianto |
7.738,1 |
6.922,9 |
815,2 |
+11,8% |
|
|
|
|
|
Plastica riciclata da Aliplast |
84,6 |
79,2 |
5,4 |
+6,8 |
Il trattamento dei rifiuti evidenzia un incremento complessivo pari all’11,8%, rispetto al 2022. Analizzando le singole filiere, si segnalano quantitativi in diminuzione in discarica mentre, per quanto riguarda i termovalorizzatori, l’andamento in aumento è dovuto principalmente ai maggiori volumi nell’impianto di Trieste, oggetto di revamping nel 2022. L’incremento delle quantità negli impianti di selezione è imputabile alle maggiori quantità trattate, grazie allo sviluppo della raccolta differenziata. Negli impianti di compostaggio e stabilizzazione i volumi sono in aumento principalmente per maggiori quantità trattate negli impianti di Spilamberto (Mo) e Nonantola (Mo) a regime nel 2023, mentre nella filiera degli impianti d’inertizzazione e chimico-fisici i quantitativi in aumento sono riconducibili prevalentemente ai maggiori volumi di rifiuti liquidi trattati.
Negli impianti di recupero si evidenzia un incremento dei volumi per una crescente domanda di prodotti in plastica riciclata di alta qualità.
Infine, si segnala l’incremento dei rifiuti trattati presso depuratori per maggiori sottoprodotti liquidi. Nella filiera Stoccaggi/Soil Washing l’aumento è principalmente riconducibile alle variazioni di perimetro, mentre l’aumento negli Altri impianti è dovuto a maggiori quantità intermediate presso impianti terzi anche per la gestione dei rifiuti da alluvione.
Una sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) | Dic-23 | Inc.% | Dic-22 | Inc.% | Var. Ass. | Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
1.737,9 |
|
1.578,8 |
|
159,1 |
+10,1% |
Costi operativi |
(1.166,5) |
(67,1)% |
(1.058,0) |
(67,0)% |
108,5 |
+10,3% |
Costi del personale |
(244,6) |
(14,1)% |
(215,8) |
(13,7)% |
28,8 |
+13,3% |
Costi capitalizzati |
26,6 |
1,5% |
33,0 |
2,1% |
(6,4) |
(19,4)% |
Margine operativo lordo |
353,4 |
20,3% |
338,0 |
21,4% |
15,4 |
+4,6% |
RICAVI
(mln/euro)
Nel 2023, i ricavi sono in crescita rispetto allo scorso anno del 10,1%. In evidenza l’incremento di 132,1 milioni di euro di ricavi per variazioni di perimetro riconducibili alle recenti acquisizioni nel mercato Industria e i maggiori ricavi da smaltimento per lo sviluppo dell’attività commerciale sul mercato Utilities sia in termini di volumi sia di prezzi per circa 42,2 milioni di euro, compensati in parte dalla contrazione dei prezzi nel mercato del recupero. Si segnalano, inoltre, circa 30 milioni di contributi ricevuti in relazione all’emergenza alluvionale a ristoro di costi per il medesimo importo.
I costi operativi nel 2023 crescono del 10,3%. Si segnalano maggiori costi sia per effetto della variazione di perimetro rispetto al precedente esercizio dovuta alle recenti acquisizioni, sia per i servizi di trasporto e trattamento per la gestione dei sottoprodotti a causa dei maggiori volumi e dell’incremento dei prezzi dei fornitori. Si rileva inoltre una contrazione dei costi per l’acquisto di materie prime conseguente al calo dei prezzi delle commodity, e, nel mercato del trattamento, un incremento dei costi di manutenzione e dei materiali di consumo, in particolare prodotti chimici.
Per quanto riguarda l’igiene urbana, si segnalano maggiori attività legate allo sviluppo di nuovi progetti di raccolta differenziata.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
L’incremento del margine operativo lordo è dovuto principalmente alle buone performance dell’area trattamento. Il contributo delle variazioni di perimetro per le recenti acquisizioni per circa 20,9 milioni di euro, le ottime performance della gestione energia per 15,2 milioni di euro e la variazione positiva derivante da maggiori volumi trattati compensano gli aumenti inflattivi sui costi, la chiusura della discarica di Ca’ Lucio nelle Marche e la variazione negativa nel mercato del recupero.
Gli investimenti netti nell’area ambiente riguardano gli interventi di manutenzione e potenziamento degli impianti di trattamento rifiuti e ammontano a 150,4 milioni di euro, in aumento di 2 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
La filiera compostaggi/digestori presenta un decremento degli investimenti pari a 9,4 milioni di euro rispetto all’anno precedente, legato alla realizzazione nella prima parte del 2022 dell’impianto di produzione di biometano a Spilamberto (Mo), attività che ha generato un incremento non permanente delle capitalizzazioni nel 2022.
Gli investimenti sulle discariche aumentano di 6,4 milioni di euro principalmente per le realizzazioni di Marche Multiservizi Spa sul quarto lotto dell’impianto di Cà Asprete, oltre agli interventi effettuati sugli impianti di Feronia e Galliera da Herambiente Spa.
La filiera Wte presenta un decremento negli investimenti di 8,1 milioni di euro attribuibile agli importanti lavori svolti nel primo periodo dell’anno precedente per il revamping della linea due dell’impianto di Trieste e alle manutenzioni straordinarie programmate sugli impianti di Rimini, Modena e Bologna, mentre nella filiera impianti rifiuti industriali la riduzione di 11,7 milioni di euro è dovuta principalmente al revamping dell’impianto F3 di Ravenna, anch’esso realizzato nella prima parte del 2022.
La filiera isole ecologiche e attrezzature di raccolta presenta investimenti in diminuzione di 1 milione di euro rispetto all’anno precedente, mentre nella filiera degli impianti di selezione e recupero si registra complessivamente un incremento di 25,4 milioni di euro per il delta perimetro dovuto all’acquisizione della società A.C.R. Spa e per altri interventi, fra cui la realizzazione dell’impianto di lavorazione delle plastiche rigide della società Aliplast Spa.
INVESTIMENTI NETTI AMBIENTE
(mln/euro)
Il dettaglio degli investimenti operativi nell’area ambiente:
Ambiente (mln/euro) |
dic-23 |
dic-22 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Compostaggi/digestori |
10,4 |
19,8 |
(9,4) |
(47,5)% |
Discariche |
23,7 |
17,3 |
6,4 |
+37,0% |
Wte |
21,9 |
30,0 |
(8,1) |
(27,0)% |
Impianti RI |
16,7 |
28,4 |
(11,7) |
(41,2)% |
Isole ecologiche e attrezzature di raccolta |
18,1 |
19,1 |
(1,0) |
(5,2)% |
Impianti trasbordo, selezione e altro |
59,9 |
34,5 |
25,4 |
+73,6% |
Totale ambiente lordi |
150,8 |
149,2 |
1,6 |
+1,1% |
Contributi conto capitale |
0,4 |
0,8 |
(0,4) |
(50,0)% |
Totale ambiente netti |
150,4 |
148,4 |
2,0 |
+1,3% |
Altri servizi
L’area altri servizi raccoglie i business minori gestiti dal Gruppo. Ne fanno parte: la pubblica illuminazione, in cui l’impegno del Gruppo Hera è rivolto alla progettazione, realizzazione e mantenimento degli impianti di illuminazione creando sicurezza sul territorio, impiegando tecnologie all’avanguardia e con costante attenzione all’economia circolare e alla sostenibilità; le telecomunicazioni, in cui il Gruppo attraverso la propria digital company offre servizi di connettività per privati e aziende, telefonia e data center; i servizi cimiteriali. A dicembre 2023, il risultato dell’area altri servizi si attesta a 43,8 milioni di euro, in crescita di 5,4 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
MOL ALTRI SERVIZI 2023
|
MOL ALTRI SERVIZI 2022
|
Di seguito le variazioni del margine operativo lordo:
(mln/euro) | Dic-23 | Dic-22 | Var. Ass. | Var.% |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
43,8 |
38,4 |
5,4 |
+14,1% |
Margine operativo lordo* Gruppo |
1.494,7 |
1.295,0 |
199,7 |
+15,4% |
Peso percentuale |
2,9% |
3,0% |
(0,1) pp |
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
Gli indicatori principali dell’area riferiti all’attività dell’illuminazione pubblica:
Dati quantitativi | Dic-23 | Dic-22 | Var. Ass. | Var.% |
---|---|---|---|---|
Illuminazione pubblica | ||||
Punti luce (mgl) |
644,7 |
614,3 |
+30,4 |
+4,9% |
di cui a led |
45,1% |
40,7% |
+4,4 |
|
Comuni serviti |
210,0 |
197,0 |
+13,0 |
+6,6% |
Il Gruppo Hera nel corso del 2023 ha acquisito circa 56,3 mila punti luce in 24 nuovi comuni. Sotto il profilo geografico, le acquisizioni maggiormente significative sono state ottenute: in Toscana per circa 27,7 mila punti luce, in Emilia-Romagna per circa 7,8 mila punti luce, in Umbria per circa 8,5 mila punti luce, nel Triveneto per circa 5,1 mila punti luce, e in Lombardia per circa 2,2 mila punti luce. Si segnalano infine le acquisizioni fatte nelle altre regioni prevalentemente del centro Italia per circa 5,0 mila punti luce. Gli incrementi del periodo compensano pienamente la perdita di circa 25,9 mila punti luce e di 11 comuni gestiti prevalentemente nel Triveneto.
Cresce anche la percentuale dei punti luce gestiti che utilizzano lampade a led che si attesta al 45,1%, in crescita di 4,4 punti percentuali. Tale andamento evidenzia l’attenzione costante del Gruppo a una gestione sempre più efficiente e sostenibile dell’illuminazione pubblica.
Tra gli indicatori quantitativi dell’area altri servizi si evidenziano anche i 6.748 km di rete proprietaria a banda ultra-larga in fibra ottica che il Gruppo Hera possiede attraverso la propria digital company, Acantho Spa. Tale rete serve le principali città del territorio emiliano-romagnolo, Padova e Trieste, e fornisce ad aziende e privati una connettività ad alte prestazioni, elevata affidabilità e massima sicurezza di sistemi, dati e continuità del servizio. L’infrastruttura di rete è diventata ancora più ampia nel 2023 grazie all’acquisizione di Asco TLC Spa successivamente incorporata in Acantho Spa. Tale fusione rappresenta un passaggio strategico nell’evoluzione del portafoglio di attività, e nell’offerta di soluzioni efficienti, innovative e competitive, sia in termini di costi che di sostenibilità.
I risultati economici dell’area sono:
Conto economico (mln/euro) | Dic-23 | Inc.% | Dic-22 | Inc.% | Var. Ass. | Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
192,4 |
|
196,2 |
|
(3,8) |
(1,9)% |
Costi operativi |
(128,8) |
(66,9)% |
(139,2) |
(71,0)% |
(10,4) |
(7,5)% |
Costi del personale |
(22,9) |
(11,9)% |
(21,3) |
(10,9)% |
1,6 |
+7,5% |
Costi capitalizzati |
3,1 |
1,6% |
2,7 |
1,4% |
0,4 |
+14,8% |
Margine operativo lordo |
43,8 |
22,7% |
38,4 |
19,6% |
5,4 |
+14,1% |
RICAVI
(mln/euro)
Il calo dei ricavi è relativo prevalentemente al business dell’illuminazione pubblica per i minori conguagli energetici sui canoni di gestione del servizio, come meglio descritto sui costi, solo in parte ridotto dall’avanzamento dei lavori di riqualificazione energetica rispetto al 2022. Le telecomunicazioni contribuiscono per complessivi 7,3 milioni di euro di maggiori ricavi grazie sia alle maggiori attività nei servizi di telefonia e connettività sia all’acquisizione di Asco TLC Spa.
Il calo dei costi nel business dell’illuminazione è legato ai minori costi della componente energetica della materia prima, che lo scorso anno risentiva del significativo rialzo dei prezzi dei vettori energetici, nonostante le maggiori attività di riqualificazione già evidenziate tra i ricavi. In maniera coerente all’andamento dei ricavi, si evidenzia la crescita dei costi operativi legati alle telecomunicazioni.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
Il margine operativo lordo del business degli altri servizi complessivamente presenta una crescita del 14,1% con un controvalore di 5,4 milioni di euro grazie al contributo dell’illuminazione pubblica e delle telecomunicazioni.
Nell’esercizio 2023 gli investimenti netti nell’area altri servizi sono pari a 13,8 milioni di euro, in diminuzione di 1,5 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente.
Nelle telecomunicazioni sono stati realizzati 9,8 milioni di euro di investimenti in rete e in servizi Tlc, in aumento di 0,7 milioni di euro. Nel servizio di illuminazione pubblica, gli investimenti sono relativi agli interventi di manutenzione, riqualificazione e ammodernamento degli impianti di illuminazione dei territori gestiti e ammontano a 4,0 milioni di euro, in diminuzione di 2,2 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
INVESTIMENTI NETTI ALTRI SERVIZI
(mln/euro)
I dettagli degli investimenti operativi nell’area altri servizi:
Altri Servizi (mln/euro) | Dic-23 | Dic-22 | Var. Ass. | Var.% |
---|---|---|---|---|
Tlc |
9,8 |
9,1 |
0,7 |
+7,7% |
Illuminazione pubblica e semaforica |
4,0 |
6,2 |
(2,2) |
(35,5)% |
Totale Altri servizi lordi |
13,8 |
15,3 |
(1,5) |
(9,8)% |
Contributi conto capitale | ‐ | ‐ | ‐ | ‐ |
Totale Altri servizi netti |
13,8 |
15,3 |
(1,5) |
(9,8)% |
mln/euro | note | 2023 | 2022 |
---|---|---|---|
Ricavi | 1 | 14.897,3 | 20.082,0 |
Altri ricavi operativi | 2 | 667,8 | 548,2 |
Materie prime e materiali | 3 | (9.672,2) | (16.730,0) |
Costi per servizi | 4 | (3.655,9) | (2.105,8) |
Costi del personale | 5 | (641,1) | (601,1) |
Altre spese operative | 6 | (90,3) | (74,9) |
Costi capitalizzati | 7 | 82,1 | 82,5 |
Ammortamenti accantonamenti e svalutazioni | 8 | (753,7) | (667,1) |
Utile operativo | 834,0 | 533,8 | |
Quota di utili (perdite) di joint venture e società collegate | 9 | 10,3 | 10,0 |
Proventi finanziari | 10 | 157,1 | 82,2 |
Oneri finanziari | 11 | (345,0) | (217,2) |
Gestione finanziaria | (177,6) | (125,0) | |
Utile prima delle imposte | 656,4 | 408,8 | |
Imposte | 12 | (173,2) | (103,5) |
Utile netto dell'esercizio | 483,2 | 305,3 | |
Attribuibile: | |||
azionisti della Controllante | 441,4 | 255,2 | |
azionisti di minoranza | 41,8 | 50,1 | |
Utile per azione | |||
di base | 17 | 0,305 | 0,175 |
diluito | 17 | 0,305 | 0,175 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema di conto economico riportato al paragrafo 2.03.01 del presente bilancio consolidato.
mln/euro | note | 2023 | 2022 |
---|---|---|---|
Utile (perdita) netto dell'esercizio | 483,2 | 305,3 | |
Componenti riclassificabili a conto economico | |||
Fair value derivati, variazione del periodo | 29 | (289,1) | 229,1 |
Effetto fiscale relativo alle componenti riclassificabili | 83,2 | (65,9) | |
Componenti non riclassificabili a conto economico | |||
Utili (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti | 30 | (2,0) | 3,1 |
Partecipazioni valutate al fair value | 26 | 10,9 | (12,1) |
Effetto fiscale relativo alle componenti non riclassificabili | 0,4 | (0,7) | |
Totale utile (perdita) complessivo dell'esercizio | 286,6 | 458,8 | |
Attribuibile: | |||
azionisti della Controllante | 238,8 | 406,7 | |
azionisti di minoranza | 47,8 | 52,1 |
mln/euro | note | 31-dic-23 | 31-dic-22 |
---|---|---|---|
ATTIVITÀ | |||
Attività non correnti | |||
Immobilizzazioni materiali |
21, 25 |
2.059,3 | 1.984,4 |
Diritti d'uso | 22, 25 |
90,6 |
84,2 |
Attività immateriali |
23, 25 |
4.719,6 |
4.417,4 |
Avviamento |
24, 25 |
908,7 |
848,1 |
Partecipazioni |
26, 27 |
195,6 |
190,3 |
Attività finanziarie non correnti |
18 |
162,8 |
151,8 |
Attività fiscali differite |
14 |
302,3 |
240,4 |
Strumenti derivati |
29 |
0,3 |
1,0 |
Totale attività non correnti |
8.439,2
|
7.917,6
|
|
Attività correnti | |||
Rimanenze |
32 |
631,6 |
995,1 |
Crediti commerciali |
33 |
3.586,8 |
3.875,0 |
Attività finanziarie correnti |
18 |
90,9 |
77,7 |
Attività per imposte correnti |
13 |
11,4 |
46,0 |
Altre attività correnti |
35 |
509,3 |
642,5 |
Strumenti derivati |
29 |
478,0 |
1.622,2 |
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti |
18 |
1.332,8 |
1.942,4 |
Totale attività correnti |
6.640,8
|
9.200,9
|
|
TOTALE ATTIVITÀ |
15.080,0
|
17.118,5
|
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema della situazione patrimoniale-finanziaria riportato al paragrafo 2.03.02 del presente bilancio consolidato.
mln/euro | note | 31-dic-23 | 31-dic-22 |
---|---|---|---|
PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ | |||
Capitale sociale e riserve | |||
Capitale sociale |
15 |
1.443,0 |
1.450,3 |
Riserve |
15 |
1.553,8 |
1.692,9 |
Utile (perdita) dell'esercizio |
15 |
441,4 |
255,2 |
Patrimonio netto del Gruppo |
3.438,2
|
3.398,4
|
|
Interessenze di minoranza |
16 |
313,4 |
246,3 |
Totale patrimonio netto |
3.751,6
|
3.644,7
|
|
Passività non correnti | |||
Passività finanziarie non correnti |
19 |
4.421,7 |
5.689,9 |
Passività non correnti per leasing |
22 |
56,8 |
55,1 |
Trattamento di fine rapporto e altri benefici |
30 |
88,1 |
92,0 |
Fondi per rischi e oneri |
31 |
617,8 |
565,6 |
Passività fiscali differite |
14 |
156,9 |
215,7 |
Strumenti derivati |
29 |
‐
|
6,3 |
Totale passività non correnti |
5.341,3
|
6.624,6
|
|
Passività correnti | |||
Passività finanziarie correnti |
19 |
890,8 |
650,1 |
Passività correnti per leasing |
22 |
24,5 |
21,3 |
Debiti commerciali |
34 |
2.637,2 |
3.093,1 |
Passività per imposte correnti |
13 |
110,2 |
17,1 |
Altre passività correnti |
36 |
1.866,8 |
1.720,0 |
Strumenti derivati |
29 |
457,6 |
1.347,6 |
Totale passività correnti |
5.987,1
|
6.849,2
|
|
TOTALE PASSIVITÀ |
11.328,4
|
13.473,8
|
|
TOTALE PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ |
15.080,0
|
17.118,5
|
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema della situazione patrimoniale-finanziaria riportato al paragrafo 2.03.02 del presente bilancio consolidato.
mln/euro |
note |
31-dic-23 |
31-dic-22 |
---|---|---|---|
Risultato ante imposte |
|
656,4 |
408,8 |
Rettifiche per ricondurre l'utile netto al flusso di cassa da attività operative |
|
|
|
Ammortamenti e perdite di valore di attività |
8 |
526,2 |
478,6 |
Accantonamenti ai fondi |
8 |
227,5 |
188,5 |
Effetto valutazione con il metodo del patrimonio netto |
9 |
(10,3) |
(10,0) |
(Proventi) oneri finanziari |
10, 11 |
187,9 |
135,0 |
(Plusvalenze) minusvalenze e altri elementi non monetari |
|
(8,4) |
41,6 |
Variazione fondi rischi e oneri |
31 |
(27,7) |
(27,8) |
Variazione fondi per benefici ai dipendenti |
30 |
(11,0) |
(12,7) |
Totale cash flow prima delle variazioni del capitale circolante netto |
|
1.540,6 |
1.202,0 |
(Incremento) decremento di rimanenze |
37 |
395,1 |
(627,4) |
(Incremento) decremento di crediti commerciali |
37 |
(81,9) |
(1.280,7) |
Incremento (decremento) di debiti commerciali |
37 |
(513,7) |
727,8 |
Incremento/decremento di altre attività/passività correnti |
37 |
429,7 |
252,7 |
Variazione capitale circolante |
|
229,2 |
(927,6) |
Dividendi incassati |
37 |
15,1 |
13,4 |
Interessi attivi e altri proventi finanziari incassati |
37 |
77,8 |
41,8 |
Interessi passivi, oneri netti su derivati e altri oneri finanziari pagati |
37 |
(193,4) |
(128,0) |
Imposte pagate |
37 |
(96,6) |
(165,9) |
Disponibilità generate dall'attività operativa (a) |
|
1.572,7 |
35,7 |
Investimenti in immobilizzazioni materiali |
21 |
(242,7) |
(225,6) |
Investimenti in attività immateriali |
23 |
(573,1) |
(483,9) |
Investimenti in imprese controllate e rami aziendali al netto delle disponibilità liquide |
28 |
(76,2) |
(50,1) |
Investimenti in altre partecipazioni |
28 |
‐ |
(3,2) |
Prezzo di cessione di immobilizzazioni materiali e immateriali |
|
2,6 |
3,3 |
(Incremento) decremento di altre attività d'investimento |
28 |
30,1 |
1,1 |
Disponibilità generate (assorbite) dall'attività di investimento (b) |
|
(859,3) |
(758,4) |
Nuove emissioni di debiti finanziari a lungo termine |
20 |
614,9 |
2.127,0 |
Rimborsi di debiti finanziari non correnti |
20 |
(750,0) |
‐ |
Rimborsi e altre variazioni nette di debiti finanziari |
20 |
(908,5) |
(47,3) |
Rimborsi di passività per leasing |
20 |
(22,4) |
(43,4) |
Acquisto quote di partecipazioni in imprese consolidate |
20 |
(0,1) |
(10,6) |
Aumento capitale sociale minoranze |
20 |
1,9 |
‐ |
Dividendi pagati ad azionisti Hera e interessenze di minoranza |
20 |
(239,1) |
(219,5) |
Variazione azioni proprie in portafoglio |
15 |
(19,7) |
(26,7) |
Disponibilità generate (assorbite) dall'attività di finanziamento (c) |
|
(1.323,0) |
1.779,5 |
Incremento (decremento) disponibilità liquide (a+b+c) |
|
(609,6) |
1.056,8 |
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti all'inizio dell'esercizio |
18 |
1.942,4 |
885,6 |
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti alla fine dell'esercizio |
18 |
1.332,8 |
1.942,4 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema di rendiconto finanziario riportato al paragrafo 2.03.03 del presente bilancio consolidato.
mln/euro | Capitale sociale | Riserve | Riserve strumenti derivati valutati al fair value | Riserve utili (perdite) attuariali fondi benefici dipendenti | Riserve partecipazioni valutate al fair value | Utile dell’esercizio | Patrimonio netto | Interessenze di minoranza | Totale |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Saldo al 01-gen-22 | 1.459,6 | 1.352,8 | 93,6 | (33,7) | (5,6) | 333,5 | 3.200,2 | 216,6 | 3.416,8 |
Utile dell'esercizio | 255,2 | 255,2 | 50,1 | 305,3 | |||||
Altre componenti del risultato complessivo: | |||||||||
fair value derivati, variazione dell'esercizio | 161,7 | 161,7 | 1,5 | 163,2 | |||||
utili (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti | 1,9 | 1,9 | 0,5 | 2,4 | |||||
fair value partecipazioni, variazione dell'esercizio | (12,1) | (12,1) | (12,1) | ||||||
Utile complessivo dell'esercizio | ‐ | ‐ | 161,7 | 1,9 | (12,1) | 255,2 | 406,7 | 52,1 | 458,8 |
variazione azioni proprie in portafoglio | (9,3) | (17,4) | (26,7) | (26,7) | |||||
variazione interessenza partecipativa | (8,6) | 1,2 | (7,4) | (3,2) | (10,6) | ||||
altri movimenti | 0,2 | 0,1 | 0,3 | (0,1) | 0,2 | ||||
Ripartizione dell’utile: | |||||||||
dividendi distribuiti | (174,7) | (174,7) | (19,1) | (193,8) | |||||
destinazione a riserve | 158,8 | (158,8) | ‐ | ‐ | |||||
Saldo al 31-dic-22 | 1.450,3 | 1.485,8 | 256,6 | (31,8) | (17,7) | 255,2 | 3.398,4 | 246,3 | 3.644,7 |
Saldo al 01-gen-23 | 1.450,3 | 1.485,8 | 256,6 | (31,8) | (17,7) | 255,2 | 3.398,4 | 246,3 | 3.644,7 |
Utile dell'esercizio | 441,4 | 441,4 | 41,8 | 483,2 | |||||
Altre componenti del risultato complessivo: | |||||||||
fair value derivati, variazione dell'esercizio | (212,1) | (212,1) | 6,2 | (205,9) | |||||
utili (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti | (1,3) | (1,3) | (0,2) | (1,5) | |||||
fair value partecipazioni, variazione dell'esercizio | 10,8 | 10,8 | 10,8 | ||||||
Utile complessivo dell'esercizio | ‐ | ‐ | (212,1) | (1,3) | 10,8 | 441,4 | 238,8 | 47,8 | 286,6 |
variazione azioni proprie in portafoglio | (7,3) | (12,4) | (19,7) | (19,7) | |||||
versamento azioni di minoranza | ‐ | 1,9 | 1,9 | ||||||
variazione interessenza partecipativa | 2,9 | 2,9 | (3,0) | (0,1) | |||||
variazione area consolidamento | ‐ | 56,8 | 56,8 | ||||||
altri movimenti | (1,3) | (1,3) | (0,6) | (1,9) | |||||
Ripartizione dell’utile: | |||||||||
dividendi distribuiti | (180,9) | (180,9) | (35,8) | (216,7) | |||||
destinazione a riserve | 74,3 | (74,3) | ‐ | ‐ | |||||
Saldo al 31-dic-23 | 1.443,0 | 1.549,3 | 44,5 | (33,1) | (6,9) | 441,4 | 3.438,2 | 313,4 | 3.751,6 |
note | 31-dic-23 | 31-dic-22 | ||
---|---|---|---|---|
A | Disponibilità liquide | 18 | 1.332,8 | 1.942,4 |
B | Mezzi equivalenti a disponibilità liquide | 18 | ‐ | ‐ |
C | Altre attività finanziarie correnti | 18 | 90,9 | 77,7 |
D | Liquidità (A+B+C) | 1.423,7 | 2.020,1 | |
E | Debito finanziario corrente | 19 | (411,9) | (563,0) |
F | Parte corrente del debito finanziario non corrente | 19, 22 | (524,1) | (108,4) |
G | Indebitamento finanziario corrente (E+F) | (936,0) | (671,4) | |
H | Indebitamento finanziario corrente netto (G+D) | 487,7 | 1.348,7 | |
I | Debito finanziario non corrente | 19, 22, 29 | (1.087,0) | (2.553,0) |
J | Strumenti di debito | 19 | (3.391,2) | (3.197,3) |
K | Debiti commerciali e altri debiti non correnti | ‐ | ‐ | |
L | Indebitamento finanziario non corrente (I+J+K) | (4.478,2) | (5.750,3) | |
M | Totale indebitamento finanziario (H+L) Orientamenti Esma 32 - 382 - 1138 | (3.990,5) | (4.401,6) | |
Crediti finanziari non correnti | 18 | 162,8 | 151,8 | |
Indebitamento finanziario netto | (3.827,7) | (4.249,8) |
Il nuovo Piano 2023-2027 prefigura una significativa accelerazione della crescita rispetto al Piano precedente.
Il Gruppo Hera ha rivisto al rialzo tutti i target quinquennali, a partire dal MOL che al 2027 è previsto a 1,65 miliardi di euro, 355 milioni in più rispetto ai 1.295 milioni di fine 2022, con un incremento medio annuo del 5,0%.
Il Piano al 2027 prevede anche investimenti in forte aumento, per oltre 4,4 miliardi di euro, in media circa 876 milioni all’anno.
Le linee guida del nuovo Piano Industriale si sviluppano secondo tre leve strategiche: creazione di valore, crescita sostenibile e incremento della resilienza, per rispondere alle sfide più rilevanti del settore, con progettualità d’eccellenza su tutti i territori in cui operiamo.
La strategia al 2027 è stata elaborata per garantire al Gruppo un ruolo di primo piano nell’affrontare una sfida complessa come il cambiamento climatico, attraverso iniziative che supportino il processo di decarbonizzazione, la migrazione verso l’ economia circolare e l’incremento della resilienza dei servizi essenziali che eroghiamo sul territorio, prestando particolare attenziona alla tutela ambientale, all' evoluzione tecnologica e alla coesione sociale.
Grazie alle tre leve strategiche “creazione di valore”, “crescita sostenibile” e “incremento della resilienza”, possiamo riconfermare sia le prudenti politiche economico-finanziarie sia il nostro impegno per lo sviluppo e la crescita aziendale.
La nostra strategia si concentra sulla creazione di valore attraverso quattro leve di crescita principali: allocazione efficiente dei capitali su progetti di investimento con i migliori profili di rischio-rendimento, espansione delle quote di mercato nei business presidiati, allargamento del perimetro attraverso operazioni di M&A ed estrazione di sinergie o efficientamento dei costi, anche di natura finanziaria.
Con il MOL complessivo a 1.650 milioni di euro al 2027, in miglioramento di 355 milioni rispetto al consuntivo 2022, e il rendimento del capitale investito (ROI) al 9,5% al 2027, in crescita rispetto al 7,9% del 2022, il livello di ritorno dimostra un importante aumento della creazione di valore, pur m antenendo il nostro storico profilo di rischio conservativo. Infatti, il differenziale tra ROI e costo medio ponderato del capitale (WACC) passa da 2,2% del 2022 a 3,7% nel 2027.
Per quanto riguarda i dividendi, prevediamo un costante incremento annuale fino a raggiungere una cedola di 16 centesimi di euro al 2027 (+28% rispetto all’ultimo dividendo pagato), con un utile netto per azione atteso in crescita del 7% medio annuo. Ne consegue che il ritorno complessivo per l’azionista (TSR), che considera sia l’andamento atteso degli utili sia il rendimento dei dividendi , si attesta a oltre il 12% medio annuo.
Il nostro nuovo piano strategico conferma l’importante impegno su economia circolare e decarbonizzazione, coerente con il raggiungimento degli obiettivi industriali al 2030. Vogliamo favorire e supportare la transizione ecologica dei territori serviti, con iniziative concrete rivolte a cittadini, pubbliche amministrazioni e clienti industriali, mettendo a disposizione l’ampia dotazione impiantistica e il know how maturato nei diversi settori di attività. Parallelamente, continueremo a generare MOL a valore condiviso che al 2027 salirà fino al 64% del MOL di Gruppo, e fino al 70% nel 2030.
Il piano conferma appieno il nostro impegno a ridurre le emissioni di anidride carbonica, con un target del 37% al 2030, già validato da Science Based Target initiative (SBTi), sia per le emissioni del Gruppo che per quelle dei nostri clienti e, in linea con questo obiettivo, proiettiamo una riduzione del 29% già al 2027. Inoltre, le azioni pianificate ci consentiranno di raggiungere con 3 anni di anticipo l’obiettivo al 2030 di incrementare a oltre il 50% la quota di energia elettrica rinnovabile sul totale venduto. Confermiamo poi il percorso tracciato per raggiungere gli obiettivi al 2030 anche nell’ambito dell’economia circolare, come l’incremento delle plastiche riciclate del +150% rispetto al 2017 e il riutilizzo delle acque reflue fino al 18% del totale al 2030.
Promuoveremo inoltre la transizione ecologica con diverse soluzioni già in atto e nuove offerte di efficienza energetica dedicate ai clienti che ci permetteranno di arrivare al 2027 con circa 35% dei clienti Energy con almeno un contratto per servizi a valore aggiunto (VAS) sottoscritto.
La strategia di gestione diversificata delle attività in portafoglio conferma il focus sul potenziamento delle tre principali filiere di attività, mantenendo il bilanciamento attuale, che ha garantito la forte resilienza dei risultati del Gruppo, in tutte le situazioni di scenario sperimentate negli ultimi vent’anni, e una crescita costante e ininterrotta sia dei target di sostenibilità che delle performance economico-finanziarie e di qualità del servizio erogato.
Il nostro approccio al business, si basa, infatti, su una meticolosa ricerca di protezione dalle macro-variabili che sono diventate sempre più numerose e volatili. Le attività regolate rappresentano circa il 60% del capitale investito al 2027, garantendo quindi una protezione regolatoria alla ciclicità della domanda, all’inflazione e all’andamento dei tassi di interesse.
Nel restante 40% del portafoglio, riconducibile alle attività a mercato, la strategia di bassa propensione al rischio è garantita dall’implementazione di politiche di copertura sui rischi operativi nella gestione delle attività, che hanno dimostrato particolare efficacia anche in situazioni di ampie fluttuazioni dei prezzi delle commodity sperimentate nel tempo.
La strategia al 2027 prevede un aumento del 10% delle risorse finanziarie da riservare agli investimenti rispetto al piano di investimenti precedente. Sono programmati investimenti medi per 876 milioni di euro all’anno in arco Piano che alimenteranno la manutenzione della base impiantistica, le iniziative di crescita organica e quelle di crescita esterna, tra cui le opportunità di M&A.
Oltre il 30% dell’intero piano investimenti contribuirà alla digitalizzazione ed alla innovazione delle infrastrutture, delle attività e delle soluzioni per i clienti, per promuovere la trasformazione digitale mentre circa il 60% sarà dedicato a decarbonizzazione ed economia circolare per accelerare la transizione ecologica e generare sviluppo sostenibile sui territori presidiati.
Il piano di investimenti da 4,4 miliardi di euro ha allocato:
In termini di sostenibilità, circa il 70% del totale degli investimenti è allocato su progetti che generano valore condiviso non soltanto per gli azionisti ma per tutti gli stakeholders, rispondono agli obiettivi fissati dall’ Agenda Globale ONU al 2030 e supportano la crescita del Mol a valore condiviso, fino a portarlo al 64% del MOL di Gruppo al 2027.
Infine, vale la pena di evidenziare che circa 2,5 miliardi di euro di investimenti operativi (pari al 98% degli investimenti ammissibili) saranno allineati alla Tassonomia europea, e pertanto potranno accedere a pieno titolo agli strumenti agevolati di finanza sostenibile, con un beneficio anche in termini di costi finanziari.
Il Piano al 2027 definisce gli obiettivi specifici che il Gruppo si prefigge di raggiungere per creare valore economico e sociale in modo sostenibile e garantire il successo a lungo termine dell'azienda.
I
pr
ogetti previsti dal nuovo Piano al 2027 permetteranno di disegnare una traiettoria di crescita coerente con i target della transizione ecologica da traguardare al 2030: I target vengono misurati rispetto a indicatori industriali che sintetizzano le dimensioni della neutralità carbonica e dell’economia circolare in modo che per ciascuno sia possibile verificare come il target al 2027 sia coerente con la traiettoria necessaria per centrare gli obiettivi al 2030.
Il nuovo Piano industriale conferma e rafforza la crescita del MOL complessivo che arriverà a 1.650 milioni di euro al 2027, in miglioramento di 355 milioni rispetto al consuntivo 2022. Tenuto conto di una serie di opportunità di business che verranno meno in arco Piano la crescita sviluppata dal Piano raggiunge i 475 milioni di euro, con un tasso medio annuo del 7%.
Il margine operativo lordo a “valore condiviso” al 2027 costituirà il 64% del totale del MOL di Gruppo, pari a 1.049 milioni, per arrivare al 70% nel 2030, seguendo un percorso con un orizzonte di medio e lungo periodo che genera benefici concreti per i territori e le comunità servite, in parallelo con lo sviluppo dell’azienda.
Gli obiettivi principali rispetto a queste due dimensioni sono:
|
|
Alla luce dei positivi risultati preconsuntivi 2023, è stata rivista al rialzo tutta la politica dei dividendi, prevedendo già a giugno 2024 la distribuzione di un dividendo di 14 centesimi di euro per azione, in crescita del 12% rispetto all’ultimo pagato e superiore alla previsione di crescita del precedente Piano (13 centesimi).
Il ritmo di crescita dei dividendi al 2027 sarà dunque superiore a quello previsto nel precedente Piano industriale: oltre all’incremento di 1,5 centesimi per azione nel 2023 appena menzionato, è previsto un aumento di 0,5 centesimi nei successivi anni, fino a raggiungere i 16 centesimi di euro al 2027, che segna una crescita media annua in arco Piano del +5,1%.
Il Piano industriale al 2027 intende mantenere la nostra solida posizione finanziaria attraverso il continuo monitoraggio di tutti i fattori di rischio e un’attenta gestione dei flussi di cassa.
Grazie al solido equilibrio patrimoniale, a una gestione attenta del capitale circolante e alla profusa adozione di pratiche di risk management, la solidità finanziaria ci consentirà di raggiungere gli obiettivi strategici prefissati e generare un cash flow operativo positivo, che cumulativamente nei cinque anni si attesterà a 5,2 miliardi di euro e che autofinanzierà la totalità degli investimenti.
I risultati preconsuntivi annuali del 2023 mostrano già un decremento del rapporto Debito Netto/Ebitda a <2,6x rispetto al consuntivo 2022 quando si attestava a 3,3x e in arco piano è prevista una continuazione di questo trend positivo.
I flussi di cassa operativi si prevedono ulteriormente in crescita, a sostegno degli investimenti, dei dividendi e dell'espansione per M&A, preservando la solidità finanziaria con un Debt/Ebitda ratio a 2,7x al 2027 e lasciando lo spazio per altri progetti di investimento non inseriti a Piano.
In Hera, i valori e la visione strategica nel lungo termine coniugano indissolubilmente la sostenibilità con l’approccio multi-business. Questo conferma e rafforza il “ purpose” che ci guida e ci incoraggia a consolidare un forte legame con le comunità in cui operiamo. Oltre a offrire servizi energetici, idrici e ambientali di qualità, la nostra missione è creare “Valore condiviso”, cioè valore economico per l'azienda e allo stesso tempo per la comunità e il territorio in cui operiamo, avendo per bussola le priorità collettive. Presentiamo qui una sintesi dei risultati conseguiti e gli obiettivi fissati per il futuro, non solo in termini di creazione di Valore condiviso ma anche per “ perseguire la neutralità di carbonio”, “ rigenerare le risorse e chiudere il cerchio” e “abilitare la resilienza e innovare”. Per approfondire si rimanda al Bilancio di Sostenibilità 2023 .
Efficienza energetica
Sviluppo energie rinnovabili
Mitigazione del cambiamento climatico
Economia circolare
Riduzione dei rifiuti
Riduzione delle emissioni e dell'impronta di carbonio
Resilienza e adattamento delle reti
Gestione sostenibile dell’acqua
Tutela dell’aria
Sicurezza, qualità, costo e continuità dei servizi erogati
Innovazione e trasformazione digitale
Diritti umani nella catena di fornitura
Salute e sicurezza sul lavoro
Diversità, equità e inclusione
Formazione e sviluppo professionale, retribuzione e incentivi
Sviluppo del territorio e inclusione sociale
Gestione responsabile della catena di fornitura
Lotta alla corruzione attiva e passiva
Etica di business
Gestione della sostenibilità
Gestione dei rischi
Dialogo con gli stakeholder
Sviluppo del territorio
Partnership con le comunità e autorità locali
Creare valore per gli stakeholders
PERSEGUIRE LA NEUTRALITÀ DI CARBONIO
TRANSIZIONE ENERGETICA E RINNOVABILI PROMOZIONE DELL’EFFICIENZA ENERGETICA |
2021 | 2022 | 2023 | 2027 | 2030 |
---|---|---|---|---|---|
Interventi di risparmio energetico ISO 50001 (% di risparmi rispetto ai consumi 2013) 1 |
6,8% | 6,9% | 7,6% | 9% | 10% |
Contratti energia elettrica e gas al 31/12 con almeno una soluzione «risparmio energetico» (% sul totale dei contratti famiglie a mercato libero) |
32,1% | 34,3% | 35,7% | 42% | 43% |
Energia elettrica rinnovabile venduta a clienti mercato libero (% sui volumi venduti totali a mercato libero) 2 |
45,5% | 40,5% | 42,8% | 56% | >50% |
Gas rinnovabili prodotti (GWh) |
75,8 | 72,2 | 80,6 | 184 | 300 |
Riduzione emissioni gas serra (rispetto al 2019 con metodologia di calcolo SBTi (%) 3 |
-10,3% | -11,7% | -13,8% | -29% | -37% |
1 Dati riferiti a Hera Spa, Inrete Distribuzione Energia, AcegasApsAmga, Marche Multiservizi, Herambiente, Hestambiente, Herambiente Servizi Industriali e Frullo Energia Ambiente
2 I consuntivi degli anni precedenti all’anno di rendiconto sono stati aggiornati sulla base degli ultimi dati Gse disponibili al momento della redazione del bilancio. I dati non comprendono AresGas. I dati 2022 non comprendono le società Eco Gas e Con Energia.
3 Scopo 1+2+3 vendita di energia elettrica e gas downstream. I dati di Scopo 3 relativi alla vendita di gas metano per il 2021 e il 2022 non considerano gli aumenti transitori delle emissioni collegate ai servizi di ultima istanza del gas. I dati di Scopo 3 relativi alla vendita di gas metano per il 2021 sono stati allineati alla metodologia di calcolo utilizzata per i dati 2022.
RIGENERARE LE RISORSE E CHIUDERE IL CERCHIO
TRANSIZIONE VERSO UN’ECONOMIA CIRCOLARE
GESTIONE SOSTENIBILE DELLA RISORSA IDRICA TUTELA DELL’ARIA, DEL SUOLO E DELLA BIODIVERSITÀ |
2021 | 2022 | 2023 | 2027 | 2030 |
---|---|---|---|---|---|
Raccolta differenziata (%) |
65,3% | 67,8% | 72,2% | 78% | - |
Plastica riciclata da Aliplast (migliaia di ton.) |
80,9 | 79,2 | 84,6 | 120 | 149 |
Acqua reflua depurata riutilizzabile e riutilizzata (% su totale acqua reflua depurata) |
6,0% | 7,3% 4 | 10,1% | 13,6% | 18% |
Perdite idriche (perdite fisiche e amministrative dell’acquedotto civile) (mc/km di rete/giorno) |
8,1 | 8,1 | - | 7,4 | - |
Tasso di riduzione dei consumi idrici interni, rispetto al 2017 (%) 5 |
-16,6% | -20,5% | -21,5% | -23,8% | -25% |
Utenti acquedotto serviti in aree con Piano di gestione della sicurezza dell’acqua (Water Safety Plan) (% sul totale degli utenti serviti da acquedotto) |
22,6% | 61,9% | 65,8% | 91% | 100% |
Riutilizzo di suolo nella realizzazione di infrastrutture (%) 6 |
78% | 78% | 76% | 72% | >80% |
4 Dato riferito a Hera Spa, AcegasApsAmga e Marche Multiservizi
5 Dato riferito ai consumi di acqua da acquedotto civile e industriale delle unità di business del Gruppo maggiormente “idroesigenti” servite da Hera Spa in Emilia-Romagna
6 Dati progressivi dal 2018
ABILITARE LA RESILIENZA E INNOVARE
INNOVAZIONE E DIGITALIZZAZIONE
SVILUPPO ECONOMICO E INCLUSIONE SOCIALE SVILUPPO DELL’OCCUPAZIONE E DELLE NUOVE COMPETENZE RESILIENZA E ADATTAMENTO |
2021 | 2022 | 2023 | 2027 | 2030 |
---|---|---|---|---|---|
Valore delle forniture da fornitori locali (% sul totale) |
67% 7 | 65% 7 | 72% | - | - |
Lavoratori a tempo indeterminato (% media annua sul totale lavoratori) |
96,5% | 96,6% | 95,4% | 97% | 97% |
Donne in ruoli di responsabilità (%) 8 |
30,5% | 31,1% | 32,6% | 33% | >33% |
Dipendenti con competenze per la transizione digitale (% su totale popolazione) |
49% | 54% | 56% | 75% | 90% |
Dipendenti con competenze per la transizione ambientale (% su totale popolazione) |
- | 21% | 32% | 53% | 60% |
Dipendenti con competenze per la transizione energetica (% su totale popolazione) |
- | 28% | 36% | 53% | 60% |
Impianti telecontrollati (migliaia) |
7,9 | 9,0 | 9,7 | 12 | - |
7 Escluso HSE
8 Dirigenti e quadri. La percentuale di donne sul totale dei lavoratori è pari al 27,5% nel 2023
CON GLI ATTORI DEL CAMBIAMENTO
GOVERNANCE
PERSONE CLIENTI FORNITORI |
2021 | 2022 | 2023 | 2027 | 2030 |
---|---|---|---|---|---|
Valore aggiunto distribuito agli stakeholder (milioni di euro) |
1.764,4 | 1.674,1 | 2.036,7 | 2.352 | - |
Ore di formazione medie pro capite (numero) |
30,3 | 30,8 | 31,5 | ≥26 | ≥26 |
Indice di frequenza degli infortuni (numero infortuni/ore lavorate x 1.000.000) 9 |
10,3 | 10,5 | 10,2 | ≥10 | <10 |
Indice di clima interno (punteggio da 0 a 100) |
71 | - | 70 | ≥70 | ≥70 |
Indice di customer satisfaction clienti residenziali (punti da 0 a 100) 10 |
73 | 72 | 73 | ≥70 | ≥70 |
Affidamenti con offerta economicamente più vantaggiosa: punteggio di sostenibilità (% su totale) |
38 | 39 | 39 | ~40 | ~40 |
9 Solo infortuni con assenza superiore o uguale ai tre giorni
10 Dato 2021 escluso Marche Multiservizi
SOCIETÀ | RATING | COMMENTO |
---|---|---|
82
Top 1% |
Hera ha conseguito un punteggio complessivo di 82/100, un risultato che la posiziona nel miglior 1% a livello globale (43/100 la media del settore). Hera consegue inoltre il miglior punteggio nelle dimensioni ambientale e sociale | |
16,6
Low Risk |
Hera ha conseguito un punteggio di 16,6, che la posiziona tra le società a minor rischio Esg (migliore multi-utility europea). Lo score è migliorato di +1,6 punti rispetto al 2022 | |
Advanced | Hera si è classificata nella categoria Advanced, propedeutica per l’entrata nell’indice di Borsa Italiana ‘Mib Esg’ che si basa sulle valutazioni effettuata da Vigeo | |
A | Hera ha confermato il rating A da parte di MSCI. In particolare lo score evidenzia una forte outperfomance nella categoria ‘Carbon Emissions’ con un punteggio di 10/10 | |
A- | Nel 2023 Hera ha ottenuto il livello A-, in miglioramento rispetto al livello B del 2022 | |
2° posto | Nel 2023 Hera è salita ancora sul podio per l’integrazione delle politiche di sostenibilità nelle proprie strategie di business | |
Top 100 | Nel 2023 Hera è la prima multi-utility al mondo nella classifica stilata da Refinitiv sulla promozione della diversità, inclusione e sviluppo delle persone | |
80,1/100 | Con un punteggio di 80,1%, in linea rispetto allo scorso anno e migliore rispetto alla media sia del proprio settore sia delle realtà italiane analizzate | |
B- Prime | Hera ha confermato il rating B- con status Prime, posizionandosi tra i migliori del settore. In particolare, figura in prima classe negli aspetti ambientali e sociali |
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